Arrivo a Londra

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Il treno sfreccia veloce tra le campagne, il sole alto in cielo riscalda con qualche fievole raggio il viso del bel Serpeverde che se ne sta appoggiato con la testa allo schienale del sedile blu. Indossa un paio di pantaloni neri con camicia bianca, un classico, ma per lui l'eleganza viene sempre prima di tutto. Nessun Malfoy vorrebbe mai apparire in uno stato diverso. Il cappotto lungo nero è appeso a fianco della porta della sua cabina, nessun peletto è presente nel pregiato tessuto, grazie ad un lavoro accurato di qualche elfo. La sera prima Draco, si è fatto aiutare da Rommy, un nuovo elfo domestico di Malfoy Manor chiamato apposta per far sì che tutto fosse in perfetto ordine e condizione. Guardando la piccola creatura non ha potuto non provare un pizzico di tristezza per l'elfo che non c'è più, colui che ha servito per molto tempo la sua famiglia, ma che alla fine ha trovato chissà dove la forza per ribellarsi agli ordini impartiti da quel coglione di suo padre, trovando però la libertà grazie al bambino sopravvissuto. Se in un lato è segretamente grato a Potter per aver dato una possibilità di felicità all'elfo, dall'altro ne è irritato. Non perché lo avesse privato di un servo, assolutamente, ma perché a modo suo lo ha considerato un piccolo amico. Non ha mai dimenticato i modi gentili che ha avuto nei suoi confronti quando era un bambino, e lui lo ha sempre trattato bene, non ha mai utilizzato parole crudeli o offensive, nemmeno una volta. Il piccolo e dolce Dobby è stato un amico, una tata e anche un confidente. Per questo quando quel giorno, al secondo anno, Lucius si è presentato a casa infuriato dicendo cosa aveva fatto Harry Potter, ha provato una rabbia e una tristezza mai sentiti prima, perché per colpa sua aveva perso l'unico che lo facesse sorridere all'interno di quelle fredde mura.

Nessuno dopo lui è più riuscito a conquistarlo, fino all'arrivo di Rommy. Il nuovo arrivato sta con loro da luglio, si è presentato alla loro porta chiedendo lavoro, all'epoca al Manor era rimasto un solo elfo anziano, un aiuto in più avrebbe fatto comodo a tutti visto la grandezza del maniero. Col passare dei giorni Draco ha notato in lui dei modi di fare molto simili a Dobby, più lo teneva d'occhio e più rivedeva in lui il suo amico d'infanzia, finendo così per affezionarsi. Una pecca dell'elfo? Il nome! Gli ricorda Weasley e, anche se trova la coincidenza piuttosto comica, dover pronunciare quel nome così simile al Grifondoro che gli sta sulle palle non gli fa molto piacere.

Draco sorride abbassando lo sguardo sulle sue mani giunte in grembo, ricordando un momento avvenuto la sera prima nella sua stanza, osservando l'elfo ha notato la presenza di un ciuffetto di capelli rossi, proprio tra le orecchie, la risata che si è fatto è stata veramente tremenda, per anni ha preso in giro il rosso per le condizioni economiche in cui la famiglia Weasley ha sempre vissuto e ora, vedere l'elfo, con dei peletti rossi e con il nome così simile, è un po' come avere lenticchia in qualità di domestico.

Un forte bussare alla porta fa uscire Malfoy dai suoi ricordi e sedendosi in modo più composto invita ad entrare.

-" Finalmente ti ho trovato! Ho dovuto schiantare due ragazzini del secondo anno. Stanno sempre tra i piedi nel corridoio!"

-"Non ci credo che li hai schiantati, è una cosa più da me che da te." Dice divertito il biondo.

-"In realtà li ho appesi al soffitto, ma poco importa, almeno il viaggio sarà tranquillo senza urla e schiamazzi nei dintorni! Comunque, era da te, ora non sei più così stronzo!"

-"Dipende Blaise, se mi trovo ragazzini Grifondoro tra i piedi a rompere le scatole non ci penso due volte!"

I due amici partono a ridere, ma più per la faccia che il principe delle serpi ha fatto fintanto che pronunciava la frase che per essa stessa.

-"Sei pronto per entrare nel mondo babbano?"

-"NO!"

-"Oh dai, non dirmi che è per la permanenza in casa Granger"

Un Futuro in BalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora