Capitolo 21

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Paesello. 25 Luglio. Ore 23.58

Nella sala d'attesa dell'ospedale di Cosenza non si sentiva nessun rumore. Solo singhiozzi e pianti. Quelle pareti bianche e sterili non erano lì per consolare. Le pareti di quella stanza non aiutavano l'umore delle decine di persone che erano accorse in quel posto. Ciascuno da luoghi diversi. Ciascuno con dolori diversi. Tutti accomunati però dalla stessa paura. La paura che un caro da lì a poco li avrebbe lasciati per sempre.

I genitori di Megan, e i parenti di lei erano seduti vicini. Non si alzavano da quelle sedie da ore. Mario non aveva pronunciato una parola e non aveva versato una lacrima. Insieme a lui c'erano Giuseppe, Jennifer e Nicolò. La rossa non smetteva di piangere. Non smetteva di darsi delle colpe.

"Avrei dovuto capire che c'era qualcosa che non andava. Avrei dovuto starle vicino" diceva singhiozzando. Nicolò l'abbracciava asciugandosi di tanto in tanto qualche lacrima.

Mario si alzava spesso da quella sedia. Non ce la faceva a stare immobile.

Si avvicina dai genitori di Megan, da un bacio alla signora Maria e chiede loro se volessero un caffè.

"Ragazzi voi volete qualcosa?" chiede agli amici.

Jennifer e Nicolò fanno cenno di no con la testa.

"Mi prendo un caffè. Vengo con te però. Qui dentro mi sento impazzire." dice Giuseppe.

I ragazzi vanno fuori e si accendono una sigaretta, fumandosela in silenzio. Non hanno nulla da dirsi.

"Andiamo?!" dice Giuseppe avvicinandosi al bar che si trovava all'interno dell'ospedale.

"Ditemi?"chiede il barista

"5 espressi da portar via, grazie!"

"6!"una voce appena entrata, che non sa di nuova, si avvicina al bancone.

"Che cazzo vuoi?"chiede Giuseppe

"Voglio vedere Megan. Mi ha chiamato Nicolò!"risponde Christian.

"Se mai si sveglierà da quel letto e io saprò che è ridotta così per colpa tua, sei un uomo morto." Mario gli si avvicina, mantenendo una calma inaspettata. "Faccia di merda. Fosse l'ultima cosa che faccio, te la farò pagare. A costo di marcire in galera."

I due lasciano Chistian nel bar senza prendere i caffè e ritornano nella sala d'attesa dell'ospedale. Mario si siede di fronte a Nicolò e inizia a fissarlo senza dire una parola.

"Ho dovuto." dice lui Nico.

Pochi minuti dopo, Christian arriva nella sala d'aspetto, non curante di quello che esso stesso stava rischiando per la sua incolumità. Ha in mano un vassoio con 6 caffè che posa su un tavolino. Si avvicina alla signora Maria e l'abbraccia. I ragazzi sono in silenzio e non dicono una parola.

Mario continua a fissare Nicolò senza dire una parola.

"Se sto fermo su questa sedia è solo per rispetto dei genitori di Megan. Sappilo Nicolò."

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