Epilogo 1.

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4 anni dopo.

"Non vuoi riprovarci?" domandò tormentato.

"Esci subito da casa mia!" urlai lanciando di prepotenza una soffice coperta che stavo piegando prima dell'interruzione.

"Altrimenti chiami la polizia babbana?" mi beffeggiò.

"Altrimenti mi faccio portare ad Azkaban dopo averti ucciso" dissi arrabbiata. Non poteva presentarsi ogni volta così senza il minimo preavviso. Mi ci erano voluti interi mesi per crearmi una routine, una vita decente. Tutto era estremamente statico, prevedibile, potevo controllarne ogni singolo dettaglio e mi faceva stare bene, mi faceva sentire in pace con me stessa, tutto doveva essere in ordine.

Ripresi la coperta da terra e piegandola con cura la riposi su una pila, accendendo l'aspirapolvere per non sentirlo parlare.

"Perchè non usi la bacchetta?" alzò il tono di voce.

"Non sono affari tuoi" risposi acida. Con la magia riordinavo tutto in fretta e non mi piaceva, dovevo soffermarmici, passare le ore intere a pulire l'ambiente intorno a me come se stessi ripulendo me stessa, quasi in un modo maniacale. Farlo come qualsiasi altro babbano era molto più soddisfacente.

"Lil" piegò di lato il viso.

"Non osare chiamarmi in quel modo" affermai scioccata.

"Aria scusami ti prego, voglio solo parlare. Potresti posare quell'aggeggio infernale?"

"Mi hai ferito in modi che nemmeno immaginavo fossi capace di fare, in posti che non immaginavo fossero attaccabili e ora vieni qui a chiedermi di spegnere questo coso!?" risposi secca, continuandolo a trascinare sul pavimento già pulito e brillante.

"Lo so e mi torturo ogni volta per questo ma diamine Aria, sono passati quasi quattro anni da quel maledetto giorno" si tirò i capelli con frustrazione.

"Già Draco, ben quattro anni. Chi ti fa credere che io ti ami ancora?" domandai sarcastica ponendomi su un piedistallo immaginario.

"Saprai pur essere brava a parole piccola ma quello sguardo non mente e non mente nemmeno il tuo corpo" sogghignò.

"Che c'entra il mio corpo ora?" domandai irritata. Non l'avessi mai fatto, si avvicinò furtivamente tracciandomi la clavicola con le dita. Era il primo contatto ravvicinato che avevamo da tempo e mi spaventava.

"Rabbrividisci, proprio come immaginavo" affermò soddisfatto staccando la spina dell'elettrodomestico che poggia sul muro sconfitta.

"Ti odio. Anzi, non provo più nulla, mi sei indifferente" lo scansai in modo brusco, ormai sapevo stare da sola, mi ci ero abituata, quasi godevo della solitudine.

Era da settimane che si faceva vivo sotto casa mia e nei posti che frequentavo, era diventato uno stalker e per quanto ad una parte di me piacessero tutte quelle attenzioni, un'altra più razionale le riteneva ingiuste. Mi ci era voluto tempo per guarire, non volevo fargli mandare tutto a puttane perchè sapevo che ne sarebbe stato capace.

Draco restava e sarebbe per sempre rimasto nei miei pensieri, tra ogni singolo capello che aveva intrecciato intorno al suo dito, nelle mie labbra, tra le mie gambe, nel ciondolo che non decidevo a gettare, nella vecchia polaroid che mi ostinavo ad usare, nella sua felpa ormai allargata, nella neve, nella luna. Draco era ovunque ma per me non rappresentava più un'ossessione, era più come un qualcosa che stava lì innocuo a far parte di me.

Accettavo la sua presenza nelle piccole e grandi cose e accettavo il fatto che i miei sentimenti per lui non si fossero assopiti del tutto. Mi ero studiata a fondo, ogni mio piccolo difetto, e sapevo di amarlo nonostante tutto ma ero diversa, più consapevole, meno affrettata. Un tempo mi sarei gettata ai suoi piedi pur di sentirmi dire che mi amasse, che non mi avrebbe mai lasciata. Mi ero sentita ridicola, una nullità e avevo raggiunto il fondo ma l'importante era che fossi riuscita a ritrovare la luce.

Poison//Draco Malfoy 🎯🔞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora