Rei Todoroki quella sera era psicologicamente stremata, quel giorno erano successe troppe cose, e per una persona debole come lei questo non le causò profitto.
Nonostante ciò aspettò che il marito rientrasse in casa per attuare le sue ricerche.
Enji quel giorno era abbastanza scocciato, il ché poteva essere notato non sono dalle sue espressioni e da come si muoveva, dalla pesantezza dei passi, del tono più severo del solito... Rei lo percepiva. Aveva imparato a conoscere il marito e capire come comportarsi in base a quello che si sarebbe trovata davanti.
Come suo solito quando l'uomo entrò in casa Rei lo aiutò a togliere la giacca per poi chiedergli
《Sembri molto stanco, è successo qualcosa?》 Passò dolcemente le dita sulla spalla del marito in segno di affetto
《È stata una giornata piena di lavoro, quel criminale non ha la minima intenzione di dirci dove si trovino gli altri membri della lega》 l'uomo avanzò in modo da raggiungere il salotto e potersi riposare seguito dalla donna
《Fuyumi?》 Chiese non notando la figlia
《È in camera sua, deve finire di studiare》 mentì sperando che il marito non notasse la sua voce tremare. Era terrorizzata.
《Shouto sta bene?》 Chiese istintivamente dopo un po'
《Si, sta bene. Credo che lo lascerò andare presto》 ammise accendendo una sigaretta per poi portarla fra le labbra
《Vorrei vederli》 chiese Rei con tono supplichevole
《Permettimi di vedere i miei bambini》
Per qualche strano motivo Rei nonostante tutto rimaneva da sempre il punto debole di Enji. Lui viveva per vederla sorridere anche quando la trattava male, non era in grado di vederla piangere.
《Va bene.》 Rispose secco 《ma per poco》 aggiunse in fine specificando in un momento secondario che nessuno avrebbe dovuto sapere tutta questa vicenda.
Quella stessa notte Rei fece sapere a Keigo della situazione, il biondo iniziò così a preparare il piano. Con l'aiuto di Rumi prima che Enji uscisse dal suo ufficio raggiunse la sua auto grigia
《Rumi le chiavi?》 Domandò Keigo ponendosi il problema di come entrare nel cofano
《Eccola qui!》 Esultò mostrando la chiave di Enji con fierezza, aprì il cofano e il ragazzo vi entrò dentro
《In bocca al lupo》 disse Rumi abbracciando di botto il ragazzo, lo strinse a sé come la prima volta in cui doveva andare via per un impresa da cui forse non sarebbe mai tornato. Keigo per un attimo sussultò, i ricordi degli abbracci di Rumi erano molto frastagliati... con uno di quelli era stato tradito, ma era anche stato rassicurato, e adesso nonostante tutto pensò che Rumi non meritasse tutto quell'odio da parte sua. La strinse a sé
《Crepi》 finì la frase e la ragazza si staccò, gli scompigliò i capelli e chiuse il cofano per poi andare via e rimettere le chiavi nel punto in cui le aveva trovate.
Keigo rimase chiuso in quel cofano per un bel po' accoccolato dall'odore di menta. Quando finalmente sentì la portiera aprirsi capì che il suo viaggio stava per iniziare. Si fermarono due volte, la prima per accogliere Rei all'interno dell'auto, la seconda una volta arrivati
e in quel lasso di tempo avrebbe giurato che stesse per vomitare ad ogni curva, non aveva idea di dove stesse andando ma poteva intuire che il luogo da raggiungere non si trovava in città.Dopo vari metri la macchina finalmente si fermò. Aspettò che Enji e Rei scendessero, e solo quando i passi dei due si fecero sempre più lontani capì di avere un problema: non sapeva come uscire dal cofano. Si sentì stupido per aver dimenticato un dettaglio talmente importante, ma nonostante questo non demorse, si guardò in torno e le uniche cose che notò furono un piede di porco e un'accetta. Optò dunque per la prima opzione, prese il piede di porco ed iniziò a dare vari colpi sull'apertura fin quando non vide uno spiraglio di luce, in fretta e furia abbandonò l'auto, si trovava in un bosco desolato con solo una casa di pietra situata in mezzo al nulla... decise a quel punto di entrare impugnando l'arma trovata poco prima. Seguì i due dopo essersi assicurato che Enji non fosse nei paraggi bussò alla porta dove poco prima aveva fatto il suo ingresso Rei, la donna aprì un piccolo spiraglio e dopo aver visto Keigo aprì completamente... Keigo scoppiò di gioia quando vide Dabi, sano e salvo, la prima cosa che fece fu quella di saltargli addosso stringendolo fortissimo
《Ti sono mancato babe?》 Chiese Dabi accarezzandogli la schiena con la sua solita gentilezza
《Mi hai fatto preoccupare》 piagniucolò
《Tutto molto carino, ma che ne dite di andarcene? Nostro padre tornerà fra poco》 fece notare Shouto, i due si staccarono ed uscirono dalla stanza
《Dov'è andato Enji?》 Chiese Keigo sussurrando
《È nei paraggi, ha detto di avere da fare》 rispose Rei con un filo di incertezza
Era davvero stro che Enji avesse lasciato i tre incustoditi... ma effettivamente nessuno si stava ponendo il problema. Con cautela i tre arrivarono alla macchina, Dabi aprì lo sportello del lato del guidatore in modo da poter salire quando si sentì afferrato da delle braccia possenti
《Lascialo!》 Urlò Keigo stringendo fra le mani il piede di porco
《Butta giù quell'affare Keigo》 Enji strinse la presa delle braccia sul collo di Keigo
《Papà basta! Stai solo rovinando la famiglia! Che diavolo ti importa di acquisire potere quando la tua famiglia va a rotoli a causa tua!》 Sbottò Shouto esplodendo di rabbia
《Hai solo sempre mandato tutto a rotoli!》
Improvvisamente si sentì un boato, Enji cadde a terra rivelando la figura di Rei dietro di lui, la donna aveva dato un colpo di bastone in testa al marito ormai svenuto
《Andiamocene, prima che si svegli》================================
Ciao ragazzi! Come va? Spero bene! Come sempre vi chiedo scusa per il ritardo ed eventuali errori grammaticali, ma in questo periodo più che mani mi sento davvero stanco e non riesco a fare davvero nulla :(
Ma oltre questo, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, se vi va lasciate un commento ed una stellina e nulla noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo!

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Red Feathers
FanfictionLa fatalità esteriore non esiste. Ma c'è una fatalità interiore che sopraggiunge quando ci si sente vulnerabili, e, allora, rieccheggiano gli errori compiuti nel corso di una cupa e triste esistenza. Keigo Takami era la prova vivente di una triste e...