I giorni successivi passarono nel totale silenzio, nessuno dei due si rivolgeva la parola.
Keigo aveva capito che Dabi non era intenzionato a parlargli, negli ultimi giorni lo stava ignorando e così il biondo fece lo stesso.
Vi era tensione, era evidente. Persino durante la cena o il pranzo i due non si rivolgevano la parola, tanto meno durante quelle poccole missioni dove occorreva parlare e ciò spesso portava al fallimento di quest'ultime tutto questo inevitabilmente fece irare Shigaraki, le missioni stavano andando un disastro e i due erano consapevoli.Era l'ora di cena e tutti erano seduti come al solito intorno al tavolo in totale silenzio. Tuttavia questo silenzio non durò molto, fu Shigaraki a parlare
《Si può sapere che vi prende?》 Domandò posando la forchetta e il coltello vicino al piatto
《Nulla》 rispose Dabi a tono, sicuro delle sue parole
《Non vi rivolgete la parola.》 Continuò Shigaraki cercando di far notare l'evidenza, Keigo non fiatò, non avrebbe saputo cosa dire nè come comportarsi poiché da un lato avrebbe voluto dire tutto quello che gli passava per la testa, dall'altra voleva evitare che Touya si arrabbiasse con lui quindi preferì tacere.
《Io non ho nulla da dirgli》se Keigo inizialmente aveva scelto di tacere in quel momento si rimangiò la parola, si alzò in piedi e guardò il ragazzo davanti a lui con lieve disprezzo... cosa che non aveva mai fatto nei suoi confronti
《Non hai nulla da dirmi?》 Domandò Keigo ripetendo le parole del corvino sbattendo le mani sul tavolo con molta forza facendo quasi sollevare leggermente i piatti e i bicchieri
《Non litigate》 supplicò Toga notando la situazione
《Non stiamo litigando》la rassicurò Dabi facendo una smorfia verso il biondo
《Stavi giocando con me o cosa?》 Keigo si sentiva ferito, ferito dalle sue parole e le sue azioni... ferito dalla persona che credeva diversa
《Non sto giocando con nessuno》 rispose con la sua solita calma, una calma strana, malata.
《Non stai giocando con nessuno?!》 Il biondo tentò di scaraventarsi verso il corvino ma per fortuna Shigaraki lo afferrò da sotto le ascelle trattenendolo così a sè
《Calmati Takami》 ordinò Shigaraki tenendo la presa salda sotto lo sguardo freddo di Dabi
《Stai letteralmente giocando con i miei sentimenti cazzo!》 Sbottò finalmente il biondo dimenandosi, il petto gli bruciava era come se qualcosa dentro di se si fosse rotto per sempre.
《Non l'ho mai fatto.》 Negò ancora il corvino
《Hai detto di provare ancora qualcosa per me! E ci siamo persino baciati! Ma ti ascolti quando parli?!》 Keigo non ci vide più, era stanco, stanco di Dabi, della lega, di Enji, di tutto.Dabi avrebbe voluto rispondergli, avrebbe voluto nominare la polizia e tutto il resto, ma si trattenne... se lo avesse fatto, se avesse parlato molto probabilmente non sarebbe uscito vivo da quella porta quindi preferì tacere. Stava sbagliando, ne era consapevole ma non aveva altra scelta se non quella di allontanarlo...
Preso dalla rabbia il biondo si staccò in malo modo da Shigaraki ed uscì da quella casa sbattendo la porta più forte che potte. Iniziò a correre inoltrandosi nei boschi, alzò lo sguardo al cielo cosparso di stelle per qualche minuto mentre la luna illuminava la sua via...
《Non voglio più avere a che fare con nessuno, tanto meno con lui》 disse dando un calcio ad un sassolino, poi però sospirò
《L'ho già promesso altre cento di volte di scordarti per l'eternità... ed eccomi qua》il biondo si sedette sull'erba contemplando le stelle, la sua mente stava cercando in qualche modo di giustificare Dabi ancora una volta ma per la prima volta non riuscì a farlo... non riuscì a trovare una scusante.
Cos'avrebbe dovuto fare adesso?
Di tornare da Enji non se ne parlava minimamente. Tanto meno di tornare alla lega.
Keigo era confuso e spaventato, quando venne interrotto da un piccolo versetto; una piccola volte dal manto rosso ai avvicinò a lui il che era strano... le volpi solitamente non si avvinavano agli esseri umani, ma lei lo fece.
Keigo gli tese la mano, e la volpe vi poggiò la guancia
《Come mai sei qui tutta sola piccolina?》 Domandò Keigo come se sperasse in una risposta... stava forse impazzendo?《Keigo》 una voce interruppe quella quiete che si era andata a creare, una voce purtroppo per lui conosciuta, una voce indimenticabile... una voce che in quel momento non avrebbe voluto sentire.
《Che cosa vuoi?》 Domandò il biondo voltandosi verso il corvino, il ragazzo dai capelli neri era illuminato dalla luna e ciò permetteva al biondo di notare ogni singolo lineamento di Dabi ed era proprio questo ad ucciderlo ogni volta... il suo viso, i suoi occhi, la sua voce, lui in tutte le sue sfumature.
《Dobbiamo parlare》proferì Dabi avvicinandosi a lui
《Non c'è davvero più nulla da dire》disse Keigo per poi voltarsi nuovamente verso la volpe che però non c'era più. Che lo avesse immaginato?
《Non voglio perderti ancora una volta》 confessò il corvino sedendosi vicino a lui
《Lo hai già fatto, Touya.》rispose acido Keigo, sputando tutto il suo odio in quelle cinque parole"Lo hai già fatto, Touya."
Queste parole rimbombarono nella mente di Dabi portandolo a tacere.
《Non parli più?》 Chiese Keigo guardandolo male
《Sei uno stronzo.》 Mormorò Dabi abbassando la testa
《Oh adesso sarei io lo stronzo?》 Domandò il biondo continuando a guardarlo
《Volevo solo proteggerti...》affermò con voce spezzata sperando forse nel perdono
《Proteggermi da cosa?! Da cosa?!》 Urlò il biondo contro il ragazzo dagli occhi blu
《Da me stesso!》 Sbottò in fine guardandolo finalmente negli occhi mostrando quanta tristezza avesse raccolto in quegli anni, mostrando la rabbia che da anni lo accompagnavaKeigo si zittì, questa volta fu lui a non sapere cosa dire.
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Hey gente! Come va? Spero bene! Come al solito chiedo scusa per l'assenza, e per eventuali errori grammaticali... in ogni caso come al solito se vi va lasciate un commento con le vostre opinioni e una stellina, spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e chissà come finirà fra questi due!
Grazie immensamente del supporto che mi state dando e nulla noi ci vediamo ad un prossimo capitolo ♡
-Un abbraccio Ryouu

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Red Feathers
FanficLa fatalità esteriore non esiste. Ma c'è una fatalità interiore che sopraggiunge quando ci si sente vulnerabili, e, allora, rieccheggiano gli errori compiuti nel corso di una cupa e triste esistenza. Keigo Takami era la prova vivente di una triste e...