Capitolo 9. Parte seconda

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Nonostante il lavoro frenetico di quel giorno, la mente di Mario vagava nel mondo delle sue emozioni, come non avveniva da tanto. Pensava al solito sogno che negli ultimi giorni si era ripresentato e lo perseguitava. Si era promesso che avrebbe chiesto consiglio a Nicolò. Non sopportava di essere influenzato così tanto da quei sogni. Lui e quella maledetta montagna che non riusciva a scalare. Poi ripercorreva gli ultimi attimi con Martina, le parole da lei sussurrate quando facevano l'amore, ricordava il suo odore e il tono della sua voce. In tutte queste settimane era stato presissimo dall'organizzazione di questa serata, ed ora è come se avesse mollato la presa. Si stava rilassando e i pensieri affioravano. Decine e decine di persone varcavano nel frattempo la porta di quel bar dove lui stava servendo birra e cocktail. Nessuna però fece più rumore di Jennifer e Giacomo.

"Ciao Mario."dice l'amico

"Ciao Già. Dimmi pure"

"Mi prepari per favore una media alla spina? Tu Jè cosa bevi? Il solito spritz?"

"No Giacomo. -la ragazza si avvicina al banco, e si rivolge a Mario- Ciao, hai un Jefferson?"

"Si. Vuoi del ghiaccio?"

"Uno grazie."

Quelle erano le prime parole che si pronunciavano dopo mesi. Intanto il barista inizia a preparare la birra di Giacomo, cercando di mantenere una certa lucidità che sembrava lo stesse abbandonando.

Lo sguardo di Jennifer nel frattempo era puntato su di lui che si era voltato di spalle, per prendere l'amaro, mostrando il suo tatuaggio. Ancora non riusciva a crederci che si erano tatuati la stessa cosa nello stesso punto. Pochi attimi dopo Mario porge le bibite ai ragazzi e Giacomo salda il conto. Lo sguardo di Mario e Jennifer si incrocia per pochi attimi prima che lei si volti per andar via senza neppure salutarlo. In quel momento preciso la lucidità abbandona letteralmente Mario. Anche il tattoo di Jennifer era uscito allo scoperto. Mario si riempie un bicchiere di acqua e si poggia al muro fissando nel vuoto e cercando di mettere a fuoco ciò che aveva appena visto.

17luglio. Paesello. Ore 01:49

Il bar è chiuso. Mario era riuscito a finire il servizio nonostante fosse rimasto letteralmente spiazzato da quel tatuaggio. Non ha mai creduto nel destino, ma stavolta era convinto che qualcosa di più grande avesse mosso le pedine sulla scacchiera. Si apre una birra, saluta il suo collega Franco ed esce dal bar accendendosi una sigaretta. Poche persone sono rimaste sulla lunga piazzetta di Paesello. Non vide nessuno della sua comitiva perciò decide di sedersi da solo su una di quelle panchine in acciaio a fissare il panorama. La vista della costa jonica da quel punto era affascinante, toglieva il fiato. Tutte le luci, dei paesini affacciati sul golfo disegnavano una C che arrivava fino alla Puglia. Nella mente ritornarono i pensieri di tutta la serata: Martina, Jennifer e poi ancora Martina e poi ancora Jennifer. E poi ancora Jennifer. La mente fece un salto nel tempo e si ricordò della prima volta che si fidanzarono pochi anni prima. Lo ricordava bene, era il 25 luglio. Quella sera il cielo calabrese era limpido e miliardi di stelle brillavano. Sotto questo spettacolo si diedero il loro primo bacio nel piccolo campo da tennis nel centro di Pesello. A quei ricordi l'autocommiserazione provata poche ore prima per la vista di Jennifer, si fece ancora più forte. Pensò tanto e si rendeva conto di quanto fosse stato superficiale nella sua vita, non soltanto con Jennifer, ma anche con Simona e con tutte quelle che passarono in quei anni. Rifletté su come il Karma, sotto le vesti di Martina, fosse tornato a bussargli alla porta chiedendogli di pagare il conto di quella sofferenza che volente o dolente aveva provocato a quelle ragazzine.

I suoi pensieri vengono interrotti, quando a poche decine di metri Giacomo accosta con l'auto e fa scendere Jennifer. La saluta e riparte sgommando.

Mario si alza, dà un calcio a una lattina di Estathè a limone, sale in macchina e va via.

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