Insieme è meglio

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Mi giro e rigiro più volte sul letto, poi poggio la testa sul cuscino, e metto le mani sotto la guancia che tocca il lenzuolo ormai caldo per i miei continui movimenti.

Accanto a me il respiro deciso di Beppe, dorme.

Io ho ancora quel sorriso bianco magnetico nella testa, di Massimo.

Massimo.

Penso al colloquio, penso già che forse non potrò accettare, penso e tartasso il mio cervello.

Il pensiero mi tortura, sarà impossibile prendere sonno.

« Mi dici allora chi era quell'uomo?» Beppe mi sorprende dietro le spalle, poggiandovi lievemente le sue labbra.

«Te l'ho detto...conosciuto per caso in quel bar, è un avvocato...» gli dico, lui si ritrae da me e mi fa leggermente girare verso di lui.

«Ah...domani hai il colloquio con lui?» mi chiede con i capelli scombinati, ma seduto vigile sul letto.

«Si...così mi ha detto...» rispondo sinceramente sedendomi anche io.

«Sarete soli? » chiede così, diretto.

«Non lo so...ma che idee ti vengono in testa?» gli chiedo cercando di accarezzargli il braccio.

«Oggi ho visto come ti guardava, come ha sfidato, come si è intestardito...io...io...non ho avuto la forza di reagire, di dirti che ero lì...che avevo visto la scena passando...per un attimo ho pensato che potesse esistere qualcuno che ti rendesse più felice di me, lo so è un discorso assurdo ma... ho paura di perderti...ecco l'ho detto. Perché hai sofferto per me, già abbastanza...» si distende sul letto a pancia in giù e con la testa fissa sul cuscino mi guarda immobile.

Sembra così indifeso, quasi quasi sembro io la carnefice.
Ma non ho fatto né pensato nulla.
Si può essere carnefici pur senza saperlo?

Gli accarezzo la schiena, lui socchiude gli occhi.

«Stai andando oltre...» mi distendo accanto a lui.

«Non è successo nulla...non sei contento anzi per me, che ho ricevuto una proposta di lavoro?» gli chiedo, di fronte al suo visto triste.

«Sisi però...» non continua la frase.

«Shhh» gli metto due dita per chiudere la sue labbra.

Cerco spazio tra le sue braccia, mi accoglie, il suo respiro caldo mi conforta, la sua pelle mi rassicura.
Prendo il suo braccio e lo avvicino ancora di più, come se fosse uno scudo.

«Dormi adesso?non sei stata ferma un attimo...» mi dice ridendo un po'.

«Neanche tu dormivi...» gli rispondo.

« Allora addormentiamoci sul serio adesso, insieme: solo insieme le cose ci vengono meglio» sussurra piano piano.

Inizia a tracciare la mia schiena con dei baci, io sorrido, poi si ferma e abbandona la sua testa sul mio collo.

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