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~Yamaguchi's pov~
Non mi sono neanche accorto di essermi addormentato; vengo svegliato dal respiro affannoso di Tsukishima, che evidentemente sta sognando qualcosa che lo turba. Non è certo mia intenzione svegliarlo e aiutarlo.
Con gli occhi ancora assonnati, controllo il cellulare e mi accorgo che sono ancora le 6:30 del mattino, e la partita sarà solo alle 10.
Decido di restare ancora un po' in pigiama e, dopo essermi sciacquato il viso, esco nuovamente sul balcone.

Il sole ancora sta sorgendo e tutto intorno a me è un'esplosione di colori caldi che mi migliora istantaneamente l'umore, facendomi sorridere lievemente e inconsapevolmente. Poi mi siedo e inizio a pensare che sto diventando diverso: un giorno prima sarei rimasto a letto a osservare Tsukishima, il cui volto disteso e dormiente mi ricordava tanto quello di un angelo. Lo avrei sicuramente svegliato vedendolo dibattersi nel mezzo di un incubo, cercando ancora una volta di far scattare in lui una scintilla, dimostrandogli di tenere a lui.
Ora non ho più speranze, e mi sto lentamente arrendendo. Fa male, è vero. La mia vita tornerà come quella di prima, scialba, senza qualcuno a cui pensare la notte e che ti dia la forza di svegliarti al mattino. Ma in cuor mio, anche se in fondo non vorrei, so che devo accettarlo.
Magari Kuroo e Tsukishima non stanno neanche bene insieme, magari prima o poi si lasceranno. Ma ho capito che Tsukki cerca qualcuno di ben diverso da me: un ragazzo dalla personalità forte, bellissimo, che ti prenda per mano e ti porti ad esplorare sentieri sconosciuti, che ti faccia dimenticare chi sei e perdere nelle tue nuove emozioni. Io non sono niente di tutto questo.

Ora basta, però. Ancora una volta i miei pensieri si dilungano e si avvicinano a dirupi dentro ai quali non ho intenzione di guardare.

-Ehi, Yamaguchi-. Una voce assonnata mi distoglie dai miei pensieri.
Tsukishima viene a sedersi accanto a me. -Ma è ancora presto...il sole è appena sorto...-mormora tra sé e sé. E cavolo, non posso non notare di quanto sia perfetto anche appena sveglio, con gli occhi ancora mezzi socchiusi e sprovvisti delle loro solite lenti.
-Come mai ti sei svegliato così presto?- -Non so, non avevo più sonno...- -Ho fatto un incubo, sai?- -Ah si?- -Ho sognato che Kuroo in realtà stesse solo facendomi uno scherzo, ieri-.
Ancora lui...ancora Kuroo...
Sto per ribattere quando il telefono di Tsukishima squilla. È così presto, chi può essere? Lo sento rispondere da dentro la stanza, in cui era rientrato per prendere il cellulare.
-Kuroo...ti sei svegliato anche tu così presto? Fare colazione insieme? Si, certo...oh si, se ti va...arrivo!-.

-Era Kuroo-mi dice-vuole vedere l'alba con me e poi portarmi a fare colazione a un bar-.

Non ne posso più, davvero. -Ah era Kuroo? Oh...non l'avrei mai creduto-. Tsukishima mi squadra con uno sguardo interrogativo. -Ah, mi guardi anche così? Io sono il confidente a cui parlare solo della tua depressione, vero? Devo sopportare ogni tuo cazzo di lamento, ogni tuo cazzo di pianto...ma non credo che con Kuroo tu pianga, ti confidi. Con lui ti diverti, con lui sei diverso! Non ne posso più di seguirti ovunque tu vada e in qualunque tuo discorso. Se hai bisogno di uno psicologo allora sarò felice di cercarne uno, ma io non assumerò un ruolo che non mi spetta, capito?-.
Il volto di Tsukishima è più sconvolto che mai. Anche il mio lo è, riesco a percepirlo, e le mie guance sono più accaldate che mai.
Non avrei mai creduto di poter dire queste cose. Mi accorgo troppo tardi del peso delle mie parole.

Mi sento orribile: mi chiudo in bagno e mi preparo per andarmene il prima possibile. Quando esco getto tutto velocemente in valigia senza neanche guardare in faccia Tsukishima, dopodiché apro la porta e me ne vado, senza dire nulla.
Non so quale sia stata la sua reazione, e ne sono contento perché forse, se l'avessi vista, sarei scoppiato a piangere distruggendo tutto ancora una volta.

Busso alla porta della camera di Daichi e Sugawara e appena quest'ultimo mi apre, il suo volto dolce, stupito e preoccupato al tempo stesso, mi fa crollare. Entro nella stanza e inizio a piangere, implorandolo faticosamente di chiudere la porta per evitare che qualcuno mi senta.

I due ragazzi si avvicinano a me e io, che non riesco più a tenermi tutto dentro, non ho scelta al di fuori di raccontare loro tutto.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora