IV

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Gli occhi blu dell'uomo dai capelli neri si puntarono su quelli di Keigo il quale tuttavia non aveva la minima intenzione di lasciarsi divorare compiendo l'errore di abbassare lo sguardo. Non glielo avrebbe mai lasciato fare.
Così ricambiò il suo sguardo, i due si guardarono negli occhi per svariati minuti con aria quasi di sfida fin quando il corvino evidentemente compiaciuto chiese al ragazzo dinnanzi a lui di sedersi sulla sedia presente davanti all'immenso tavolo posizionato al centro della stanza. Il biondo fece come gli venne chiesto e si sedette su quella sedia di color rosso e dalle rifiniture in oro
《Hai abbastanza fegato per avermi sfidato》 la schiena di Keigo all'udire quella possente voce echeggiare in tutta la stanza si riempì inevitabilmente di brividi, la voce di quell'uomo non faceva paura né altro... era semplicemente cupa.
《Solitamente non mi faccio sottomettere da nessuno signore》 spiegò il biondo con sicurezza e gran tono.
《Mi fa piacere》 contrabbattè il corvino per poi distogliere totalmente lo sguardo dal biondo e concentrarsi sui documenti presenti sul tavolo
《Hai già avuto esperienze lavorative?》 Domandò poggiando di sfuggita lo sguardo su Keigo e subito dopo sui documenti
《Si, ho lavorato in varie aziende signore》 Keigo poggiò sul legnoso tavolo un finto curriculum preparato qualche giorno prima da Enji stesso.
Esso sembrava davvero molto realistico, quel curriculum diceva che aveva lavorato in moltissime aziende e che non era mai stato licenziato prima d'ora. Il corvino lesse ogni singola frase senza far trapelare nulla dalla sua espressione, fin quando dopo qualche minuto distolse lo sguardo dal biondo
《Sei assunto, inizi domani》quelle parole riempirono Keigo di gioia, quella era davvero la sua occasione per emergere
《La ringrazio immensamente》 rispose lui a gran voce sorridendo a trentadue denti, ringraziando il corvino Keigo si alzò dalla sedia e dopo essersi inchinato uscì da quella stanza con il cuore a mille, era davvero soddisfatto di se stesso, il gioco aveva appena avuto inizio e il ragazzo dai capelli biondi avrebbe fatto di tutto pur di vincere.
Dopo essersi allontanato abbastanza chiamò Enji per potergli riferire che tutto stava procedendo secondo i piani, l'uomo ovviamente rimase più che soddisfatto di ciò, il ché non poteva non rallegrare il piccolo Keigo.

Dopo essere tornato a casa decise di prendersi la giornata per sé, dopo tutto non aveva nient'altro da fare. Prese un libro dalla libreria presente in soggiorno e si sedette sul divano, accavallò le gambe e iniziò a sfogliare le pagine mantenendovi lo sguardo fisso.

Erano ormai le 21.30 circa quando Enji finalmente rincasò, quella casa era immersa nel più totale silenzio, e non perché fosse vuota... al contrario, la famiglia Todoroki era una famiglia molto numerosa, il vero motivo per il quale non vi era il minimo rumore era la paura.
Enji non era realmente l'uomo che tutti stimavano, non era un eroe e sopratutto non era affatto una brava persona. E avrebbe fatto di tutto, avrebbe persino compiuto gli atti più estremi pur di arrivare al raggiungimento dei suoi scopi.

Keigo era dannatamente annoiato.
Solitamente passava le sue intere giornate a lavoro, ma quel giorno non aveva davvero nulla da fare.
Amareggiato posò il libro che fino a pochi minuti fa stava leggendo nell'apposito scaffale per poi fissare lo schermo del cellulare, sbuffò per poi spegnere nuovamente il cellulare

《Certo che questo silenzio è proprio assordante》

Proclamò il biondo tentando in qualche modo di placare quel fastidioso silenzio che ormai era il suo compagno da svariati anni, lo odiava ma al contempo lo amava, lo bramava, era la sua più grande risorsa.
Aveva più volte pensato di prendere un animale domestico per fargli compagnia, persino un criceto gli sarebbe andato bene... tuttavia era anche consapevole del fatto che la maggior parte del tempo non era in casa e non avrebbe nemmeno avuto il tempo per dargli del cibo.. e indubbiamente questo non lo avrebbe sopportato.

Si alzò in modo scocciato e si infilò una giacca di pelle, prese le chiavi di casa e uscì alla ricerca di qualcosa da fare, non poteva nemmeno farsi notare troppo per via della missione
Che cavolo avrebbe potuto fare?

Sbuffando si diresse ad un locale che era solito frequentare.
Era un locale abbastanza grande, dalle scritte fluo e le colonne legnose, l'odore del fumo e la musica alta.
Con nonchalance si sedette al bancone e ordinò qualcosa da bere, si guardò in torno, in quel luogo vi erano solo completi sconosciuti, persone mai viste o magari persone da lui semplicemente dimenticate. Sembrava essere tutto tranquillo, tutto nella norma... ma il biondo si ricredette immediatamente quando notò degli occhi blu come il mare...

Dabi era li?!

Keigo sgranò più volte gli occhi, era impossibile che si fossero incontrati lì per caso! il biondo sperò con tutto se stesso che non lo notasse, ma le sue preghiere non vennero realizzate. Gli occhi di Dabi si puntarono su quelli di Keigo, il quale questa volta a differenza di qualche ora prima non riuscì a fronteggiare quello gelido sguardo che quasi lo divorava. Abbassò il capo assumendo un'espressione supplicante, ma ancora una volta le sue preghiere vennero ignorate.

Il corvino si alzò dalla sedia in cui si trovava con un'espressione abbastanza soddisfatta per poi avvicinarsi lentamente al povero Keigo...

sorridendo si sedette accanto al ragazzo dai capelli biondi e poggiò il braccio attorno al suo collo, Keigo deglutì rumorosamente chiedendosi cosa "il suo capo" volesse da lui

《Posso offrirti qualcosa da bere?》 Keigo rimase quasi paralizzato, la sua mente iniziò a chiedersi il motivo di tutta questa gentilezza da parte del corvino
《Solitamente non bevo》 mentì spudoratamente sperando che il cameriere a cui aveva chiesto qualche minuto prima un drink a base alcolica non arrivasse mentre vi era il corvino..
《E allora come mai sei qui?》 Domandò alzando un sopracciglio con aria abbastanza perplessa
《Non avevo nulla da fare e mi sembrava un bel posto》 per certi versi in ciò che aveva detto vi era un pizzico di verità. E ciò permetteva al povero Keigo di non sentirsi troppo in colpa... non che effettivamente gli importasse; era solito ascoltare e consolare il prossimo nonostante lui stesso, spesso aveva bisogno di consolazione. Stava male con se stesso più di chiunque altro, ma forse, questo dolore che si portava dentro da anni era anche la ragione che lo spronava a migliorarsi e a non fermarsi.

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Hey gente! Come va? Spero bene! Ecco qui il capitolo 4 di Red Feathers ^^
Come al solito scusate eventuali errori grammaticali, spero che sia stato di vostro gradimento e nulla se vi va lasciate un commento e noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo, con affetto Ken ♡

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