Dopo la seconda guerra magica Hogwarts riapre le porte per riaccogliere i suoi studenti. Una nuova tradizione, complotti, misteri e impensabili legami stanno per nascere nella scuola magica, qualcosa tornerà a minacciare due studenti in particolare...
Una lunga e ampia scalinata sta di fronte a lui appena illuminata da una flebile luce. Tenendosi sul corrimano inizia a scendere piano, guardandosi intorno. Suo nonno Abraxas lo fissa da dentro la cornice perfettamente tirata a lucido con sguardo severo e altezzoso.
-"Ti aspettano giù nipote." Gli dice fiero dedicandogli uno dei suoi rari sorrisi, facendolo rabbrividire.
Arrivato alla fine della scala volta a sinistra ritrovandosi davanti ad una scena orrenda.
Potter è in ginocchio, il viso deformato e con un occhio gonfio. Weasley è tenuto fermo da un mangiamorte, anche il suo viso non è conciato bene, ha un taglio lungo la fronte e uno sullo zigomo ma non sanguinano più, ormai il sangue si è fermato. Ma il suo sguardo viene attratto da qualcos'altro. C'è una terza persona a terra ma non riesce a vederne il volto perché sua zia lo copre con il suo corpo costringendolo ad avvicinarsi ulteriormente.
Il singhiozzo dovuto ad un pianto gli fa partire un'aritmia, poi un urlo lancinante squarcia la sala.
La Granger è a terra, sua zia con un coltello le incide il braccio, lui non può vedere tutto ciò.
-"Zia no!"
Ma lei non sembra sentirlo, come nemmeno suo padre o sua madre. Potter e Weasley continuano a guardarla cercando di divincolarsi dalle strette ferree, gli altri mangiamorte ghignano vittoriosi, godendo a quella visione.
-"BASTA!"
Un altro urlo.
-"LASCIALA"
Prova a correre verso di lei per salvarla ma per quanto si sforza non riesce a raggiungerla, anzi si sente tirato all'indietro e tutto inizia ad allontanarsi. Draco continua a urlare di lasciarla andare, di smettere di farle del male ma nessuno lo bada, si divincola da quelle braccia che lo trattengono facendosi quasi male, il fiato inizia a mancargli e più urla più sente il battito del proprio cuore rimbombare forte dentro di lui, è spaventato e disperato.
Si sveglia di soprassalto, madido di sudore e con il battito accelerato. Era solo un sogno. Un terribile incubo. Ma sembrava talmente reale da renderlo ancora intontito ed incapace di capire dove si trovi. Si ributta all'indietro tornando disteso nel letto, passandosi una mano tra i capelli bagnati, asciugando le piccole goccioline di sudore dalla fronte. Fa un respiro profondo, recuperando l'autocontrollo.
Ci mette poco a capire che si trova alla Tana, nella stanza destinata alla Grifondoro, ma lei non c'è, in quel letto c'è solo lui. Posa la mano sul materasso, dove avrebbe dovuto esserci la ragazza ma le lenzuola sono fredde, probabilmente si è alzata già da un po'.
Si siede sul letto stropicciandosi gli occhi, lancia via le coperte e dopo aver controllato che la via fosse libera si dirige in bagno, pregando Merlino di calmarsi sotto il getto di acqua bollente.
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