Amare ed essere amati

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«Ciro allora, hai proceduto con il licenziamento? Sei stato credibile? Perché potremmo passare dei guai, di quelli grossi, ma tu sai e io so e va bene così...»

«Stai tranquilla Nora, certo quella ragazza non lo meritava, ma ...»

«Devo salutarti Ciro, a presto»

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«Rituccia! Come stai? Non ti ho vista più in banca...» la signora Anna mi sorprende così all'uscita dalla libreria dove ho appena acquistato qualche romanzo: per adesso mando solo curricula, aspetto risposte e trovo il tempo di leggere e materializzarmi nei luoghi raccontati dalle storie che leggo.
Un modo per evadere da tutto e da tutti, ma non da Beppe.

Sono rimasta a casa sua, non riesco a stare nel mio monolocale. Almeno per adesso.
Ho portato anche Dodi con me, il piccolo coniglietto che si fa ormai coccolare dalle mani possenti e dolci di Beppe.

«Signora Anna! La trovo sempre in ottima forma.
Si non lavoro più in quella banca» taglio corto.
La signora Anna si rattrista e dietro i suoi buffi occhiali giganti, noto uno sguardo perplesso.

«Mi dispiace davvero tanto!Ma meriti di più, e continuerò lo stesso a sfornare biscotti per te! A proposito...vuoi passare da me nel pomeriggio per un tè?» mi chiede con un sorriso dolcissimo e materno.

«Va bene, grazie...accetto volentieri» le rispondo, contenta di vedere la casa di questa vecchina che ormai mi ha preso a cuore.

La immagino come una casa incantata: dove il bucato è sempre profumato e il forno sempre colmo di dolci da sfornare.
Una casa che sa di buono, così me la immagino.

«Allora a più tardi...oh ma c'è qualcuno che sta venendo verso di te...guarda dietro...» la frase della signora Anna viene interrotta da un abbraccio di Beppe, che con le sue braccia avvolge i miei fianchi.
Mi giro di scatto verso di lui, che bacia prontamente la mia guancia, io divento paonazza.

Nessuno si era mai così esposto nel mostrare quello che prova per me.

«Che ci fai qui?» gli chiedo.

La signora Anna, mantiene il silenzio, ma guarda sottecchi ridendo.

«Ho appena finito il ricevimento degli studenti...stavo tornando verso casa e ti ho trovata qui..» non stacca le sue mani incrociate sulla mia pancia, alza poi lo sguardo verso la signora.

«Non mi presenti?» mi chiede.

Come riesci a immobilizzarmi tu, nessuno.
Non ho capito più quello che è successo.

«Sisi...scusami, lui è Beppe signora Anna...» dico con mezzo sorriso imbarazzatissimo.

Beppe si presenta in modo impeccabile e gentile.

«Oh che uomo avvenente! Complimenti Rituccia, e lei caro Beppe non la faccia soffrire...mi raccomando!» dice la signora Anna senza alcun imbarazzo, dritta come un treno, che prende sempre più velocità.

«Non potrei mai...» risponde lui, guarda verso il basso e poi sorride verso di me.

«Ti aspetto più tardi allora Rituccia! La saluto Beppe... e ricordi le parole che le ho detto poco fa...»la signora Anna si congeda così.

Lui alza la mano e fa un cenno di assenso, io continuo a sorridere immobile, come un meccanismo inceppato.

Come Un meccanismo di un carillon inceppato sullo stesso motivetto.

«Non me lo aspettavo» gli dico.

«Cosa non ti aspettavi?» mi risponde toccandosi le labbra.

«Che ti lasciassi andare così, per strada, davanti ad una sconosciuta...»

«Ma l'ho fatto d'istinto, con te mi viene normale, naturale...sono pure io stupito da me stesso sai?»

«Oh...» mi limito a dire.

«Ti ho detto di lasciarti amare...» accarezza le mie guance

«Sto ricominciando ad amare come so veramente amare io...» continua, prendendomi entrambe le mani e le bacia.

Questo è amare allora, questo è.
Io lo sto conoscendo soltanto adesso.

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