"Jay diventerà Re"
Quelle parole ancora vorticavano in testa al ragazzo, le dita lunghe e affusolate intrecciate nelle ciocche dei capelli neri, le ginocchia piegate e portate al petto e il viso nascosto sulle cosce.
Rancore,rabbia,vergogna.
Mai avrebbe pensato che le tre parole preferite del fratello avrebbero potuto riassumere al meglio ciò che provava in quel momento, le emozioni tenute serrate nel suo cuore che spingevano per uscire in un botto unico, le lacrime che già rigavano il viso e i singhiozzi che scuotevano il suo corpo asciutto e pallido.L'odio gli stava consumando a poco a poco il cuore, stringendolo in una morsa dolorosa che lo feriva secondo dopo secondo come se l'ira stesse facendo prendere fuoco il suo cuore, facendolo sbriciolare tra atroci sofferenze per poi diventare cenere, così leggera da poter essere spazzata via con una sola ventata.
Infondo tutta la sua esistenza stava diventando semplice cenere, residuo dei suoi sforzi e di tutto ciò che aveva sempre fatto per raggiungere il suo obbiettivo finale, quello per cui aveva lavorato tutta la sua vita: Diventare re.
Sunghoon era sempre stato un buon figlio per re Rain. Si era sempre preoccupato di seguire al massimo i progressi del regno, al presentarsi al meglio alle cene ufficiali, ad aggraziarsi ogni singolo membro delle famiglie nobili dei dintorni, allo studiare per diventare una persona colta e preparata per gestire il regno un giorno, quando il padre avrebbe scelto di lasciare il trono ad uno dei suoi figli.
Sunghoon aveva fatto molti sacrifici in attesa di quel giorno, che sapeva sarebbe arrivato prima o poi e che attendeva con grande impazienza tra i suoi studi e i momenti liberi che passava inseguendo le sue passioni, come il pattinaggio e l'erbologia, che però spesso metteva da parte per potersi aggiudicare punti agli occhi del padre, cercando di studiare strategie per aiutare l'economia del paese e proponendo piani per gestire al meglio i prigionieri del castello.
Aveva lavorato duramente; ore ed ore passate nell'enorme biblioteca del castello a leggere ogni singolo manoscritto contenuto, nonostante la polvere e l'oscurità che regnava nel luogo, che rispetto al resto del castello sembrava appartenere a un'altra struttura completamente diversa per i colori smorti e il buio che regnava della grande sala piena di scaffali alti fino al soffitto ricchi di libri di ogni colore e dimensione coperti da un buono strato di polvere che faceva tossire il ragazzo ogni volta che prendeva un manoscritto dagli imponenti scaffali sollevando un turbine di polvere che si posava delicatamente sui suoi vestiti immacolati.
Poche passioni aveva Sunghoon oltre allo studio e al fare qualsiasi cosa per prepararsi a governare il regno.
Sunghoon era un ragazzi estremamente aggraziato e posato, ma anche estremamente geloso e rancoroso e, per coronare il suo carattere, era anche una persona fiduciosa in se stessa, testarda e che non si tirava mai indietro.
Così, quel giorno di un freddo inverno quando aveva solamente otto anni, si era ritrovato a sfidare se stesso e aveva infilato i pattini per poi tentare di slittare sulla pista di pattinaggio cadendo disastrosamente dopo pochi passi compiuti sulla fredda lastra. La caduta non lo aveva minimamente ferito fisicamente ma aveva aperto una grande fenditura nel suo orgoglio, facendolo subito rialzare e avvicinare al bordo della pista per poi cercare di imparare i primi movimenti per slittare sul freddo ghiaccio.
A poco a poco la tenacia dimostrata dal ragazzo portava i suoi risultati insieme ai continui allenamenti e ben presto Sunghoon imparò a pattinare perfettamente, divertendosi sempre di più a volteggiare in aria per poi riatterrare sull'amato ghiaccio.
Altrettanto impegno era stato investito in un ambito in cui Sunghoon poteva rispecchiare molto la sua grazia e il suo amore per la tranquillità.
I giardini del castello dove la famiglia reale alloggiavano erano sempre stati immensamente belli, tanti da attirare molti nobili a tal punto da non poter rifiutare alcun invito a palazzo o addirittura a cercare di arrivare ad ottenere un invito alla corte con stupidi giochi di parole o con scuse inventate sul momento.
Nel regno tutti sapevano, anche senza aver mai visto con i propri occhi, che i giardini del castello erano una delle meraviglie del regno; ma certo non si sarebbero mai aspettati che a gestire tutti i giardini fosse proprio il principe Sunghoon.
Il ragazzo aveva pianificato ogni singola virgola dei giardini, rinnovandoli quando era solo un ragazzino e rendendoli persino più belli di quanto lo fossero prima.
Aveva predisposto ogni singola pianta, ogni passaggio e ogni fontanella in un grande progetto che ben presto era stato realizzato e portato a termine, rendendo gli immensi giardini ancora più splendenti di prima.Sunghoon amava i fiori e le loro delicate fragranze, e ,seppur non fosse molto virile per un uomo del suo calibro, passava una gran parte del suo tempo libero nel suo amato giardino. Era stato talmente attento da far predisporre una serra ben nascosta dalle piante nel bellissimo giardino di cui lui solo possedeva la chiave.
Quel luogo era diventato il suo nascondiglio dalla vita di corte; dagli obblighi e dai doveri che gli erano sempre stati imposti e che doveva seguire alla lettera per sperare di poter arrivare al trono un giorno, per guidare il regno di cui tanto si era preoccupato.
Ed anche ora, immerso tra le lacrime e i singhiozzi, il ragazzo trovava riparo nella sua piccola serra rallegrata da centinaia di fiori di ogni tonalità e colore che rendevano l'atmosfera meno triste. Eppure Sunghoon non riusciva a focalizzarsi sulle tanto curate rose o sui gigli fioriti, bensì non si toglieva dalla testa le dure parole del padre che aveva annunciato chi sarebbe stato il suo erede al trono.
Sunghoon in cuor suo aveva sempre sperato di poter raggiungere quell'obbiettivo, ma davanti a lui si trovava un grande ostacolo: Jay Park, primogenito della famiglia reale, suo fratello maggiore.
"Ti odio Jay, mi hai portato via tutto"
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愛 ◟ 𝙞𝙘𝙚𝘱𝘳𝘪𝘯𝘤𝘦 !🧷 jakehoon𓂅᮫᜔ִׂ .
Fanfiction˗ˏˋ ᝰ 𝖩𝖺𝗄𝖾𝗁𝗈𝗈𝗇 Sunghoon aveva donato se stesso a quel mondo che non riusciva ad andare oltre alle apparenze e al carattere freddo del ragazzo, immerso nell'ombra del fratello maggiore. Un animo spezzato, vittima degli obblighi e dei doveri c...