Non potevo credere che ero davvero davanti quella donna.
Appena mi vide rimase immobile, le lacrime le bagnvano il viso e si coprì il volto con una mano.
Non sapevo cosa fare, se consolarla o se stare fermo.
Gemma avanzò e le strofinò una mano sulla schiena.
"Entrate." disse mia sorella.
Con un grande passo, varcai la soglia e mi ritrovai dentro la mia vecchia casa. L'odore di vaniglia mi invase i sensi, mi guardai attorno; anche qui era rimasto tutto come prima: i quadri tutti allo stesso posto, i mobili con le stesse foto, il tappeto bianco sempre davanti alla televisione. Una cosa mancava, la famiglia.
Mi avvicinai lentamente a mia madre, che si stava asciugando gli occhi e il trucco colato con un fazzoletto.
"Harry." sussurrò.
"Mamma, sono tornato." cercai un contatto con i suoi occhi e lo ottenni subito.
"Vieni qui, fatti abbracciare." rimasi stupito e la abbracciai.
"Perdonami per tutto Harry. Non volevo veramente abbandonarti." mi staccai.
"Sono io che devo chiedere scusa."
"No Harry. È anche colpa mia." andò in cucina.
"Volete qualcosa?" si riferì a Jamie e a Louis.
"Sì grazie." rispose il mio amico.
"Ma tu sei Louis?" lui annuì ammiccando un sorriso.
"Grazie." sapevo a cosa si stava riferendo. Se non fosse stato per Louis, io non sarei stato qui. Ma non intendevo solamente ad Holmes Chapel, non sarei stato più vivo, ma questa era una cosa che avrei detto col tempo a Jamie.
Si sedettero a tavola bevendo il tè che mia madre aveva preparato per loro due.
"E tu sei .. ?" disse lei riferendosi alla mia ragazza.
"Sono Jamie, la fidanzata di Harry." e il suo sorriso illuminò la mia giornata, dandomi la speranza.
"Davvero? Io sono Anne comunque." anche mia madre sorrise, contagiata da quello di Jamie.
"Puoi lasciare me e mamma da soli per favore?" sussurrai nell'orecchio di Gemma, la quale annuì.
"Jamie, Louis venite che vi mostro la casa." era una scusa stupida, dato che Louis era capace di camminare qui dentro ad occhi chiusi.
Era difficile iniziare una conversazione con mia madre, c'era tanto da dire, eppure nessuno sapeva come parlare.
"Siediti Harry." mi disse e presi posto davanti a lei, preparandomi ad ascoltare.POV di Jamie:
Anne era una donna sui cinquanta anni circa. Non era molto alta, con i capelli e gli occhi scuri, aveva il sorriso di Gemma e Harry. Anche lei, aveva la capacità di comunicare con gli sguardi.
"Jamie, Louis venite che vi mostro la casa." sapevo che era una scusa per lasciarli soli, ma mi interessava esplorare quell'edificio dove il mio ragazzo era cresciuto.
A destra dell'entrata vi era una grande sala con un tappeto bianco davanti alla televisione non molto grande, di fronte ad essa c'era un divano marrone scuro di medie dimensioni. Proseguendo dritto, c'era la cucina nella prima porta a destra. Le pareti di essa erano color crema e le credenze erano in parte di vetro.
In fondo alla sala c'erano delle scale che portavano al piano dove si trovavano le stanze.
"Qui era la camera di Harry." si trovava nella seconda porta a sinistra. Le pareti erano blu, un piccolo armadio bianco si trovava al muro di fianco alla finestra, al centro c'era un tappeto circolare bianco, il letto si trovava in fondo alla piccola stanza con le coperte celesti. Di fronte alla finestra c'era una scrivania di legno con una lampada, molti quaderni aperti e sparsi disordinatamente con la calligrafia di Harry. Sui ripiani c'erano i libri di scuola, libri polizieschi e gialli e vari giocattoli.
"È rimasto tutto così." disse Louis mentre si girava intorno.
"Sì. Mamma non ha voluto toccare niente." aggiunse Gemma. Io mi limitai a sorridere.
Continuammo a passare per il corridoio e Gemma ci mostrò camera sua, quella di sua madre e una stanzetta per gli ospiti dove spesso dormiva Louis.
Ero abbastanza nervosa per Harry e non riuscivo a far parte della conversazione tra Gemma e Louis, i miei pensieri andavano solo al dialogo tra Anne e lui.POV di Harry:
Guardai le sue mani, portava vari anelli, ma nessuno di questi era la fede. "Io e tuo padre-" iniziò a parlare ma con la marcia sbagliata, per i miei gusti.
"Lo so." la interruppi freddamente.
"Avresti dovuto dirmelo quando è accaduto. Perché non l'hai fatto?" il mio tono era sempre gelido.
"Non lo so.." iniziò a singhiozzare.
"Sì che lo sai."
"È successa una cosa che neanche Gemma sa. Ho aspettato tanto tempo per dirvelo e adesso, che siete entrambi qui, è il momento. Vai a chiamarla." non riuscivo a capire, neanche Gemma sapeva? Cosa era successo tra mamma e papà? Mio padre è sempre stato un uomo per bene, un perfetto esempio per il figlio... o almeno, lo era stato. Mi alzai con la confusione stampata in volto e mi diressi al piano di sopra. Camminavo lentamente lungo il vecchio e orribile corridoio dove si trovava la mia vecchia stanza. Entrai. Era ancora tutto come prima: i miei quaderni erano esattamente aperti e lasciati nei punti in cui li avevo messi sei anni fa. Era buffo vedere come qui ad Holmes Chapel il tempo si era completamente fermato.
Sentii dei passi dietro di me e mi voltai.
"Amore." afferrai i fianchi di Jamie e l'attirai a me iniziando a lasciarle baci lungo il collo.
"Jamie ogni minuto in più che passa, il mio corpo ti necessita." ansimai e la baciai con passione. Era da un po' che non ci prendevamo del tempo per noi e mi mancava il suo corpo.
"Anche io." rispose piano. Le sue mani si infilarono sotto la mia t-shirt e iniziarono ad accarezzare il mio petto, senza staccare mai le sue labbra dalle mie. Mi stava stuzzicando e non potevo resistere due minuti di più, non volevo che la nostra prima volta accadesse in un posto così di merda. Lei ci teneva alla sua verginità.
"Jamie f-fermati, non posso andare avanti così o-"
"Okay." disse mordendomi il labbro inferiore e sorridendo. Mi ricordai che mamma mi stava aspettando di sotto, così le accarezzai una guancia e andai in camera di Gemma.
"Gemma, la mamma vuole che-" mi interruppi appena vidi la scena davanti a me. Gemma si staccò dalle labbra di Louis e scese velocemente dalle sue gambe mettendosi in piedi.
"Scusate per l'interruzione." ero in parte sconvolto, e in parte divertito per averli beccati.
"Non stavamo facendo niente." disse frettolosamente. Louis si passò una mano dietro il collo.
"Gemma sei fottutamente fidanzata."
"Ho detto che non è successo niente!" alzò la voce e ruotai gli occhi al cielo.
"Okay come vuoi. Dobbiamo scendere comunque." feci per andarmene ma mi affacciai alla porta di nuovo dicendo: "Non farti anche la mia ragazza, grazie." gli feci l'occhiolino e scesi seguito da Gemma, che era diventata rossa dall'imbarazzo.
"Eccoci." dissi e prendemmo posto davanti a lei, come qualche minuto prima.
"Ragazzi, questa è una cosa che non ho mai detto e credo che sia ora di riferirvelo. Riguarda vostro padre." non erano buone notizie, me lo sentivo. A parte che ormai nella mia vita non avevo più notizie positive e gioiose.
"Una delle ragioni per cui noi abbiamo divorziato è perché lui aveva una relazione segreta con un'altra donna." rimasi a bocca aperta. Mio padre davvero aveva fatto questo? Io avevo fatto di peggio, ma lui era il mio esempio, l'esempio del classico gentiluomo, dell'uomo fedele...
Gemma si strofinò le tempie con le dita.
"Perché non ce l'hai mai detto?!" alzai la voce.
"Non è finita qui. Lui ha avuto una figlia con.. questa donna." questo era troppo. Era fottutamente troppo. Non ce la facevo più. La mia vita era già infossata e piena di merda, ci mancavano solo i problemi in famiglia.
"E chi sarebbe questa figlia?" disse Gemma con voce tremante.
Il colmo sarebbe stato se l'amante di mio padre fosse stata la madre di Jamie.
"Non l'ho mai vista, so che ha sei anni circa e vivono tutti e tre in America." cosa?
"Sei anni?! Questo significa che era da tanto tempo che andava avanti questa storia!" lei annuì e iniziò a piangere. Basta, era troppo. Non ce la facevo a vivere una vita così. Mi alzai e tornai al piano di sopra chiudendomi a chiave nella mia vecchia camera, assicurandomi di sbattere forte la porta. Tirai un pugno sul duro legno e mi accasciai a terra.
"Harry, che succede?" non mi ero accorto che Jamie era ancora lì dentro. Corse verso di me e si inginocchiò per arrivare all'altezza del mio viso. Scossi la testa e la abbracciai.
"Non ce la faccio più." ingoiai faticosamente il groppo in gola.
"Cosa stai dicendo?" mi prese il volto tra le mani guardandomi dritto negli occhi.
"Ci sono tante cose su di me che ancora non sai e che col tempo, cercherò di dirti. Oltre a questo, si aggiungono le cattive notizie. Non ce la faccio a reggere tutto in una volta." appoggiai la mia fronte sulla sua spalla.
"Col tempo mi dirai tutto, tranquillo. Cosa sta succedendo? In questi giorni non ti ho chiesto niente perché volevo lasciarti un po' di spazio, ma la cosa sta degenerando." mi strinse a sé.
Le raccontai di mia madre, della relazione che aveva con quella donna e l'esistenza di una mia sorellastra.
"C'è sicuramente altro, ma non mi interessa più niente."
"Harry, sappi sempre che tu puoi e devi dirmi tutto, solo così posso aiutarti." annuii.
"Voglio staccare un po' da tutto questo. Voglio riposarmi e andare lontano da qui, solo con te." le baciai la fronte.
"Fra due giorni è capodanno. Possiamo approfittare dell'occasione per avere del tempo solo per noi." sorrisi e la baciai. Avevo bisogno di lei più di qualunque altra cosa adesso e non mi interessava più niente del mio passato e di quello di mia madre. Rimanemmo insieme per una mezz'oretta, le sue mani poggiate sui miei pettorali, era seduta sulle mie gambe e le sue labbra incatenate alle mie, incapaci di staccarsi come succede alle calamite.
Le mie mani spingevano il suo bacino verso il mio ventre e stavo di nuovo perdendo il controllo.
"Jamie, voglio andare via di qui. Partiamo ora, ti prego. Torniamo ad Oxford o in qualunque posto tu voglia." sorrise e annuì.
"D'accordo." rispose.
Davvero non ne potevo più di rimanere, e iniziai a pensare ad un posto speciale solo per me e Jamie dove passare il capodanno. Pensai per un po', fino a quando non mi venne in mente l'albergo dove alloggiai durante una gita orrenda con il liceo. Si trovava circa a quarantacinque minuti da Oxford, era enorme ed era costituito da varie villette e alcune erano dotate di piscine o cose varie. Sarebbe stato il posto perfetto per noi, da soli.
Nel frattempo, mentre Jamie avvertiva mia madre e Gemma della partenza, navigai su internet per rintracciare il numero di telefono dell'albergo e prenotare.
Dopo quattro squilli circa, la voce squillante di una signorina rispose al telefono.
"Salve, vorrei occupare per tre giorni e due notti la villetta con piscina, per favore." la sua voce mi irritava.
"D'accordo. Per quante persone?" non sapevo se far venire Louis con noi, così le dissi di attendere un minuto in linea.
"Louis!" lo chiamai, affacciandomi al corridoio.
"Dimmi." venne da me in trenta secondi.
"Ti dispiacerebbe lasciare me e Jamie da soli per capodanno?" cercavo di chiederlo il più gentilmente possibile, in modo che lui acconsenta.
Sorrise, scuotendo la testa.
"D'accordo."
"Grazie." ricambiai il sorriso.
Ritornai subito dalla signorina e prenotai.
Scesi sotto dalle tre donne seguito da Louis.
Jamie stava parlando con mia madre, la quale piangeva.
"Tornerò." dissi non sicuro di dire la verità.
"Promettimelo, ti prego." mi implorò Anne.
Annuii leggermente e aprii la porta. Avevamo le valigie a casa di Calum, così dopo aver salutato Gemma e mia madre, uscimmo di casa.
"Dove andrete?" chiese Louis.
"È una sorpresa." volevo che lo fosse, per Jamie.
"Che vuoi dire con 'andrete' ?" chiese la mia ragazza, confusa.
"Io starò con gli altri ragazzi."
"Sei sicuro?"
"Sì." intervenni.
Jamie alzò gli occhi al cielo facendomi ridere.
Appena fummo arrivati, lei spiegò velocemente la situazione a Calum, mentre io e Louis prendevamo tutte le nostre cose.
"Grazie per averci ospitati." sorrise il mio migliore amico.
"Torneremo a trovarti." disse Jamie. Non sarebbe mai successo.
"Vi do un passaggio fino alla stazione se volete." disse Calum.
"Sì, grazie mille." dissi.
Il tragitto fu silenzioso e mi sentii più libero mentre ripercorrevo quelle strade per andare via.
Era l'ora di pranzo, così appena arrivammo alla stazione, lo salutammo definitivamente e mangiammo un panino a testa. Non vedevo l'ora di finire tutti questi spostamenti. Il mio lato pigro voleva ritornare a casa e passare il capodanno a vedere un film con Jamie sotto le calde coperte di lana, seduti su un divano; l'altra parte di me voleva andare via con Jamie in quel posto speciale.
Aspettammo un'interminabile mezz'ora prima dell'arrivo del treno.
Il rumore delle rotaie che andavano acceleravano sempre più mi rilassava e finii per addormentarmi appoggiato su una spalla di Louis. Ero esausto, non solo fisicamente. Perché proprio la mia vita doveva essere così complicata? Perché proprio io dovevo avere tutti questi problemi e tutte queste cattive notizie? Sembrava proprio che qualcuno, da qualche cazzo di parte, si stava divertendo a giocare con la mia vita e a vedermi soffrire. Ma almeno quel qualcuno mi aveva dato la grazia di incontrare Jamie. Non so cosa sarei potuto diventare senza di lei. Le dovevo la vita. Meritava un uomo che valeva molto più di me, meritava di essere felice e senza tutti questi problemi. La maggior parte delle 'disgrazie' che ci accadevano erano tutte a causa mia. Io ero la causa.
Dormii per tutto io tempo e la voce di Jamie mi svegliò dolcemente appena arrivammo alla stazione di Oxford. Scesi dal treno senza dire una parola, l'auto di Louis si trovava nel parcheggio più vicino fortunatamente, caricammo le valigie e ci accompagnò al palazzo dove si trovavano il mio appartamento e quello di Jamie. Dovevo ammettere che ero 'felice' di essere ritornato qui, solo perché non ero più ad Holmes Chapel.
Sinceramente, non ero pronto a guidare per quarantacinque minuti, ma per lei avrei fatto di tutto.
"Spero che tu abbia un costume nel tuo appartamento." la guardai sorridendo.
"Che vuoi dire?" sorrise confusa.
"È una sorpresa." sapevo che lei non era stata mai in un posto così lussuoso. Avevo abbastanza soldi da poter permetterci di dormire lì, fortunatamente. Mio padre lasciò a me parecchi soldi, molto prima dell'accaduto, che mi sarebbero serviti per pagarmi il college o altro. Non li avevo mai usati. Quando lavoravo in quella società, guadagnavo molto e non avevo bisogno di usarli. Cazzo. Daniel. Era da tanto tempo che non lo sentivo più. Mi era passato di mente in questi giorni, ma di certo non gli avrei permesso di farci rovinare il capodanno.
Infilai lentamente la chiave nella serratura ed entrai nel freddo appartamento. Nessuno era venuto qui dopo la nostra partenza, fortunatamente. Era tutto come avevo lasciato. Andai in camera per prendere un costume da bagno, tolsi dal borsone le vecchie magliette e ne infilai altre nuove e pulite. Dopo aver finito, sgranocchiai qualcosa giusto per essere pronto a guidare per molto tempo e mi riposai sul divano.POV di Jamie:
Ero molto curiosa, non riuscivo ad immaginare il posto in cui sarei dovuta andare con Harry. Mentre mi facevo una doccia veloce, sorridevo al pensiero che Harry aveva organizzato una sorpresa per me. Per fortuna, nessuno cercò di entrare nel mio appartamento, dato che trovai tutto così com'era. Dopo essermi asciugata e vestita, infilai velocemente delle magliette e due costumi nella borsa. A cosa mi sarebbero serviti i costumi? Non voleva di certo fare il bagno, vero? Speravo di no, faceva un freddo cane.
Mentre mi mettevo un po' di matita nera agli occhi, qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire e trovai Harry con i suoi soliti jeans stretti neri, una maglietta bianca che lasciava intravedere i suoi tatuaggi perfetti e una fascia era avvolta sulla sua testa, per tenere i ciuffi di capelli ricci che gli ricadevano sul viso.
Era stupendo, come sempre. Gli sorrisi e lo feci entrare.
"Sei bellissimo." arrossii un po' nel dirglielo.
Harry rise mostrando le sue meravigliose fossette che amavo tanto, allungai un dito e le toccai. A quel gesto, il suo sorriso si allargò ancor di più e mi accarezzò una guancia.
"Sei pronta?"
"Sì." dissi senza riuscire a staccare i miei occhi dai suoi.
"Ti aiuto a portare i bagagli." si avviò in camera mia per prendere la borsa.
"Partiamo ora?" lo seguii.
"Sì. C'è qualche problema?" si voltò e mi guardò allarmato.
"No, no. Non preoccuparti, chiedevo solo." sorrisi per farlo rilassare e ci riuscii. Prese la mia borsa e se la caricò su una spalla, abbassai le tapparelle e chiusi la porta a chiave.
Appena uscimmo, afferrò con una mano la maniglia del suo borsone e sembrava alquanto pesante.
"Harry, davvero non preoccuparti, lascia che la porti io."
"No." rise divertito.
"Ma devi anche guidare!" protestai mentre entravamo dentro l'ascensore.
"Non preoccuparti, ce la faccio." rispose e alzai gli occhi al cielo. Arrivammo subito al piano terra e ci incamminammo verso la sua auto.
"Ci fermeremo lungo la strada per mangiare qualcosa, okay?" chiese chiudendo il portabagagli, e mi aprì la portiera.
"Sì, d'accordo." sorrisi. Ero davvero felice di passare tre giorni solo con lui, in un posto speciale, da quello che avevo capito, che per me era ancora un incognito.
Ci allontanammo dalla città e dopo mezz'ora di silenzio fermò la macchina in un autogrill.
"Allora, sei contenta?" disse addentando il suo pezzo di pizza.
"Tantissimo. Non vedo l'ora." saltellai facendolo ridere.
"Anche io."
"Mi chiedo cosa faranno gli altri ragazzi.." dissi dopo aver finito la mia pizza.
"Non so, credo che Louis farà una festa." fece spallucce e uscimmo fuori.
"Devo dire la verità, un po' mi manca la loro compagnia, anche se non li conosco un granché."
"Tranquilla,non ti mancheranno più dato che Zayn ha cambiato lezioni e ha preso le stesse nostre. Quindi saremo io, te, Louis, Niall e Zayn."
"Davvero?" lui annuì.
"Non aspettarti molto da loro."
"Che vuoi dire?"
"Zayn è molto stronzo a volte."
"A volte." gli diedi una leggera gomitata per scherzare e mi diede un bacio a stampo mettendo in moto l'auto.
Non stavo più nella pelle, ero troppo eccitata e quella mezz'oretta che mancava sembrava non finire più.
Mentre guardavo il paesaggio fuori dal finestrino, mi addormentai, sognando quelle splendide fossette.
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"Ehi amore, siamo arrivati." la voce di Harry mi riportò alla realtà, facendomi scendere dalla macchina in meno di tre secondi.
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Spazio autrice:
PERDONATEMI TANTO PER AVERVI FATTO ATTENDERE PARECCHIO TEMPO!
Sappiate che comunque non mi ero dimenticata di voi, anzi, aggiungevo un pezzo del capitolo ogni sera.
Mi dispiace tanto tanto tanto !!
In più ci si è messo il fatto di zayn.. Sono confusa per tutto questo che sta succedendo. Spero solo che un giorno zayn tornerà con delle scuse valide per tutti noi.
VOTATE E COMMENTATE PER FAVOREEEE! Mi fa molto felice vedervi scrivere cosa ne pensate :)
Passate da @desy__ !!!!
Se volete pubblicità, CHIEDETE.
Love you, al prossimo capitolo.
Xx
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Forbidden.
FanfictionFinito il liceo, Jamie decide di frequentare il college di Oxford per allontanarsi dalla sua città natale, con il fine di chiudere un capitolo della sua vita che l'aveva fatta soffrire. Arrivata alla nuova città, incontrerà nuove persone e nuove am...