CAN
Era da un po' che non mi sentivo bene. Una sorta di stanchezza si impadroniva di me dal primo mattino e mi accompagnava per tutta la giornata.
All'inizio non ci feci caso: il lavoro in agenzia era tanto e le piccole preoccupazione quotidiane, unite all'età che avanzava non giocavano a mio favore. Ma per un tipo come me, sempre attivo ed energico questo era piuttosto fastidioso. Quando, poi incominciai ad avvertire anche dei capogiri decisi che era venuto il momento di fare un check up completo.
Non dissi nulla a Sanem per non farla agitare inutilmente e presi appuntamento con il nostro medico che mi prescrisse gli esami di routine. A questi seguirono altri accertamenti più specifici finché mi fu diagnosticata una rara malattia autoimmune. Non mi spiegai come questo fosse possibile dal momento che si trattava di una patologia genetica ereditaria, ma poco importava. Ciò che importava, invece, era che non esistevano cure risolutive ma solo terapie che potevano alleviare i sintomi.
Il decorso della malattia non era certo incoraggiante. Se non trattata in tempo poteva portare ad emorragie, anemia e fratture anche gravi.
Quando mi fu data la notizia mi crollò il mondo addosso.
La mia prima reazione fu il rifiuto. Non poteva succedere a me Can Divit. Ero sempre stato un tipo sportivo, attento all'alimentazione e non avevo mai ecceduto in nulla.... Poi al rifiuto seguì l'accettazione passiva. Se non potevo guarire che senso aveva curarmi e prolungare quella che sarebbe stata un'agonia sia per me che per la mia famiglia? Alla fine, però, si fece spazio la rabbia e la voglia di lottare con tutte le mie forze.
Non sapevo se quella battaglia l'avrei vinta ma certamente l'avrei combattuta con tutte le armi a mia disposizione perché in gioco c'era la mia vita!
Comincia così a documentarmi, consultando riviste specializzate, finché riuscii a trovare un team di medici cubani che stava studiando un nuovo trattamento. Era ancora in fase sperimentale, ma valeva la pena fare un tentativo.
Avevo dei contatti a Cuba per il fatto che mio padre, in passato, si era curato laggiù e grazie a questi riuscii ad ottenere un appuntamento.
Il problema adesso era se dirlo o meno a Sanem.
Decisi che era meglio aspettare, almeno fino a che non avessi saputo l'esito della visita. Non mi piaceva l'idea di mentirle, non mi piaceva per niente, ma conoscevo Sanem e sapevo che pur di starmi accanto avrebbe rinunciato anche a se stessa e questo non potevo permetterlo. I ragazzi poi, soprattutto Melek e Gunes, avevano bisogno di lei, mentre io avrei potuto farcela da solo.
Non ne parlai neppure con Emre perché temevo che prima o poi si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa con Leyla.
In qualche modo, però, dovevo sistemare le cose perché non sapevo, se, quando e come sarei tornato e l'unico che poteva aiutarmi e di cui mi fidavo era Metin.
SANEM
Avevo notato che negli ultimi tempi Can era stanco e sembrava anche preoccupato. Talvolta lo sorprendevo assorto nei suoi pensieri, lontano mille miglia ma con me non si confidava, anzi, diceva che andava tutto bene. Ormai lo conoscevo e sapevo che mi mentiva, ma insistere con lui sarebbe stato inutile. Quando fosse stato il momento mi avrebbe parlato di ciò che lo tormentava, come era già successo decine di volte in passato.
Dal canto mio cercavo di aiutarlo il più possibile, sostituendomi a lui ogni qualvolta era possibile ed incitandolo ad uscire con i suoi amici per svagarsi un po'.
Con la nascita dei ragazzi e l' ingrandirsi dell'agenzia , che era tornata agli splendori di un tempo, aveva dovuto rinunciare a molte cose e mi rendevo conto che, forse, gli mancava viaggiare, cimentarsi in nuovi sport, sfidare i propri limiti in imprese che lo facessero sentire vivo e gli facessero scorrere l'adrenalina nelle vene.
Proprio per questo quando mi disse che lo avevano invitato a partecipare ad una spedizione sul K2 mi mostrai entusiasta e lo spronai ad accettare.
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VENT' ANNI DI NOI
RomanceQuesto racconto è il seguito di "Un amore Dimenticato". Com'è stato l'amore tra Can e Sanem? I vent'anni trascorsi insieme, la nascita dei figli, la loro quotidianità, fino al quel tragico incidente, come li hanno vissuti? E quello di Can è stato d...