17 luglio. Paesello. Ore 09:49
Si rovistavano nelle lenzuola gelide, i corpi erano incastrati perfettamente. Lei lo guardava fisso negli occhi senza avere un'espressione. Lo spinge via . Si alza ed è già vestita. Lui vorrebbe dire qualcosa. Vorrebbe urlare, ma non una sola parola riesce a uscire da quella bocca. Lo fissa ancora. Lui è nudo e immobile sotto quelle lenzuola. Lei prende un cuscino e cerca di soffocarlo. E lui immobile . Perde il respiro.
"Mario. Mario che succede?"
Gabriella aveva sentito delle urla che provenivano dalla stanza del fratello, e senza farsi troppi scrupoli aveva spalancato la porta, trovando Mario con gli occhi spalancati pieni di lacrime e il respiro affannato. Mario l'abbraccia e scoppia a piangere. Un pianto di liberazione e di tormento che dopo tutto quel tempo era riuscito a versare solo addosso a sua sorella. Gabriella lo abbraccia forte continuando a chiedere cosa fosse successo, ma lui continuava a piangere come un bambino senza dire una parola.
17 luglio. Paesello. Ore 10.31
Mario esce dalla doccia. Si mette l'accappatoio e si asciuga, ma il viso era ancora bagnato dalle lacrime che continuano a scorrere.
Nello stesso tempo a pochi km da casa sua, in un altro appartamento la situazione non era molto differente. Simona era seduta sul letto a fissare lo specchio davanti a lei con gli occhi carichi di lacrime.
17 luglio. Paesello. Ore 14:17
Mario arriva al mare contemporaneamente con Giuseppe, sul lido trovano Giacomo e Jennifer che bevono un caffè. La ragazza chiama Giuseppe da lontano e lo invita ad avvicinarsi e bere qualcosa insieme a loro. Mario intanto sta parlando al cellulare e saluta solo con un cenno da lontano Giacomo.
La spiaggia era piena nonostante non fosse ancora il pieno della stagione. La comitiva si era riunita, e diversi di loro giocavano a carte sul lido bevendo birra fresca. Erano momenti di serenità e spensieratezza, e nessuno di quegli adolescenti poteva neppure immaginare che da lì a breve sarebbe iniziata un'estate che avrebbero ricordato per sempre.
17 luglio. Paesello. Ore 16.30
Christian scende dalla macchina e raggiunge un po' di amici sotto l'ombrellone. Megan prende dal braccio Jennifer e la costringe a fare un bagno.
"Non voglio venire in acqua."dice Jennifer all'amica "c'è quel coglione e non voglio avvicinarmi a lui."
"Jè, non rompermi le palle e stai zitta. C'è un cazzo di oceano, mica devi andare vicino a lui."
Mario vede arrivare Christian, poco dopo le ragazze entrare in acqua e si avvicina. Megan era abbastanza scura in viso.
"Cosa c'è che non va?" chiede Mario "vuoi che lo prendo a calci nel culo? Tu dimmelo e lo sai che lo faccio!"
"Tu non devi fare nulla. Devi stare tranquillo e zitto. Non devi muovere un dito e non devi dire una parola. Siamo intesi?"
Jennifer ascoltava la conversazione in silenzio e con la testa abbassata. Nell'acqua fissava il riflesso del viso di Mario, per un attimo gli sguardi si incrociarono.
"Tienilo lontano da te Megan." così dicendo il ragazzo esce dall'acqua, prende il suo telo mare e si asciuga. Pochi minuti dopo sarebbe andato via.
17 luglio. Paesello. Ore 17.10
Mario torna a casa e si infila sotto la doccia. Stavolta non piangeva più , il suo pensiero non era più per Martina che da diverse notti cercava di ucciderlo nei suoi incubi, e neppure su Christian che aveva rivisto dopo tanto tempo. Di fronte ai suoi occhi c'era Jennifer. Era come se l'avesse fotografata e stesse rivedendo quelle foto. Aveva di fronte a lui quel tatuaggio, che aveva visto la sera prima, e che aveva fissato al mare, tutt le volte che Jennifer era girata di spalle. Era ossessionato da sapere perché lo avesse fatto. Prende il telefono e cerca il numero di Megan. Tasto verde e subito tasto rosso, senza neppure far partire la chiamata. Cerca Giuseppe, tasto verde.
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ONE SUMMER
RomanceScrivere un romanzo su un'estate adolescenziale è come scrivere un'autobiografia macchiata dall'esperienza dei 30 anni. Questo romanzo nasce oltre 15 anni fa, dopo aver vissuto insieme ai miei amici un'estate di cui portiamo ancora i segni addosso...