III

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Essere invisibili agli occhi del mondo infondo non era poi così male. Vi siete mai chiesti come ci si sente ad essere ignorati? ad essere messi da parte per motivi presso ché stupidi? tuttavia a volte ciò che sembra il tuo punto debole finisce per rivelarsi il tuo più grande punto di forza.

Enji la sera prima dell'inizio della missione chiese esplicitamente al biondo di preparare il suo testamento qualora le cose fossero andate male.
Quella sera Keigo si torturò la mente tutto il tempo... cosa diavolo avrebbe dovuto scrivere? E per chi poi...
Anche se fosse morto in quell'istante nessuno se ne sarebbe reso conto, nessuno avrebbe  pianto la sua morte.
Dopo varie ore decise di lasciar perdere e che in ogni caso sarebbe stato inutile scrivere uno stupido testamento così andò in camera sua e si fiondò fra le coperte. Faticò ad addormentarsi per via dei troppi pensieri che stavano torturando la sua povera mente...

Rimase a guardare il grigio soffitto per un bel po' fin quando finalmente  venne accolto dalle braccia di Morfeo.

Keigo quella mattina di inverno avrebbe dovuto affrontare il colloquio per entrare in quell'azienda. Era vestito in modo abbastanza formale, dopo tutto è la prima impressione quella che conta maggiormente, indossava una semplicissima camicia bianche e dei pantaloni neri abbastanza larghi in modo da inserire un registratore fra la vita e quest'ultimi, si sistemò il microfono sperando che nessuno lo notasse. Prese un respiro profondo e si incamminò verso l'edificio. Le strade come al solito erano molto trafficate, le persone andavano di fretta a lavoro, era quasi stupido e pietoso notare quante persone dedicassero la loro intera vita ad uno stupido lavoro, un lavoro che a volte portava al trascurare le proprie famiglie. Ma dopo tutto Keigo in quest'ambito non poteva minimamente parlare poiché era il primo a mettere il suo lavoro al primo posto.  

Dopo qualche minuto finalmente giunse davanti le porte di quell'enorme edificio. Stava per salire le scale in modo da poter entrare quando improvvisamente si sentì chiamare
《Keigo! Ti ho trovato finalmente!》 Il biondo girò la testa verso la direzione da cui proveniva questo nome e con suo poco stupore notò Rumi, una sua collega. Rumi lavorava al dipartimento da un bel po' ormai, ciò che la caratterizza è indubbiamente la sua corporatura atletica e le sue braccia e gambe muscolose, la pelle abbronzata, gli occhi rossi leggermente inclinati verso l'interno, ciglia lunghe e capelli bianchi e lisci che arrivano fino alla vita, tutti questi tratti abbastanza particolari la rendono abbastanza simile ad un coniglio e ciò faceva parecchio divertire Keigo all'inizio.
Il biondo l'ha sempre adorata per via del suo carattere... e una donna come lei nella sua vita dopo tutto non era male, ma le donne non erano fatte per lui.
《Cosa ci fai qui?》chiese guardandosi in torno sperando che nessuno la notasse
《Vuoi mandare tutto a monte?》 Continuò lui con tono abbastanza irritato. La sua presenza non gli era mai dispiaciuta, anzi, al contrario la reputava una buona amica...ma in un momento come questo la sua presenza era solo qualcosa di superfluo.
《Sono qui per darti alcuni consigli idiota! È mai possibile che pensi sempre che sia meglio fare tutto da solo?!》 La ragazza dai capelli bianchi diede una piccola ma allo stesso tempo potente pacca sulla spalla del biondo il quale in tutta risposta la guardò con aria infastidita
《Tornando alle cose serie..》la donna davanti a lui fece una breve pausa per poi successivamente continuare il discorso precedentemente iniziato
《Devi essere davvero molto cauto...una volta che avrai oltrepassato quella porta sarai solo, e noi non potremmo mai sapere quando avrai bisogno di aiuto tanto meno se arriveremo in tempo. Ti prego sta attento》 Rumi con una mossa fulminea tirò Keigo fra le sue braccia e lo strinse come non mai. Il biondo non capì il vero significato di quel gesto, ma nonostante ciò ricambiò quel caloroso abbraccio
《Andrà tutto bene》Keigo seppe dire solo questo. Non era bravo con i discorsi tanto meno se si trattavano di discorsi "d'addio" o dimostrazioni d'affetto.

Dopo qualche minuto Rumi si staccò dal biondo, il quale subito dopo aver accennato un sorriso entrò all'interno dell'edificio. Ormai non poteva più tirarsi indietro.

Il biondo vagò per qualche minuto alla ricerca dell'ufficio dove si sarebbe tenuto il colloquio, perdersi all'interno di quel luogo sarebbe stato facilissimo. Era davvero enorme, e ciò comportava la presenza di moltissime persone.
Keigo si sentiva quasi a disagio, non amava stare in luoghi molto affollati... in realtà lui odiava la presenza di troppe persone in generale. In qualsiasi contesto o luogo, preferiva di gran lunga starsene da solo in casa come ogni santo giorno, odiava quella solitudine ma allo stesso tempo vi si era affezionato... aveva vissuto in solitudine per così tanto tempo che ormai non ci faceva più caso.

Dopo vari minuti trovò finalmente la porta dell'ufficio del capo. Era arrivato il momento di giocare le sue carte, era arrivato il momento di mostrare la sua bravura e quanto lui si meritasse quella promozione.

Prese un respiro profondo e bussò alla porta, dopo aver udito un "avanti" poggiò la mano destra sulla maniglia per poi girarla ed entrare in quella stanza.
Dinnanzi a lui trovò un uomo abbastanza alto sui ventisette anni, dalla corporatura snella e la carnagione estremamente chiara, i capelli neri e gli occhi di un colore azzurro brillante.
Il biondo lo squadrò per qualche secondo e ciò che più risaltò di quell'uomo furono delle macchie di pelle donosa, rugosa e viola presenti sul viso, su gran parte del collo e delle braccia. Sembrano quasi essere attaccati al resto della sua pelle da graffette chirurgiche multiple o piercing a cerchio, rendendo impossibile dire se queste cicatrici fossero accidentali o auto inflitte... sembrava davvero tutto tranne che un uomo d'affari... era molto più simile ad un criminale.
Keigo, tuttavia, non poteva asseverare le sue osservazioni, aveva imparato con il tempo che prima di affermare qualsiasi cosa sia in ambito lavorativo che durante la vita di tutti i giorni bisognava avere delle prove in concrete.
Prese un respiro profondo per poi stringere con la mano destra le piume presenti sulla sua collana e presentarsi a gran voce.

《Il mio nome è Keigo Takami e sono qui per un colloquio di lavoro.》

Il biondo tentò di emanare sicurezza tramite il suo tono di voce e appartenente ci riuscì...


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Hey gente! Ecco qui il capitolo tre di Red Feathers spero come al solito che sia stato di vostro gradimento, come al solito scusate  eventuali errori grammaticali e nulla se vi va lasciate una stellina e un commento e nulla noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo 💜

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