Capitolo 8

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POV di Jamie:

"Dove mi stai portando?" non riuscivo a fermare le lacrime.

"In un posto carino Jamie." mi prese in giro.

I fari della macchina erano gli unici ad illuminare la strada; svoltò a sinistra in un piccolo sentiero coperto di ghiaia incorniciato da molti abeti scuri e alti.

Tra di essi si intravedeva una piccola casa di legno. Avevo paura.

Non possedevo il numero dei miei amici e non potei chiedere aiuto. Parcheggiò di fronte alla casa misteriosa affianco ad altre jeep nere. Almeno non eravamo solo io e lui.

Mi trascinò fuori dalla macchina come se fossi una bambola di pezza.

All'interno vi trovai molti uomini vestiti di nero, pareva una sorta di società segreta.

"Siediti." ordinò il più grosso.

"No."

"Fallo."

"Non mi fai paura." lo guardai seria.

"Non ci lasci altra scelta." mi fece sedere violentemente sulla sediolina di ferro al centro della piccola stanza, tenendo una mano sulla mia spalla per prevenire vari tentativi di fuga o di ribellione.

"Per cosa? Chi siete?"

"Siamo noi a fare domande qui. Non ti interessa chi siamo. Sei qui a causa di Harold Edward Styles." non avevo mai sentito il suo nome per intero prima.

"Cosa c'entra Harry in tutto questo?" gridai.

"È una minaccia per noi."

"E cosa posso farci io! Non vi ho fatto niente!" Daniel si avvicinò verso di me.

"Vedi cara Jamie, tuo padre era un importante membro di questa società e quindi tu sei preziosa per noi."

"Che cosa state dicendo?" mi scesero le lacrime solo per aver nominato mio padre.

"La verità, mia cara." lo odiavo.

"E cosa c'entra Harry in tutto questo?" chiesi ancora una volta.

"Ti tiene lontano da noi, e come ho già detto,tu sei preziosa."

"A cosa vi servo?"

"Un matrimonio." disse un ragazzo, aveva un'aria familiare.

"Con chi?"

"Me." disse Daniel. Iniziai a piangere di nuovo.

"Non posso." singhiozzai.

"Faremo del male a lui se continui a stargli vicino. Facciamo un patto: tu stai lontano da lui, per il suo bene, e tu lavorerai con noi, ovvero sposerai Daniel."

"Datemi del tempo per pensare." non sapevo cosa fare.

"Se lo dirai a qualcuno, sarai tu a soffrire, fisicamente."

Dopo tutto ciò, Daniel mi riportò a casa alle 2:50 del mattino.

Mi lasciò fuori al portone ed entrai ignorando i suoi saluti.

Salivo lentamente le scale, con passi pesanti e rumorosi. Mi sentivo vuota, insignificante, un oggetto.

Aprii la porta, corsi in camera da letto e sussultai quando vidi un ciuffo di capelli bruni e ricci nel mio letto, sotto le coperte.

"Harry." cercai di svegliarlo dolcemente. Emise dei lamenti e si svegliò.

"Scusami. Ho fatto un incubo e non riuscivo a dormire nel mio letto. Avevo paura che ti avessero fatto del male. Dove sei stata? Ho girato tutta la città ma invano."

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