Il 24 arrivò in un batter d'occhio e alle sei e mezza di mattina Louis arrivò al nostro palazzo per portare me e Harry alla stazione.
"Allora, siete pronti?" chiese trionfante Louis mentre apriva il portabagagli.
Harry si lamentò e farfugliò qualcosa tra sé.
"Sì, partiamo!" risposi.
Faceva freddo quella mattina così Harry mi avvicinò a sé per riscaldarmi un po'.
Il tragitto fu breve e silenzioso.Il nostro treno sarebbe arrivato solo dopo 15 minuti così ci sedemmo ad aspettare.
"Auguri Louis!" esclamai ricordandomi del suo compleanno, saltandogli addosso e baciandogli la guancia.
"Grazie!" ricambiò il mio gesto.
"Auguri fratello. Diventi sempre più vecchio." scherzò Harry dandogli una pacca sulla spalla, facendolo ridere.
"Allora, sei felice di ritornare?" mi chiese il mio migliore amico dopo qualche minuto di silenzio.
"Sì, mi mancano le mie sorelle."
"Quante ne hai?"
"Cinque."
"Wow! Io ne ho quattro."
"Davvero? E tu sei l'unico maschio?" annuì felice.
"Beato fra le donne." intervenne Harry sghignazzando.
Una signorina all'altoparlante ci informò che il nostro treno sarebbe arrivato dopo un minuto, così ci preparammo.
Louis dormì durante tutto il viaggio mentre io e Harry guardammo fuori dal finestrino silenziosamente.
"È bello." interruppe il silenzio senza spostare lo sguardo.
"Poter viaggiare, guardare il paesaggio, o semplicemente ciò che ci circonda. Osservare." spesso pensavo a quanto Harry potesse essere profondo. Era sempre stato un grande osservatore, attento a tutto, a tutti i minimi dettagli. Aveva bisogno di qualcuno con cui aprirsi, qualcuno con cui discutere su argomenti importanti, aveva bisogno di qualcuno che si sedesse accanto a lui e ascoltasse tutto ciò che lui aveva da dire, anche stupide e piccole cose. Per me, era importante che mi abbia detto quelle parole, quella riflessione, quel suo pensiero. Non era il tipo da dirlo a chiunque. Ci eravamo fatti una promessa: io ero la sua cassaforte e lui la mia.
"Anche secondo me. Osservare ci aiuta a capire che tipo di persona è quella che abbiamo accanto ogni giorno, o chiunque altra. Però dobbiamo capirlo dalle azioni e dai fatti perché a parole siamo bravi tutti, non è vero?" Io non ero paragonabile ad Harry in quanto di profondità interiore. Lui annuì leggermente senza guardarmi.
"C'è qualcosa che ti turba?" non potei fare a meno di chiedere. Mi interessava di come stava dentro, non solo fisicamente.
"No, tranquilla." finalmente mi guardò accennando un piccolo sorriso.
"Harry sai che a me puoi dire tutto."
"Lo so." mi accarezzò la guancia.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e mi addormentai.
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"Piccola, siamo arrivati." la voce di Harry mi riportò alla realtà.
"Che ore sono?" sbadigliai.
"Le otto."
Prendemmo i nostri bagagli e uscimmo dalla stazione. Stranamente mia madre non era lì, così ci avviammo in un bar per fare colazione.
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Forbidden.
FanficFinito il liceo, Jamie decide di frequentare il college di Oxford per allontanarsi dalla sua città natale, con il fine di chiudere un capitolo della sua vita che l'aveva fatta soffrire. Arrivata alla nuova città, incontrerà nuove persone e nuove am...