Capitolo 8

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17:12. Torino.

Intanto, un migliaio di chilometri più in là...

"Jennifer?! Ti vogliono al telefono."

"Chi è pa'?"

"Il solito che ti chiama da giorni. Chi è?" Jenny non risponde. "Ma lo sa che ha rotto leggermente i cog..." dice sorridendo, mentre mantiene la mano sul microfono per non fargli sentire il "complimento" a lui destinato.

"Papà!" dice Jennifer con un'aria autoritaria. "Passami il telefono! E per favore trovami il cordless."

"Vuoi anche che ti faccia una manicure?"

"Mamma, me lo porti tu?"

Intanto dall'altra parte qualcuno sorride per il piccolo siparietto nell'altra casa.

"Scusami eh!" dice Jennifer all'interlocutore "Grazie mamma!"

La signora le porta il telefono portatile e lei va in camera sua.

"Pronto?"

"Ma ti pare che io possa essere quello?"

"Megan!? Da quanto tempo. Come stai?"

"Io bene. Molto bene. E tu? Da quanto tempo non ho più tue notizie. Vieni per le vacanze?"

E la telefonata va avanti così. Per più di un'ora e mezza. Parlando e sparlando di tutti come solo le donne sanno fare. Racconti del passato. Progetti del futuro. Una parla di delusioni. L'altra di nuovi amori. E così via...

Ore 18:25. Paesello. Campo di calcio a cinque.

Arriva al campetto con cinque minuti di anticipo, come mai era successo prima. Saluta qualcuno. Già ci sono tutti. Non manca nessuno. Neanche il suo amico Christian. Sta parlando con qualcuno della squadra avversaria. Apparentemente per Mario non era un problema giocarci insieme. Forse lo era per lui. Adesso si vedono. Christian prende le sue cose e si allontana dal campo. Nessuno parla. Nessuno dice niente.

<<Non ho mai visto un bambino di ventun' anni.>>

Probabilmente Christian non si aspettava che Mario sarebbe andato giocare. Accende il suo Scarabeo grigio metallizzato e va via senza salutare nessuno.

Ora sono in nove. Perciò dispari. Non si può giocare.

"Ok! Vado via io. È giusto così!"dice Mario.

Intanto ancora nessuno parla. Non sanno cosa dire.

"Alla prossima. Ci vediamo."

Mario saluta tutti e sale sulla sua 147. Abbassa il finestrino e mette un po' di musica.

<<Vado a comprare le sigarette va.>>

Arriva al bar tabacchino dove incontra vecchi amici di Modena scesi per le ferie estive. Tra una chiacchiera e l'altra un po' di birre vanno giù.

<<Menomale che oggi non lavoro.>>

"Ehi ma con la figlia di Bruno ci stai ancora?" chiede un ex compagno di classe di suo padre.

"No, no, ci siamo mollati da un po'"

"Sempre la stessa testa di cazzo hai tu, eh?! L'opposto di tuo padre!"

Giustificarsi con un mezzo sconosciuto era l'ultima cosa che voleva in quel momento. Così abbozza un sorriso, si congeda e fa per andar via. In quel momento entra nel dehor del bar Simona con la sua sorellina per comprare un gelato. Gli sguardi di entrambi si incrociano nuovamente per la terza volta in poche ore, e quelli che prima erano due sorrisi si trasformano in due pugni nello stomaco. Intano Mario esce dal bar.

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