Capitolo 8

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"Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l'incanto negli occhi, la legga e gliela racconti."

- Pablo Neruda-

«Mi racconti una storia?» così lui, Beppe, spezza il silenzio scandito soltanto dallo scontro delle posate con i piatti.

Quale storia.

Siamo in un posto incantevole: incanta chi sta dentro e chi lo osserva dall'esterno.
Un castello, nel bel mezzo della Valle del Chianti: mura antiche, grandi e possenti.
Gli interni, eleganti caldi e accoglienti.

«Una storia?» gli chiedo,corrugando leggermente la fronte.

Versa del vino rosso nel mio calice, sorridiamo insieme.

«Si dai una storia...mi piace ascoltare le storie...so anche raccontarle, però voglio ascoltarne una da te» chiede con tono deciso.

Da dove comincio?
Ho capito che è un modo per sapere la mia storia in realtà.
E tu la tua? Quando me la racconti?

«Beh...è la storia di una ragazza che ha creduto sempre in tante cose, anzi in tantissime cose e ha finito con il non crederne più a quasi nessuna....
Aveva i suoi punti di riferimento e poi li ha persi tutti...uno ad uno.»

Mette la mano sotto il mento e continua ad ascoltarmi, poi chiude il pugno della stessa mano e lo appoggia sulla guancia, avvicina l'altra sua mano alla mia e inizia ad accarezzarla.

«Era una ragazza che aveva i suoi poteri magici, ne andava fiera ma poi una strega brutta e cattiva glieli ha rubati tutti, li ha rinchiusi in un forziere che poi è stato gettato in fondo al mare e lei non è mai riuscita a ritrovarlo a riprenderlo...»

Mi stanno scendendo delle lacrime lungo le guance, non posso, non devo piangere.

Sento la sua mano adesso stringere la mia, in modo più forte.

«E non ha mai più provato a cercarlo di nuovo ? Si è arresa?»
mi chiede incollando i suoi occhi ai miei.

«Non lo ha mai più cercato...perché aveva provato infinite volte...adesso è molto stanca e non ha le forze per farlo...»

Fermo qui il racconto, già sai troppo.

«Sbaglia...» sorride immobilizzandomi.

Siamo in una sala tutta per noi, davanti ad un antico camino monumentale che scoppietta incessantemente.

Si alza dal tavolo e mi invita ad alzarmi porgendomi una mano.

Mi attira a sé mentre mi accompagna in un lento improvvisato: di sottofondo c'è soltanto un brano suonato con un violino, Beppe cerca di andare a tempo.

Sento il tuo respiro.

«Deve cercare di riprendersi i suoi poteri questa ragazza...deve ritrovare quel forziere...» mi sussurra all'orecchio e poi mi dà un piccolo bacio sulla guancia.

«Il forziere si trova in un posto che non esiste...la strega ha fatto un incantesimo...ormai è perso per sempre...» gli dico appoggiando la mia guancia sulla sua spalla.

«Non devi dire così...»

Ma non era una storia? Una storia soltanto da raccontare e ascoltare?

«È un incantesimo potente...molto potente, nessuno sa quale sia il modo per spezzarlo...»

«Devi crederci... altrimenti non si spezzerà mai...» incrocia le mani sue con le mie.

Devi crederci, sai quante volte me lo sono detta?

Si ferma davanti a me, rimaniamo in silenzio.
Il dialogo rimane solo tra i nostri occhi.

Inizia a baciarmi e tenermi stretta, il suo petto è tutto su di me.

Ma mica vuoi essere tu a spezzarlo per farmi trovare il forziere?
Non ci riuscirai.

«Chi sei?» gli chiedo improvvisamente, fermandolo, con le mani ferme sul suo petto.

«Quello che vuole aiutarti a ritrovare il forziere...»

Illuso, non ci riuscirai.

Continua a baciarmi e non ho più le parole per insistere e cercare un'altra risposta.

Saliamo al piano di sopra, dove ci sono le stanze: il corridoio è lungo, sembra infinito.
Apre delicatamente la porta.
Lascia la luce spenta.
L'unica cosa che adesso sento, sono le sue labbra e i suoi piccoli sospiri che rilasciano piccoli gettiti di aria calda sul mio corpo.

Inizio a sbottonargli la camicia: ogni bottone, trova ricambio in un suo bacio.

Sta accadendo tutto per come non doveva accadere,
o per come non volevo che accadesse? O perché lo volevo troppo? O perché ho paura?

Paura, si si chiama paura.

«Non avere paura...» mi dice, con il tono di voce di chi ormai ha perso i freni inibitori, quindi con pochissima lucidità.

Mi leggi nel pensiero?

Sto perdendo la lucidità così come non succedeva da tempo.

Αλήθεια- Verità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora