B.
Faccio qualche palleggio anche io, da solo, accanto a lui.
«Sono più bravo io...» mi dice, e io mi sento il cuore un po' più leggero, perché almeno mi ha rivolto la parola.
«Ah questo è sicuro...ma cosa ti sei rotto quella volta allo slargo del Tevere?»
Mi è rimasto questo pensiero fisso.
Il pensiero di lui che si è rotto qualcosa, e io non ne sapevo niente.
Assolutamente niente: questo perché ero attratto dalla superficialità, dalle cose futili, dalle apparenze.
Ho snaturato me stesso.«Mi sono rotto il polso...» mi risponde Leo.
«Ma perché non mi hai detto niente?» gli chiedo, mentre siamo seduti sul campetto un po' sudati, e sorseggiamo acqua dalle bottigliette.
«Perché non rispondevi al telefono...e poi hai richiamato il giorno dopo, quando ormai avevo il gesso....ma non te l'ho detto perché abbiamo parlato poco al telefono» con il volto verso il basso pronuncia queste parole.
Non trovo io le parole per rispondere: ma cosa pensavo? Cosa facevo? Chi ero?
Mi ero perso.«Non accadrà più te lo prometto...» gli dico soltanto ma il suo faccino stenta a credermi.
Ci alziamo da terra e ci dirigiamo nuovamente verso gli spogliatoi.
Il silenzio c'è sempre, ma è meno imbarazzante, tuttavia sempre pesante, come se avessi un mattone sullo sterno che preme, quasi a soffocarmi.Siamo nuovamente in macchina: è arrivato il momento di lasciarlo a casa.
Tutto sommato non è andata male.
«Ciao...» mi dice frettolosamente scendendo dall'auto.
«Ciao Leo... , aspetta devo dirti una cosa; vuoi venire nel fine settimana con me a Firenze? Passeremo altro tempo insieme...»
Ho azzardato, dovevo farlo, dovevo.
Ho lanciato una freccia, che sta rapidamente attraversando il campo per raggiungere il bersaglio.Spero di centrare.
«No...ciao...» mi risponde così dandomi le spalle.
Come un pugno nei denti, come un coltello nella carne.
Mi assicuro che rientri a casa, che varchi il portone e metto in moto.
Sono stanco e anche sconfitto.
————-
«Come è andata? Racconta»
Rita mi accoglie con queste parole, mi butta le braccia al collo.
Questo abbraccio è la casa dove voglio e ho deciso di stare.
«Ehi...non so come è andata, però almeno ho trascorso un pomeriggio pieno con lui...»
Rita mi sorride
« Ecco dici bene. Non poteva andare benissimo la prima volta, è così...datti tempo e dai tempo anche lui...» mi dice.
Ancora una volta ha ragione.
«Gli ho proposto di venire qui a a Firenze nel fine settimana e ha detto no...» le dico apertamente.
Lo dico come la peggiore di tutte le sconfitte.
Sconfitto dalla vita.
Sconfitto perché io ho voluto così.
Che rabbia.«È solo questione di tempo, fidati ....ma lui apprezza tutto questo: lo hai fatto per lui e con lui»
Mi avvicino a lei e sbottono la sua camicia: sento la sua pelle sotto le mie dita ed è un sussulto continuo.
Affondo il mio viso sul suo collo, e sfamo le mie paure così: anche loro hanno bisogno di nutrirsi.Inizio a sentire il suo respiro dolcemente affannoso e sento le sue mani sui miei capelli che inizia a scombinare, provocandomi irresistibili formicolii.
Mi siedo goffamente sul divano continuandola a baciare: lei poi decide di bloccarmi con le sue gambe stando sopra di me.
Mi fissa , mordicchia il mio collo, gioca pericolosamente con il lobo del mio orecchio.
Mi accarezza il petto sotto la camicia, che sfila dai pantaloni.
Mi toglie il maglioncino.
La avvicino a me, mettendole una mano sul collo e afferrandola per la nuca.Mordo le sue labbra
Perdo tutta la mia lucidità.
Oggi la giornata è stata piena di paurosa adrenalina e ora voglio solo abbandonarmi a lei.
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Αλήθεια- Verità
RomanceLa verità è qualcosa di nascosto ma che prima o poi viene a galla, si rivela. Ed è proprio nei sentimenti che viene fuori con tutta la sua prepotenza e forza: verità è sinonimo di realtà. La realtà non può che essere vera, ma non coincide spesso co...