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~Yamaguchi's pov~
Eppure, mi accorgo che in lui c'è qualcosa che non va.
Appena esce dallo spogliatoio, si va a sedere in disparte, incurante degli sguardi puntati su di lui. Sugawara e Daichi sembrano imbarazzati, si guardano, poi Sugawara dice, titubante: -Ehm...ehi! Perché non vieni a presentarti?-. E poi elenca nuovamente tutti i nomi dei membri della squadra.
Tsukishima non li ascolta: noto infatti, a differenza degli altri, che indossa gli auricolari.
Non capisco perché abbia deciso di iscriversi ad un club che non gli interessa minimamente...

Quando me ne accorgo, avvertendo l'imbarazzo di tutti, spiego a Sugawara che Kei non può sentirlo. Lui mi incita ad avvicinarmi e ad invitarlo ad unirsi a noi, per conoscerci e iniziare, successivamente, l'allenamento.

È un mio senpai, non posso rifiutare: sarebbe scortese oltre che stupido, perché farei una brutta impressione. Ma da noi esiste questo stereotipo, che sia facile stringere un legame e parlare con un ragazzo del proprio stesso anno.
Forse prima la pensavo anch'io così, ma appena conosciuto Kei e appreso che anche lui è al primo anno di liceo, ho capito che non è affatto vero.

Mi avvicino, un po' incerto, insicuro, e lui deve sicuramente accorgersene, perché mi guarda con uno sguardo disgustato che non credo dimenticherò facilmente.
Oh...sicuramente sta pensando che io abbia rivelato che lo conosco, sospetterà che io ne abbia rivelato anche il motivo...maledizione. Devo fargli capire che non è così.

Quando gli arrivo vicino, lui mi dice: -Prima che tu parli. Se hai detto che mi conosci, non fa niente, non ho fatto affidamento neanche per un secondo sulla tua lealtà...se vuoi invitarmi a raggiungere quei patetici, di' loro che lo farò solo quando inizieranno gli allenamenti. Non sono venuto in un club di socializzazione per mocciosi dell'asilo-.
Poche parole, ma taglienti più di una lama affilata, brucianti come le ferite lasciate sulle mani dopo aver colto una rosa dallo stelo.
Dunque non si fida di me...mi sono illuso.
Come ho potuto pensarlo, anche solo per un attimo? Però sentirselo dire mi fa male, molto male. È una stretta al cuore. Forse non è tanto diverso dal dolore che lui prova quando deturpa quei suoi bellissimi polsi.
Vorrei dirglielo, ma ciò che riesco a balbettare è solo: -Io non ho detto nulla...davvero! E riferirò quello che mi hai detto-.

Sugawara, intuendo il disagio che sto vivendo (non lo ringrazierò mai tanto per questo), urla dall'altro lato del campo: -Non arrabbiarti con lui, Tsukishima, neanche lo conosci ed è un primino anche lui, gli ho chiesto io di parlarti!-.

Forse lo immagino, ma nello sguardo che Kei mi rivolge vedo riconoscenza. Forse tiene davvero a quel segreto di cui solo io sono, insieme a lui, il custode.

Ritorno dagli altri e riferisco ciò che mi ha detto Tsukishima. Sugawara, allora, preso atto del fatto che il clima non sia quello giusto, dà subito inizio agli allenamenti.

Kei ci raggiunge, e mi chiede di fare qualche passaggio da un lato all'altro della rete.
Si, è vero, non ha alcun amico qui. Ma guardarlo negli occhi mentre sfiora la palla con tutta la delicatezza di questo mondo, facendola arrivare perfettamente nelle mie mani, incerte e tremanti, che gliela rimandano puntualmente in un punto differente, mi fa sentire bene.

Una sensazione così semplice,  ma che non provavo da tanto tempo, a cui si aggiunge un lieve fastidio allo stomaco, a cui forse inizio a dare una spiegazione.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora