Capitolo 11

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La mattina mi ritrovai dentro un letto in una piccola stanzetta. Sui muri erano attaccati alcuni poster di varie modelle e cantanti famose, c'era una piccola scrivania bianca con un portatile e una lampada grigia, un grande armadio torreggiava su utta la stanza ed era pieno di vestiti messi alla rinfusa. Era di sicuro la cameretta di Louis. Mi incamminai per il corridoio cercando di capire in quale parte della casa mi trovassi. Lungo il corridoio c'erano porte a destra e a sinistra: in ognuna di esse si trovavano camere, studi e piccoli bagni. Scesi al piano terra e trovai Louis in cucina mentre preparava del caffè. Indossava dei semplici pantaloni di tuta, i capelli arruffati e gli occhi assonnati. "Buongiorno."

"Buongiorno Jamie. Hai dormito bene?"

"Sì. tu?"

"Abbastanza."

"Era la tua camera quella?"

"No, una delle tante." mi sorrise versandomi del caffè.

"Sarà meglio che io torni a casa. Devo lavarmi, cambiarmi e prendere le cose per scuola."

"Certo. Appena finiamo ti accompagno io. Abbiamo tutto il tempo."

Dopo averlo aiutato con la casa e le stoviglie, mi riportò al mio appartamento. Appena arrivammo difronte all'edificio notai la macchina di Harry. Io e Louis ci guardammo contemporaneamente. "Aspetta che venga lui da te." annuii e gli diedi un bacio alla guancia per saluto.

Salii le scale con i battiti a mille. Mi sentivo strana, non sapevo definire come, un misto tra ansia, rabbia e preoccupazione. Quando passai davanti al suo appartamento sentii dei rumori al suo interno, così mi affrettai ed entrai dentro casa. Appena mi recai in bagno per lavarmi, bussarono.

Aprii la porta e mi ritrovai Harry che torreggiava su di me ancora un po' ubriaco.

"Perdonami." fu la prima cosa che disse. "Devi darmi spiegazioni Harry." lo feci accomodare in casa e si sedette sul divano guardandosi i piedi.

"Perché te ne sei andata?"

"Avevo bisogno di pensare, non posso perdonare alla prima botta, non sono Dio." annuì.

"Secondo te ubriacarsi e farsi le puttane è il modo per risolvere i problemi?" alzai il tono di voce. "Mi hai tradita Harry."

"Lo so! Perdonami ti prego! Dopo che te ne sei andata lasciandomi lì, in piedi, mi sono sentito abbandonato ancora e ho ricominciato a bere e-"

"Non me ne sono andata per sempre! Non lo farei mai! E poi che motivo c'era di rompere le cose di Louis?"

"Dovevo sfogarmi e poi quando ti ho vista lì mi sono arrabbiato ancora di più perchè eri tu la mia causa di sofferenza in quel momento."

"Mi stai anche dando la colpa adesso?" ci urlavamo contro.

"No, nel senso che pensavo che mi avessi abbandonato dopo aver saputo quella cosa, lo fanno tutti! E quindi ero arrabbiato. Per un momento ho pensato 'anche lei ha reagito come gli altri.' " si notava benissimo la minima presenza dell'alcol nel suo corpo, anche solo dal modo in cui parlava.

"Uno: io non sono quel "tutti"; due: è ovvio che uno reagisce così! Vuoi che ti stendano il tappeto rosso? Io non ti ho abbandonato Harry."

"Mi perdoni?"

"Harry, io non posso perdonarti per una cosa che non hai fatto a me (riguardo Helen), è per il fatto che mi hai tradita."

"Te lo giuro io avevo la testa fuori controllo, non pensavo a nulla e mi ha anche fatto schifo! Ti prego perdonami. Non posso accettare l'idea di perderti." era così tanto disperato o era solo un bravo attore? Mi sedetti accanto a lui e lo guardai negli occhi, i suoi smeraldi erano lucidi. Mi abbracciò improvvisamente affondando la sua testa nel mio collo. Rimasi immobile.

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