Sedici

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-Ehi, buongiorno. 

Mi sveglio con la voce di Leo proveniente dal telefono. Ci siamo addormentati entrambi parlando al telefono. 

-Buongiorno Leo. 

Sono un po' indolenzita dato che ho dormito sulla poltrona e non sul letto, ma mi sento felice. 

-Attacco ci sentiamo più tardi piccola. 

-Va bene a dopo.

Mi diriggo in cucina per andare a fare colazione, mia zia già se n'è andata a lavoro. Prendo una tazza di latte con dei biscotti e ritorno sulla poltrona. Sono felice di star ricominciando a mangiare come una volta e sto recuperando anche un po' di peso, che ho perso durante tutto il periodo in cui non riuscivo ad ingoiare neanche la saliva, questo credo sia solo e unicamente grazie a Leo. È stato la luce che ha illuminato le mie tenebre, la mano che mi ha riportato su e mi ha fatto tornare a respirare, la spalla su cui ho potuto piangere, la persona che mi ha fatto tornare a ridere.

Mi cade l'occhio su una matrioska di colore blu posizionata sulla libreria e penso che siamo un po' tutti delle matrioske. 
Da fuori sembriamo grandi, forti ma poi quando iniziamo ad aprirci si scoprono delle parti intime della nostra anima, fino ad arrivare a quella più piccola, il dolore più grande, quello che abbiamo seppellito dentro altri dolori. Poi però quel dolore che era destinato a rimanere nascosto, quando esce inizia a far male e se non ci si è aperti con la persona giusta finisce per diventare nero e non resta altro da fare che ricomporre i pezzi della matrioska per nascondere dolori dentro dolori e tingersi un sorriso, sembrando forti. 

E io? Sono proprio così, mi sono aperta con lui, strato dopo strato, fino ad arrivare al dolore più intimo dell'anima, avrò fatto bene? Oppure diventerà nero? 

*****

Credo di aver passato la giornata più noiosa della mia vita. Sono stata sola tutto il giorno, ho provato a scrivere a Leo ma non ha neanche visualizzato i messaggi, sembra quasi volatilizzato. Chiamo mia zia per sapere a che ora torna e risponde subito. 

-Zia? 

-Elisa dimmi, tutto bene? 

Che carina, si preoccupa sempre di sapere come sto e io mi rendo conto solo adesso di non averglielo mai chiesto. 

-Si certo, vorrei solo sapere a che ora torni. 

-Ecco, oggi c'è molto lavoro, non credo di tornare per cena, se hai fame ordina qualcosa, cerco di tornare il prima possibile. 

-Ah ok. Allora a dopo. 

-Ma tutto bene si? 

-Si zia, non preoccuparti. 

Ottimo. L'unico giorno in cui non voglio altro che compagnia, non c'è nessuno. Mi è anche venuta fame, ma a casa come sempre non c'è niente, dato che mia zia a causa del lavoro non ha mai tempo per fare la spesa. 
Cerco il numero della pizzeria sul telefono, non mangio la pizza da troppo, ne ho assolutamente bisogno. Ordinare la pizza o altre cose, mi ha sempre causato ansia, inizio a balbettare perché mi sento in imbarazzo, ma se non voglio morire di fame sono costretta a farlo. 
Appena mi rispondono sussulto e poi ordino. 

-E-ecco vorrei ordinare una d-diavola. 

Cazzo ma perché balbetto? Appena finisce di prendere l'ordinazione attacco subito e tiro un sospiro di sollievo. 

Ora devo trovare qualcosa per ammazzare il tempo. Tv? No, non c'è niente di bello da guardare. Dormire? No, dormo già troppo, sto diventando peggio della bella addormentata, con la differenza che io non ho un principe che mi bacia per farmi svegliare. E allora l'unica cosa da fare è leggere. Credo non ci sia niente di meglio, molti dicono che la lettura faccia bene e mi piace anche moltissimo, ma una volta finito un libro, mi assale la tristezza. A volte vorrei poter vivere all'interno di essi, si entra in un mondo completamente diverso da quello reale, si va nel mondo della magia, in quello del mistero, ovunque uno voglia sbarcare, si viaggia restando fermi.
La mente è l'arma più potente che gli umani hanno, la mente ti guida, ti porta altrove, con essa si può fare di tutto e la lettura è un mezzo che l'aiuta per poter viaggiare.

Inizio a leggere, a vagare con la mente, a sentirmi la protagonista del libro, soffrendo e ridendo come lei fino a quando non bussano alla porta. Finalmente pizza! 
Apro la porta e non guardo nemmeno in volto il fattorino. 

-Ecco prendo i soldi. 

Gli do i soldi e prendo la pizza, ancora con lo sguardo rivolto verso il basso. 

-Ehi senti. 

Alzo lo sguardo di scatto, riconosco quella voce, quella voce che mi ha ferito in pochi minuti con una semplice frase. 

Tu sei quella che ha perso i genitori vero? 

Sto per chiudergli la porta in faccia ma la blocca con un piede. 

-Aspetta ti prego! 

La riapro lentamente, tanto non se ne andrà fin quando non lo farò. Ho lo sguardo rivolto verso il basso, con il cartone della pizza tra le mani e la frase che ancora mi rimbomba in testa. 

-Scusami davvero, a volte sono troppo diretto, mi dispiace immensamente. Ti va di ricominciare da capo? 

Ci penso un po' su. Sono ancora un po' ferita dalle sue parole, ma sembra davvero dispiaciuto. 

-Va bene. 

Dico quasi sussurrando e finalmente incontro i suoi occhi e vedo sempre quel senso di familiarità, non capisco proprio chi sia, mi sembra di conoscerlo già. 

-Ti dispiace se entro un po'? Tanto ho finito il turno. 

-Ehm… Certo.

Acconsento anche se tutta questa confidenza non mi piace tanto. 

-Non sei giovane per lavorare? 

-Si ma è una storia un po' lunga. In poche parole io non sono di qui, ma sono venuto a cercare una persona a me cara e ho bisogno di soldi per poter vivere quindi eccomi qui. 

Tipo curioso, vorrei chiedergli chi è la persona che sta cercando e perché ma non posso perché se lui si aprirà con me, io dovrei aprirmi con lui ed è meglio che la matrioska più piccola la conosca solo Leo.

Mi sento a disagio, non so che dirgli, sono un paio di minuti che io sto in silenzio e lui analizza l'ambiente intorno. Per fortuna gli squilla il telefono. 

-Va bene vengo. 

Si rivolge alla persona dall'altra parte del telefono. 

-Mi dispiace devo andare, ma non preoccuparti non ti libererai di me così facilmente, ora so anche dove abiti. 

Rispondo solo con una risata. Cazzo elisa ma dovevi per forza ordinare la pizza stasera? Non potevi non mangiare? Mio dio mi sto odiando. 
Esce di casa e ci salutiamo. Credo che Giacomo si inchioderà nella mia vita e non so se questa sia una buona cosa, leggo nei suoi occhi che è una brava persona ma sento che mi porterà solo delusioni. Ma perché? 

ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora