Capitolo 15

922 68 16
                                    

POV di Harry:

Non potevo crederci. La mia Gemma.

Uscii fuori sbattendo la porta violentemente e iniziai a camminare a passo veloce senza una meta, nel freddo acuto di dicembre. Avevo bisogno di andare lontano, per riflettere, per rielaborare il tutto. E se attraverso Calum sarei riuscito a incontrarla? Non lo so. Ritornare a Holmes Chapel e perdere Jamie erano le uniche cose di cui avevo paura, e ne avevo parecchia.

*flashback*

Qualcosa di freddo mi colpì la schiena mentre ero girato per fare le palle di neve. Era Gemma che, come sempre, si divertiva a imbrogliare.
"Ti avevo detto di aspettarmi prima di iniziare la battaglia!" predicai e le feci il solletico.
"Smettila Harry!" le nostre risate riecheggiavano in tutto il cortile portando allegria a chiunque l'avesse udite.
"Prendi questo!" iniziai la battaglia di palle di neve, rincorrendola intorno alla casa e inciampando sui miei stessi piedi.
"Bambini entrate! È tardi ed è ora di festeggiare con gli zii!" la voce dolce di mia madre ci ordinava di rientrare per la cena di natale.
A tavola era riunita tutta la mia famiglia, mio padre, mia madre, mio zio, mia zia e la mia adorata Gemma.
"Harry, non si toccano i capelli a tavola." mi ammonì mia madre appena vide le mie dita intrecciarsi con i lunghi capelli biondo cenere della bambina seduta accanto a me. Era un gesto che ho sempre amato fare, passare le dita fra i capelli di una ragazza, specialmente se era lei.
Sbuffando ritirai la mano, conquistandomi un sorriso da Gemma.
"Buon Natale fratellino!" mi sussurrò all'orecchio.
"Buon Natale." e le schioccai un bacio sulla guancia.

---

Alcune lacrime salate rigarono il mio viso, ma le asciugai prima che potessero raggiungere gli angoli della mia bocca. Se non avessi conosciuto Jamie adesso me ne starei fregando completamente del mio passato. Adesso sarei stato in qualche bar a bere con Louis e gli altri ragazzi, ma sarebbe stato sbagliato, sarebbe stato un errore, come sempre. Un errore. Quello significava scappare dai propri problemi e dal proprio passato. Ma stavo scappando anche adesso, stavo scappando da quella notizia, da quella difficoltà. Dovevo cominciare a prendere le cose di petto, senza ripensarci due volte.

Sentii una voce. Mi fermai. Sapevo che mi avrebbe seguito.

"Harry!" gridava Jamie preoccupata.

Mi voltai. Era lì a tre metri da me con le braccia lungo i fianchi, senza cappotto né guanti né sciarpa né cappello. Il vento le scompigliava i capelli, le labbra carnose erano diventate viola a causa del freddo e tremava come una foglia. Anche questa volta, la causa ero io.

Fece dei passi lenti fino ad arrivare a un centimetro da me. Le presi il volto con la mia mano fredda e la attirai verso il mio corpo, riscaldandola.

Dei singhiozzi silenziosi vennero emessi dal mio corpo involontariamente e lei alzò il capo.

"Come ti senti?"

"Non lo so. Non riesco a crederci. Dimmi che è tutto uno scherzo." Le nostre voci erano sussurri nel vento.

"Non lo è. Harry non puoi scappare dal tuo passato, dici sempre che vuoi rivederla e adesso che si presenta l'opportunità scappi?"aveva ragione. Aveva fottutamente ragione.

"Hai ragione."

"Torniamo a casa?"

"Solo perché non voglio vederti tremare dico sì." ed era la verità. Con il mio braccio intorno al suo bacino, tornammo a casa passando per la via silenziosa della città. Avrei voluto metterle il mio cappotto, ma non l'avevo preso neanche io.

Appena rientrammo, tutti gli occhi erano su di noi. Li ignorai tutti, non guardai nemmeno uno negli occhi, il mio sguardo era concentrato sulla mia meravigliosa ragazza e andammo al piano superiore dove si trovavano le stanze.

Forbidden.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora