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Yamaguchi's pov

Appena finito di parlare, di sfogarmi, mi sento meglio. Daichi e Sugawara si scambiano uno sguardo e poi quest'ultimo mi dice:-Sai, Yamaguchi, lo avevo capito fin da subito che Tsukishima ti piaceva: da come ti approcciavi a lui, dagli sguardi che gli riservavi, dall'importanza che davi al suo stato d'animo, che per te veniva prima del tuo stesso. Se lui, nonostante tutto ciò, non l'ha capito, e si è messo con il primo ragazzo che si è fatto avanti, vuol dire che non merita di avere al suo fianco una persona come te. Certo, è vero, come dici tu, che possa aver fatto questa scelta semplicemente perché nella sua vita c'era bisogno di un po' di felicità...in tal caso presto capirà che per stare meglio non è di questo Kuroo che ha bisogno, ma di te-.

-Certo...-rispondo io -ma per colpa di tutto ciò che ho detto Kei ora non vorrà mai più vedermi...-. -Non è così, perché capirà che ciò che hai detto, alla fine, è vero-mi risponde Daichi. -Non è affatto vero! Gli amici ci sono proprio nei momenti del bisogno, e io ho rinfacciato a Tsukki tutte le volte in cui ci sono stato...-.

Sugawara mi sorride:-Hai detto bene: gli amici. Se Tsukishima è intelligente come fa trasparire, allora capirà che ciò che hai detto, alla fine, non è altro che una prova indiretta del fatto che lui ti piaccia...non si spiegherebbe altrimenti una reazione di questo genere al semplice fatto che si sia fidanzato, no?-.

A questo non avevo pensato, e non riesco a immaginare modo meno romantico per dichiararsi, per cui spero con tutto il mio cuore che la mia improvvisa sfuriata sia rimasta per lui un punto interrogativo. In ogni caso, decido che, dopo aver chiarito, mi allontanerò un po' da lui, per il suo e il mio bene.

Ritorno nella camera che condividevamo e per fortuna lasceremo stamattina, ma non trovo Tsukishima; ricordo poi che doveva andare da Kuroo per fare colazione insieme, quindi decido di rimandare il tutto a durante il viaggio in pullman.

Vado a mensa per la colazione, prendo distrattamente un cornetto dal buffet e una tazza di latte e cerco un tavolo libero a cui sedermi: esaminando la stanza per individuarne uno, mi accorgo di lui. L'appuntamento con il suo ragazzo, evidentemente, è saltato. Eppure non posso fare a meno di notare che sembra chiaramente sull'orlo del pianto, bevendo una tazza di caffè, con gli occhiali un po' appannati, guardando fuori dalla finestra e scrutando le nuvole che hanno ora ammantato il cielo.

Mi avvicino a lui, anche se un po' titubante:-E-ehi Tsukishima...potrei sedermi qui?-
-Fai pure-. Ma non fa in tempo a dirlo che si volta dall'altra parte, togliendosi gli occhiali e coprendosi gli occhi con la mano.
A me, però, non sfuggono le lacrime che iniziano a cadere e a bagnargli il colletto della maglia...

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora