Camminiamo accanto, ancora in questa piccola strada. Piccola strada, parole immense, silenzi altrettanto.Ci ritroviamo a casa sua, ormai riconosco il portone e come è accaduto l'altra sera, tutto diventa improvvisamente e irrazionalmente facile.
I corpi si amano facilmente, le menti anche.
Per i primi, lo ammettiamo subito, per le seconde, ci mettiamo un po' di tempo per ammetterlo.
Perché sappiamo che farà più male, nonostante sia comunque amore.Nel frattempo fuori ha iniziato a piovere e le gocce d'acqua battono sui vetri, fortissime.
Sono l'unico rumore, l'unico suono nel silenzio dei nostri corpi abbandonati tra le lenzuola.Noi siamo qui dentro, che importa del resto?
«Avevo messo a riposo forzato il cuore: sai cosa vuol dire?» mi chiede
Lo so cosa vuol dire, io l'ho messo a riposo da un bel po' di tempo.
«Mettere a riposo il cuore, costa più che farlo funzionare...Sembrerebbe il contrario, invece è così...» sussurra vicino la mia tempia.
«Fai le cose tanto per farle, fai le cose in modo asettico, agisci se fossi ormai arreso a quello che la vita ti dà in quel momento...non c'è cosa più assurda di questa» continua a parlare a bassa voce.
«Io non lo faccio direttamente più funzionare...» taglio corto.
Ma che dico? Perché allora sei qui inerme, avvolta dal suo corpo? Sei bugiarda.
Con te stessa soprattutto.
Non stai dicendo la verità a te stessa.Mi guarda stupito: i suoi occhi sono vitrei.
«Ma che stai dicendo?...» chiede con tono normale.
«Quello che ho detto...» rispondo
«Non è vero che non lo fai funzionare...hai timore a farlo invece...» mi bacia lentamente il collo.
A quel punto non so più cosa dire.
Forse hai ragione, forse non ne hai.
Non lo so.—————
Riapro gli occhi ma sono sola, ho solo il suo odore che mi sveglia: proviene dalle lenzuola.
Sul comodino trovo uno dei suoi bigliettini.
"Ti ho lasciato dormire, io sono dovuto rientrare a Roma, ti chiamo più tardi...puoi rimanere qui da me se vuoi...io rientro domani."
Accartoccio il foglietto in modo nervoso e veloce, mi vesto e velocemente lascio casa sua.
Mi costa farlo, ma non ho altra scelta.Questo intendevo per "a metà", esattamente questo.
Mi dirigo verso casa mia a piedi e intanto nella mia testa lascio scorrere le immagini di qualche ora fa.
Ho ancora scolpiti nel cervello i suoi occhi e il suo sorriso.
Le sue parole però arrivano poi dritte come lame nel cervello.
Ancora trafiggono.
Ancora feriscono.Decidiamo sempre quando e come farci del male, siamo propensi a scegliere strade dolorose.
Ma se non è questo vivere? Allora cosa è?
Dolore che ha come presupposto amore.
Può succedere? Si.
Si può succedere.————
Arrivata a casa, riesco solo a preparare un te bollente.
Ormai fuori è buio pesto, è un tardo pomeriggio invernale.Leggo un suo messaggio sul cellulare.
"Non sono riuscito a chiamarti, perdonami, ma domani ritorno, promesso"
Rispondo solo con "ok".
Mi sto trattenendo dal fare altro e dal rimanerci male.
Ti ho detto già una volta di non promettermi nulla.
Perché lo rifai?Mi abbandono sul divano, voglio soltanto dormire e aspettare domani.
Aspettare che domani torni.
Aspettare.
Non mi sarei voluta ritrovare ad aspettare e invece.Ho i battiti accelerati, perché penso all'attesa.
Perché penso che domani lo rivedo.Non li sentivo da tanto tempo, non ricordavo neanche come il cuore potesse riuscire a farsi sentire così forte nella cassa toracica.
Dovrei essere soltanto arrabbiata,delusa.
E non lo sono.
Non posso mentire: al cuore bisogna sempre parlare con la verità.Allora è proprio vero che il mio cuore non ha smesso di funzionare.
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Αλήθεια- Verità
RomantikLa verità è qualcosa di nascosto ma che prima o poi viene a galla, si rivela. Ed è proprio nei sentimenti che viene fuori con tutta la sua prepotenza e forza: verità è sinonimo di realtà. La realtà non può che essere vera, ma non coincide spesso co...