Capitolo 3

169 15 12
                                    

L'uscita a quattro era stata confermata per il giorno dopo. Mario era in bagno, con un occhio si guardava allo specchio e con l'altro era fisso sul telefono, aspettava di ricevere una risposta da Martina.

Fuori dalla porta la voce di sua mamma:

"Mario? C'è giù Christian! Ha appena citofonato. Che gli dico? Lo faccio salire?"

"No Mà...digli che sto scendendo, come ho già fatto io due minuti fa al telefono. Eccheccazzo tutta sta fretta."

10 minuti dopo...

Christian non dà neanche il tempo di scendere gli ultimi scalini e assale Mario:

"E meno male che stavi scendendo! Sei sempre il solito! Porca troia non cambi mai! Sei sempre in ritardo!"

Mario si ferma e con durezza dice:

"Guarda che non ci metto niente a risalire. Se vuoi che non lo faccia stai zitto e salta in macchina. Andiamo con la mia!"

"Ehi ma che cazzo ti prende? Sto scherzando."

"Dai su, sto scherzando anch'io, stai tranquillo. Ti lamenti sempre porca troia."

Le loro conversazioni non erano nuove nè ad un certo tipo di linguaggio né a soliti battibecchi. Nelle ultime giornate però questi erano diventati la routine. Si erano intensificati come mai prima.

Mario cerca di abbassare un po' i toni. "Oh ma quindi oggi al mare? Ma non c'era freddo?"

Christian inizia a raccontare la sua giornata al mare. Le sue parole non hanno però nessun orecchio all'ascolto. Mario s'incammina verso l'auto dandogli le spalle e continuando a lasciarlo parlare a vuoto. Accende l'auto e inizia a far salire i giri senza staccare il piede dalla frizione. On. Accende lo stereo. Ligabue. Bambolina e barracuda.

<<La nostra canzone. La canzone mia e di Martina.>>

"Già, perchè c'è sempre una parte da recitare."

"Mario?" dice Christian con voce rauca, quasi spaventata.

"Che c'è?" gli risponde senza guardalo.

"Guarda che se non vuoi venirci, non importa. Non ti preoccupare per me. Uscirò un'altra sera con Serena.

"Ma sono tranquillo. Sali dai. Ci stanno aspettando."

Sale in macchina. Mette la cintura. Inizia a cantare timidamente quella canzone, che chissà quante volte aveva ascoltato. Lui amante diLigabue. La conosceva perfettamente a memoria. Anche se in quel momento l'impressione che dava era tutt'altra. Conosceva ogni parola. Ed è grazie a lui che quella era diventata la canzone d'amore di Mario e Martina.

01:51.Paesello. Lungomare. Un po' di mesi prima.

 Un po' di mesi prima

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
ONE SUMMERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora