Capitolo 23

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"It's been a long day, without you my friend and I'll tell you all about it when I'll see you again."

-See You Again; Wiz Khalifa ft. Charlie Puth.

Le lacrime di gioia e commozione bagnavano il foglio di carta inciso dalla sua disordinata scrittura. Aveva fatto una cosa così bella per me, nessuno mai l'aveva fatto prima d'ora.
Anche lui aveva bisogno di me come io ne avevo di lui, ci necessitavamo entrambi.
Afferrai dalla scrivania un fazzoletto per asciugarmi gli occhi e in quell'istante qualcuno bussò alla porta.
"Sì?" mi pulii velocemente il viso, piegai la lettera e la riposi nella busta.
"Sono Luke. Posso?" mi ero completamente dimenticata di fargli visita e il nostro ultimo incontro non era stato uno dei migliori.
"Certo, entra pure." aprì la porta ed entrò sorridendo, sulla sua bocca c'era un bellissimo anellino nero che abbracciava il labbro inferiore sulla sinistra e il suo sorriso era accompagnato da due amabili fossette.
"Ti sei fatto il piercing!" esclamai e lui ridacchiò annuendo.
"Posso?" feci cenno con la mano per toccarglielo e acconsentì.
"Come stai?" domandò Luke sedendosi sul letto.
"Sto come una ragazza alla quale è morto il migliore amico." feci spallucce e Luke mi strinse forte a sé facendo entrare il suo profumo nelle mie narici.
"Mi dispiace tanto Jamie." ingoiai il groppo in gola e lui strofinò forte le mani sulla mia schiena, dandomi poi qualche colpetto.
"Come va con il liceo?" cambiai discorso.
"Bene, non vedo l'ora di poter finire quest'anno e venire al college con te." esclamò. Di nuovo quelle fossette spuntarono fuori e il mio dito ne fu attratto come una calamita e lo affondai in esse, provocandogli una risatina.
"Come mai sei tornata?" chiese leccandosi le labbra e tirando con i denti il piercing.
"Avevo bisogno di staccare un po' la spina ma adesso sto bene, credo che partirò entro domani. Resterò qui massimo fino a domani mattina." mi alzai e mi affacciai alla finestra.
"Oh." c'era un velo di delusione nella sua voce.
"Sono stata qui una settimana circa, scusami se non ho pensato di chiamarvi ma-" mi interruppe.
"Stavi male, va bene non devi scusarti. L'anno prossimo avremo più tempo per stare insieme okay?" si alzò e mi abbracciò da dietro circondando le sue braccia al mio bacino.
"Sì, certo." gli sorrisi e sciolse la sua presa per portare poi le sue mani lungo i miei capelli e ci incastrò dentro le dita facendole scorrere, come faceva Harry.
"Grazie per esserci, Luke."
"Puoi contare su di me quando vuoi."
Scendemmo di sotto e avvertii mia madre che sarei partita prima del previsto.
"C'è un treno che parte stasera alle sette e mezza. Prendilo così arriverai ad Oxford non troppo tardi." e così feci.
Luke restò tutto il giorno e ci divertimmo un sacco, mi fece dimenticare della tristezza durante quella giornata; arrivata la sera me ne andai dopo averlo salutato con un forte abbraccio e un bacio alla guancia e così anche tutta la mia famiglia.
Stavo tornando da te, Harry.

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Alle nove e mezza di sera ero davanti alla porta del mio appartamento, indecisa se andare a bussare da Harry o rientrare a casa. Optai per la seconda ed entrai buttando la borsa sul divano, mi tolsi le scarpe e accesi il fuoco sotto ad un pentolino pieno d'acqua per prepararmi il tè che di solito bevevo con Harry. Non aveva senso berlo da sola.
Mentre aspettavo che l'acqua arrivasse alla temperatura di cento gradi, ritornai in sala per controllare se nella borsa avevo messo la mia preziosissima lettera. Emisi un sospiro di sollievo quando la trovai.
Versai il tè in una tazza appena fu pronto e iniziai a berlo mentre andavo riordinando gli appunti e i libri per la giornata successiva. Sentii bussare alla porta e senza curarmi del mio aspetto orripilante aprii con la tazza fumante ancora in mano.
"Jamie." il mio nome sussurrato dalle sue labbra appariva il più bello in assoluto. La mia bocca era leggermente aperta, data la visita improvvisa.
"Sei tornata." mi accarezzò la guancia. Sul suo mento era cresciuta una leggerissima peluria, i capelli sembravano molto più lunghi e incolti, le labbra screpolate, la voce sempre profonda e roca e i suoi occhi erano tornati a brillare non appena mi vide.
Era così bello sentirsi accanto a lui, sentirsi a casa.
Lo trascinai dentro senza dire una parola, posai la tazza mezza vuota e lo abbracciai. Strinsi forte le mi braccia intorno al suo collo fino a farlo tossire.
"Non uccidermi." rise allentando la presa. Rise. Dopo tanto tempo riuscii di nuovo a sentire quel suono.
"Mi sei mancato." sussurrai.
"Anche tu." strofinò la sua punta del naso con il mio e delicatamente poggiò le sue labbra screpolate sulle mie. Quel bacio si animò sempre di più, non volevo staccarmi mai, mi era mancato così tanto il suo contatto col mio.
Poco dopo interruppe il bacio per riprendere aria. La distanza tra i nostri visi era sempre minima, quasi nulla, e lentamente ci dirigevamo in camera.
Mi fece sedere sul letto riprese a baciarmi e ci togliemmo gli indumenti allungandoci lentamente. Le mie mani vagavano sul suo corpo, esploravano ogni dettaglio e la sua bocca succhiava qualche lembo di pelle sul mio collo e tra i miei seni. Poi andò a stuzzicare con la lingua sopra l'orlo delle mie mutande per poi ritornare alla mia bocca e baciarmi sempre più lentamente.
Si allungò affianco a me e attaccò il suo petto contro la mia schiena, intrecciò le nostre gambe e mi fece addormentare lasciandomi piccoli baci lungo la mia spalla.
Era così bello. Il suo sorriso era più luminoso di tutto quel posto circondato dal bianco in cui ci trovavamo.
"Sono così felice!" quanto mi era mancata la tua voce, Louis. Mi mancava non poterlo abbracciare più, non poterlo guardare più.
"Tutte le cose che abbiamo passato insieme, tutti i problemi, adesso tutto è svanito. Voglio vedervi così felici per sempre, okay?" mi disse e annuii.
"È passato tanto tempo da quando non ci sei più."
"Io sono qui adesso, ma non per sempre. Ricordati. Capirai quando sarai qui un giorno." mi sorrise.
"Non lasciarci mai."
"Mai. Non l'ho mai fatto nella mia vita terrena, figurati qui. Non vi libererete facilmente di me." ridemmo insieme fino a quando non svanì.

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