Quando riprendi in mano un romanzo dopo 15 anni, devi assumerti delle responsabilità e dei rischi. La responsabilità di dire le cose come stanno. Il rischio di non avere più nulla da dire. Quando questo romanzo nasce voleva raccontare una storia. La storia di Mario, innamorato dell'amore. Finalmente nell'ultimo capitolo lo avrebbe trovato. Quando questo romanzo viene ripreso in mano voleva raccontare la verità su questi 30 anni.
Purtroppo in questo momento mi sento di aver detto tutto e di non avere più la forza di dire altro. Di aver detto tutto quello che penso. Tutto quello che è successo. Tutte le cose che non sono riuscito a dire. Questa storia aveva una fine già scritta. Ma probabilmente è meglio che non veda mai la luce. Sicuramente non adesso.
In questo momento non ho più niente da dire. Non ho più nulla da scrivere. C'è solo la solitudine di aver avuto ancora ragione.Purtroppo, ciò che è giusto adesso è mettere in stand-by ONE SUMMER, sperando in un altro finale. Magari a lieto fine. Perdonatemi ma oggi questo finale non lo so scrivere.
Chiedo scusa a chi voleva qualcosa di diverso. A chi insieme a me ha vissuto questa storia come se fosse sua. Chiedo scusa a chi ha investito del tempo. Ma io adesso non ce la faccio. Forse un giorno ci rivedremo. Spero non tra 15 anni.Un abbraccio a tutti.
Michele
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ONE SUMMER
RomanceScrivere un romanzo su un'estate adolescenziale è come scrivere un'autobiografia macchiata dall'esperienza dei 30 anni. Questo romanzo nasce oltre 15 anni fa, dopo aver vissuto insieme ai miei amici un'estate di cui portiamo ancora i segni addosso...