Non fa male sanguinare

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La sua pelle del viso sotto le mie dita, intrappola i miei sensi.
Li capovolge letteralmente, li stravolge.
I nostri visi sono immobili e ci fissiamo nelle pupille.
Tampono leggermente le sue labbra con del disinfettante: alza gli angoli della bocca che fanno alzare a loro volta gli zigomi, in una smorfia di dolore.

I nostri occhi però sono sconnessi dal resto e sono connessi tra loro, nessuno dei due si arrende.
Sembra che facciano a gara: prima o poi uno dei due dovrà cedere, abbassando lo sguardo.

«Va meglio?» gli chiedo sottovoce, passando adesso al livido sul volto.

«Si...ma cosa posso averti fatto per avermi colpito così?» sorridendo, a pochi centimetri dal mio viso, risponde in questo modo.

Avrei più di una ragione, ma in questo caso è stato il destino a volerlo: chi ti aveva riconosciuto?

«Non ti avevo riconosciuto, non si vedeva nulla...ero sola e avevo paura»

Mi stringe a sé: il calore del suo petto riscalda il mio volto.

Ti senti un po' in colpa per essere sparito e riapparso così?

«Mi dispiace essere piombato così...» mi dice con voce flebile.

Mi stacco da lui lentamente e continuo a tamponargli il livido leggermente graffiato che ha sul volto.

«Grazie...non lo aveva mai fatto nessuno per me...potrai anche non credermi ma è così.
Mi hanno sempre detto che so fare tutto, quindi anche quando mi faccio male posso medicarmi da solo...» sottovoce, dice queste parole e sento il soffio caldo del suo fiato sulle mie dita che armeggiano sul suo volto.

Ma davvero non lo aveva fatto mai nessuno per te?
Se me lo dici io ci credo sul serio.
Non barare.

«È bello sapere che qualcuno si prende cura di te...» continua a parlarmi e i suoi occhi mi seguono nei movimenti piccoli che faccio.

Mi stai imbarazzando come sempre.

Gli sorrido e gli bacio una guancia, accarezzandogli con la mano, l'altra.

Mentre allontano il volto dal suo, lui prende la mia mano che accarezzava la sua guancia.
La blocca.

«Mi farà malissimo baciarti ma non posso resistere ancora...sono stanco, ma ho bisogno dei tuoi baci.»

Io deglutisco rumorosamente.
Lui mi sorride, in modo innocente, vero.

«Non voglio che tu ti faccia ancora male...»

«Non mi interessa...» prende il mio volto e poggia le labbra sulle mie.
Sento il ruvido della ferita sulle labbra, ora un po' più cicatrizzata.

Lui ha un leggero sussulto doloroso e sospira.

Il bacio continua e io ho paura di fargli ancora del male.
Tanta paura che la ferita si riapra.

«Sono disposto a sanguinare di nuovo... basta che continuiamo a baciarci come si deve...» dice e mi guarda con il viso incollato al mio.

Mi sei mancato, tanto.
Pronunci  queste parole.
Le dici e io non ho più niente dentro la mia scatola cranica.
Fai andare via tutto.
Ma davvero sei disposto a sanguinare?
E non parlo solo del bacio.
Spero di non sanguinare prima io per te.

Mi prende per i fianchi, le nostre bocche non si staccano.

Continuo a vedere il suo volto che si contorce con piccole smorfie di dolore.

«Ma tu provi dolore!» esclamo ad un certo punto.

«Lo provo se non ti bacio, non il contrario»

Io pure se non ti bacio provo dolore, anche senza sanguinare.


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