2

4.7K 282 262
                                    

-Yamaguchi's pov-

Credevo queste cose accadessero solo nei film, pur avendone sentito parlare tante volte: ho sempre avuto il difetto di considerare qualunque cosa estranea da me, finché non mi si fosse presentata davanti. Ecco perché rimango fermo forse qualche momento di troppo, prima di fermare lo svolgersi di quella scena terribile. Nel bagno c'era un ragazzo. Aveva un taglierino in mano, e lo avvicinava al polso dove si vedevano i segni di altri tagli profondi.

-Fermo!-urlo. Lui si interrompe, arrossisce leggermente per essere stato scoperto in un'azione che lui forse riteneva giusta, normale, necessaria, ma che lo danneggiava e distruggeva lentamente, di un dolore che forse nemmeno più avvertiva. Il momento è critico, ma non posso fare a meno di notare che è bellissimo: i capelli sono biondi, con riflessi color platino che sembrano piccoli squarci di luce lunare,  delicata e non accecante; gli occhi sono color ocra, con venature più scure che li rendono simili a dune desertiche al tramonto; su di essi porta dei piccoli occhiali, che li mettono ancora più in risalto. Il viso è pallido, ovale, delicato. Seppur sia seduto, è evidente che sia molto alto e abbastanza esile. Non capisco perché una persona tale voglia rovinare la propria vita, quando con uno sguardo gli è bastato migliorarne già un'altra. La mia.

-Non potevi andare in un altro bagno?- mi chiede. La sua voce è bassa, il suo sguardo di disapprovazione mi squadra e mi giudica in silenzio, con cura. -Ho provato a bussare più volte, ma nessuno ha risposto...mi sono preoccupato...-. Cerco di apparire il più sicuro possibile. -E non hai pensato che potesse esserci qualcuno che non voleva essere disturbato?- -M-ma...perché non rispondermi?- -L'hai potuto vedere da solo-. Le sue risposte sono brevi, ma taglienti. -Scusa...-.

Si alza e mi fa cenno di uscire dal bagno. -Scusami tu, in realtà...il mio obiettivo non era quello di farmi vedere, e peraltro, mi sei sembrato abbastanza spaventato-.
É impercettibile, ma vedo il suo viso distendersi leggermente in un accennatissimo sorriso, malinconico ma divertito.

-Sì, beh, in effetti non...

-Fa niente, capisco-. Non mi lascia neanche finire la frase.

Allora mi faccio coraggio: -Come ti chiami?-. Gli chiedo. -Vuoi segnalarmi al preside, eh?- -N-no!-. L'idea non mi era nemmeno passata per la mente, se devo dire la verità.

-Mi chiamo Tsukishima Kei...tu?-

-Yamaguchi Tadashi-

-Va bene. Ci si vede. Spero che tu non racconti a nessuno quello che è successo...-.

Non lo farò di certo, glielo assicuro. E sono felice: perché questo rimarrà un nostro segreto per sempre, e ciò lo costringerà a farsi vivo, almeno una volta ogni tanto, per essere sicuro che io lo stia mantenendo. Anche perché, neanche lo saluto, già avverto il bisogno di rivederlo. Magari si dimenticherà di me fra un'ora o due, e anche del segreto, perché ha lo sguardo di chi, oltre ad essere abbastanza solitario, non dà affatto peso al giudizio altrui, e forse non gli importerebbe granché se io lo rivelassi a qualcuno, finché rimanesse circoscritto agli studenti e non arrivasse ai docenti e al preside.

Ma non lo farò. Gliel'ho promesso. E l'ultima cosa al mondo che voglio in questo momento è perdere la fiducia di quel ragazzo.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora