Capitolo 9

187 14 2
                                    


Una mano solletica la mia schiena, e i pensieri mi solleticano il cervello.

È successo.

Chiudo ancora per qualche istante gli occhi, quando sento il calore del suo volto all'angolo del mio occhio e sulla mia tempia.

«Ciao... dormito bene?»

Si, ho dormito benissimo, perché c'eri tu accanto, ma non te lo dirò.

«Mmm si ...» gli rispondo e prendo il cellulare per controllare l'orario.

«È l'ora giusta per fare colazione...» mi dice, baciandomi la nuca.

Ci baciamo ancora e ancora, così improvvisamente, tra lenzuola calde, intrise di sonno e dell'odore delle nostre pelli.

Sono baci lenti, alternati dall'incrociarsi dei nostri sguardi.

«Hai ancora paura?» mi chiede.

La verità? Si, tantissima.

Non rispondo e guardo in basso, poi mi prende il mento con l'indice e fisso il suo volto.

«Rispondimi ti prego...»

«Cosa è per te la paura?» gli chiedo, rispondendogli con un'altra domanda.

«La paura per me non ha un significato negativo, anzi, ti segnala che quello che stai facendo è importante, così importante che temi di perderlo...o di non averlo più: dà una forza straordinaria, la paura ti rende invincibile...lo sapevi?»

«Io credevo tutto il contrario...» gli rispondo.

«Deve essere utilizzata come stimolo...non dimenticarlo mai...» mi dice con tono nostalgico.  

Ci prepariamo per la colazione e scendiamo giù, proprio nell'ambiente dove eravamo ieri sera.

La giornata è freddissima, ma il cielo limpidissimo.

Come sei irresistibile mentre bevi  un semplice succo di frutta.

Mangiamo voracemente, lui manda qualche messaggio, ma molto velocemente e sbrigativamente: ha un'espressione triste e seccata al tempo stesso, mentre legge per qualche secondo sul display.

Passeggiamo attorno il castello, ci sono piccole vallate, sentieri: sembra un paesaggio incantato.

Sarà che davvero riesci a spezzare l'incantesimo?

Lo guardo mentre inspira a pieni polmoni, fermandosi di tanto in tanto e ammirando il paesaggio.

«Senti il profumo dell'aria?» mi chiede.

Abbiamo entrambi i guanti alle mani, ma riesco comunque a sentire le sue dita intrecciate con le mie.

Inspiro anche io, chiudiamo entrambi gli occhi.

Se chiudo gli occhi, tu sparisci?

Li riapriamo.

Ah, sei ancora qui. Non ci credo.

«Che hai?? Hai una faccia interrogativa...»

«Mi chiedo come possiamo trovarci qui, insieme a chiudere gli occhi, e passeggiare così, dopo che ti conosco da appena un mese...e forse neanche»

Cerco di dirglielo sorridendo, ma sto mostrando tutta la paura che ho.

«Vuoi lasciarti andare? Non farti troppe domande...»
Si avvicina verso di me, il suo fiato caldo, con il gelo attorno, lo sento ancora più forte.

Ricomincia un bacio timido, da parte mia, vivo da parte sua.

Cosa stai facendo.

«la paura non serve...» lo dice sottovoce al mio orecchio.

La fai facile.

«Per anni io ho avuto paura: di sbagliare, di essere sempre impeccabile agli occhi di tutti, di lasciarmi andare. Ho capito che non serve, non serve a niente, perché ti perdi il meglio di quello che ti meriti di vivere...ascolta chi è più grande di te...ascoltami sul serio...»

Continua ad accarezzarmi le guance e io sorrido.

Sorrido.
Lui ha questo potere: farmi sorridere.

«Sorridi senza paura, abbi il coraggio di sorridere così come stai facendo ora....»
Mi dice mi dà un bacio delicato.

Appunto, perché a me manca il coraggio di sorridere.
Ancora.
Come lo hai capito?

Ci incamminiamo lungo il sentiero che ci riporta al castello.

Αλήθεια- Verità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora