Vengo svegliata dalla luce accecante del sole che mi arriva dritta agli occhi. Mi giro dall'altro lato e mi metto con la testa sotto le coperte per cercare di dormire almeno un altro po' ma mia zia spalanca la porta e entra in camera.
-Hai visto che bella giornata oggi?
Dice sorridendo e poi, apre le tende così da far entrare ancora più luce, proprio quello che non volevo.
-Chiudi quelle tende e lasciami dormire.
-Sempre dormire, dormire, che ne dici di uscire a prendere una boccata d'aria?
-La boccata d'aria posso prenderla semplicemente affacciandomi alla finestra, quindi no grazie.
-Ho capito, vado a preparare la colazione.
-Aspetta prima chiudi le ten-
Troppo tardi, se n'è già andata. Credo di essere costretta ad alzarmi, così, con tutta la mia poca forza di volontà, vado a sedermi sulla poltrona. Poco dopo mia zia viene a portarmi del latte caldo con un cornetto semplice. Mi chiedo perché porta sempre il cornetto sapendo che non lo mangio, spera troppo. Prendo la tazza e guardo fuori dalla finestra, vorrei essere lì a correre con i miei genitori e col vento che mi accarezza la pelle.
-Oggi devo fare un po' di commissioni ma credo di tornare in tempo per quando arriva Robert.
Annuncia mia zia dopo aver rifatto il letto.
-Okay…
-Se hai fame di là c'è un panino con del salame, io devo andare. Mi dispiace lasciarti da sola però…
Forse non ha ancora capito che sono solo anche quando c'è lei…
-Non preoccuparti, va.
-Emh… Okay, cerco di fare il prima possibile.
Mi saluta velocemente e esce di casa e io invece, guardo nel vuoto col silenzio che mi fischia nelle orecchie.
*****
Qualcuno bussa rumorosamente alla porta, ma non ho voglia di alzarmi per andare ad aprire. Forse dovrei però? Dato che il killer sta quasi per buttarla giù, decido di andare.
-Era ora.
Il killer è mia zia.
-Ho dimenticato le chiavi. Robert è già arrivato?
-No.
Mi riaccomodo sulla mia poltrona, ma appena lo faccio qualcun altro suona il campanello. Mia zia si guarda un attimo allo specchio e poi apre.
-Prego, entrate.
Oddio no, è arrivato lo psicologo e con lui di nuovo suo figlio, ci manca solo che la prossima volta porti anche sua moglie, la famiglia al completo. Vorrei poter avere il potere di scomparire a mio piacimento, o anche solo di far scomparire gli altri.
-Eccoci qua.
Si posiziona vicino a me e Leonardo(?) invece dietro.
-Allora che mi racconti oggi?
Ma che domande fa? Cosa dovrei dirgli? Non faccio altro che fare il nulla.
-Niente.
-Mh… Come ti senti?
Cavolo se fare lo psicologo vuol dire fare domande inutili, allora è il lavoro adatto a me.
-Come ieri, e l'altro ieri e qualunque altro giorno della mia vita. Abbiamo finito?
-E come ti sei sentita in tutti questi giorni?
Stiamo scherzando? È un continuo gioco di parole. Decido di non rispondere e passano svariati minuti in cui lui tenta di estrapolare le parole dalla mia bocca.
-Ehi, scusate se interrompo, di là c'è qualcosa da mangiare se avete fame o se volete fare la pausa.
Dice mia zia entrando in camera.
-Accetto volentieri qualcosa, oggi non ho pranzato. Nel frattempo prova a sforzarti di aprirti con me.
-Prego mi segua.
Escono entrambi per dirigersi in sala da pranzo. Sento su di me lo sguardo di Leonardo e io odio avere gli occhi puntati addosso.
-Hai davvero molti libri.
Dice fissando la mia libreria. In effetti, ho sempre trovato nella lettura la forza per andare avanti, essa mi ha aiutato a viaggiare da un mondo all'altro, ad avere tanta immaginazione, a darmi un motivo in più per vivere, ma purtroppo anche ad essere più sensibile, ed ora neanche essa può salvarmi dalla situazione in cui mi trovo.
-Eh già.
-Ti piace leggere?
No, mi piace guardarli. Lui e suo padre devono fare un corso per imparare a porre le domande.
-A quanto pare.
-Figo.
Figo? Ha detto figo? Ma in che senso?
-A te?
-Non più di tanto, ma ne ho letti alcuni.
Interessante direi.
-Qual è il tuo preferito?
-Quello lì.
Dico guardando il libro sulla scrivania.
-A un metro da te. Di che parla?
-C'è la trama lì.
-Ah giusto. Ti da fastidio se me la metto a leggere li?
-Fa come vuoi.
Si rimette dietro di me e contemporaneamente rientra Robert.
-Rieccoci. Pronta a parlare?
Credo di non aver mai odiato una persona così tanto. Mi fisso a guardare l'albero e le sue parole nemmeno più mi entrano nelle orecchie.
-Va bene, credo sia ora di andare.
Finalmente.
-Ci vediamo presto Elisa e spero la prossima volta andrà meglio.
Tutti sempre a sperare, okay che è l'ultima a morire, ma prima o poi muore.
-Arrivederci, andiamo Leonardo.
Lui si avvicina a me e dice:
-Capisco perché è il tuo libro preferito, già solo dalla trama è bello. Lo poggio qui. Ciao.
-Ciao.
*****
Il cielo si scurisce e il sole fa posto alla luna, ormai le giornate passano senza lasciarmi nulla. Mi metto nel letto sotto le coperte, il problema è che non riesco a dormire. Mi giro da un lato, poi dall'altro, ma niente. Oggi non è giornata. Mi risiedo sulla poltrona. Il mio occhio cade sul libro, sembra come chiamarmi a sé, così lo prendo, leggere un po' forse mi farà bene.
Apro la prima pagina ma noto subito un numero scritto a matita. E questo? Non l'ho fatto io. Sotto c'è anche una scritta "Text me".
Aspetta cosa!? È stato Leonardo, quello è il suo numero di telefono. E ora? Che dovrei fare? Dovrei scrivergli? Ma perché mi ha dato il suo numero? Vuole farmi da psicologo notturno? E poi perché in inglese?
STAI LEGGENDO
ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ?
RomanceÈ così straziante quando ti viene levato ciò a cui tieni di più, un minuto prima ce l'hai e l'altro no, nemmeno il tempo di rendertene conto, dal nulla non hai più ciò che avevi. È proprio ciò che è successo a Elisa, un'adolescente dall'animo dolce...