Ho la testa in confusione, non riesco a capire più niente, sento che sto per esplodere per tutte le emozioni contrastanti che sto provando. Chi è davvero mio padre?
Ora sono seduta su una sedia vicino al tavolo, con Giacomo alla mia destra e mia zia in piedi davanti a noi, aspettando che inizi a parlare. Magari le cose non sono andate proprio così, no?-Allora, iniziamo con ordine. Cosa le hai raccontato?
Dice mia zia rivolgendosi a Giacomo e lui racconta per filo e per segno ciò che aveva prima narrato a me. Nel risentire quelle parole avverto una stretta al cuore, come se qualcuno me lo stesse strizzando fino a non farlo più esistere.
Dopo aver ascoltato tutto senza aver proferito parola, si siede anche lei, continuando a restare in silenzio.-Allora zia? È andata davvero così?
Mi aggrappo ancora a una piccola speranza, illudendomi che la realtà dei fatti possa essere un'altra.
Mi prende delicatamente le mani.-Sai Elisa, a volte le persone commettono degli sbagli e ci-
Allontano bruscamente le mani, alzandomi in piedi.
-Non è questo quello che voglio sentire. Dimmelo. Dimmi se ha fatto veramente ciò o no.
Mi guarda quasi impaurita.
-Elisa, tuo padre all'epoca si trovava in una situazione un po' difficile e-
La blocco di nuovo.
-Non girarci attorno. Basta un sì o un no. Non servono scusanti, lui poteva fare qualcosa anche dopo e invece non ha agito. Ora rispondi.
E poi, con la testa abbassata come se fosse stata lei a commettere qualcosa di brutto emette un esule "Si" che giunge a me come una pugnalata al petto.
A quel punto corro in camera mia e chiudo a chiave, facendo scivolare il mio corpo sulla porta. Mi prendo le ginocchia tra le braccia e resto rannicchiata.
Sento mia zia bussare ripetutamente alla porta, chiedendomi per favore di uscire ma non ottenendo nessuna risposta da parte mia.
L'unica certezza che ho sempre avuto sono stati i miei genitori, loro che mi hanno sempre sostenuta, che mi hanno dato tutto l'amore che si possa dare e desiderare. Sono sempre apparsi ai miei occhi come l'idea di perfezione, erano sempre così buoni e affrontavano ogni difficoltà con tenacia. Ma ora non so più chi siano, soprattutto mio padre. Forse questa è solo l'immagine che io mi sono creata di loro, ma non sono mai stati così.Perché? Perché cazzo mio padre ha abbandonato quella povera donna al suo destino? Perché non l'ha aiutata? Perché dopo essersi fatto una famiglia, non ha tentato di rimediare al suo sbaglio? Perché non ha mai voluto dirmi niente? Avevo il diritto di saperlo, dovevo sapere che razza di persona è, dovevo sapere che ho un fratellastro. E di mia madre non riesco a farmi nessuna idea chiara. Lei anche sapeva tutto, ma ha preferito tenerlo nascosto. Per Annarita, invece, non riesco a provare altro che pena per ciò che ha affrontato e stima perché anche se da sola ce l'ha fatta. E Giacomo, ho sempre sentito che ci fosse una sorta di legame tra di noi e ora tutto si spiega.
Mi cade l'occhio sull'albero, quello che ho sempre pensato facesse da interlocutore tra i miei genitori e me, quello che ho piantato insieme a loro, il simbolo della nostra famiglia. Mi alzo in fretta e chiudo nervosamente la tapparella così da non poterlo più vedere rimanendo nel buio più assoluto. Non ce la faccio, la testa mi esplode. Sono solo arrabbiata col mondo, con mio padre. L'unica fottuta certezza che avevo, sta andando in frantumi, mi sembra che il mondo che ero riuscita a ricomporre pezzo dopo pezzo, soprattutto grazie a Leo, stia andando di nuovo in frantumi.
Leo. Ho bisogno di lui. Ho bisogno che mi stia accanto, che mi faccia comprendere tutta questa merda.
Prendo il telefono e compongo il suo numero. Dopo un paio di squilli, sento la sua voce melodica:
-Ehi piccola.
Seguono minuti di silenzio, perciò dice:
-Tutto bene? C'è qualcosa che non va?
Ingoio il groppo che si era formato in gola e trovo la forza di parlare:
-Leo, non capisco più niente. Mio padre, non so più chi sia... Mia madre... Mia zia, loro sapevano tutto e-e giacomo. Le-
Non so se fosse a causa mio tono di voce tremante e le lacrime che scendevano rigorose sulle mie guance, ma sento le parole che desideravo:
-Elisa, aspetta. Sta tranquilla, vengo subito lì.
Riattacca subito dopo e io mi rannicchio di nuovo sul pavimento freddo, con lo sguardo fisso nel buio e le lacrime che scendono silenziose, aspettando che il mio ragazzo venga e ripercorrendo ancora una volta tutto ciò che mi è stato rivelato.
Dopo poco, sento bussare alla porta. Inizialmente non mi smuovo dalla mia postazione pensando che sia mia zia. Ma poi lo sento, sento la sua voce.-Elisa, sono io.
Mi alzo lentamente e giro la chiave per poi sedermi nuovamente per terra. Leo apre e chiude velocemente la porta prendendo posto accanto a me. Mi prende il viso tra le mani asciugandomi le lacrime che poco prima rigavano il mio viso:
-Piccola, che è successo?
Mi appoggio al suo petto e lui mi stringe forte, baciandomi la testa:
-Leo, Giacomo è... mio fratello.
-Cosa!?
Esclama e io annuisco lievemente.
-Sentivo che nascondesse qualcosa, ma non immaginavo beh, che fosse tuo fratello. Ma come è possibile?
Sembra più scioccato di me.
-Annarita, la madre di Giacomo è rimasta incinta di mio padre ma lui, quel pezzo di merda, si è lavato le mani. Mia madre, mia zia, loro sapevano tutto e non mi hanno mai detto niente. Capito? La mia vita è sempre stata una menzogna, un cazzo di nessuno che mi abbia detto di Giacomo. Se non fosse stato per lui, molto probabilmente io ora avrei ancora l'immagine falsa di mio padre. Per chi ho versato le mie lacrime tutto questo tempo? Per chi ho sofferto tutto questo tempo? Per delle persone che non sapevo neanche cosa fossero realmente. Mia madre come cazzo ha fatto a guardarmi negli occhi con la consapevolezza di ciò che mi nascondeva? E mia zia lo stesso. Pensavano che non lo sarei venuta a sapere? Si sa che la verità presto o tardi esce sempre fuori.
Nel pronunciare queste parole, le lacrime scendono sempre più abbondanti e Leo mi stringe più forte.
-Elisa, hai provato a capire il perché del suo comportamento? Forse anche lui si trovava in una situazione difficile, da come mi hai parlato di lui mi sembra del tutto impossibile. E se te l'hanno nascosto magari l'hanno fatto per il tuo bene.
-Anche se fosse, dopo non ha fatto niente. Sai Annarita gli ha mandato una foto di lei e Giacomo e lui? Ha fatto il nulla più totale. Non ha provato a rimediare. E poi quale bene? Esserne venuta a conoscenza così è stato molto peggio.
Segue un momento di silenzio, siamo entrambi scioccati. Ho bisogno di un po' d'acqua, ho la gola secchissima.
-Ho sete.
Mi alzo per andare a prendere la bottiglia ma quando provo ad alzarmi le mie gambe cedono facendomi inginocchiare per terra.
-Elisa!
Leo si avvicina preoccupato e mi cinge in vita.
-Sto bene non preoccuparti. È che non mangio da pranzo e tutta questa situazione mi ha levato un po' di forze.
Mi guarda comprensivo, poi mi prende in braccio e mi poggia delicatamente sul letto.
-Vado a prenderti qualcosa da mangiare.
Gli afferro il braccio fermandolo.
-No, resta qui ti prego. Tanto non ho fame, non riuscirei a mangiare nemmeno un boccone.
Resta un attimo indeciso sul da farsi, poi prende posto accanto a me.
-Ora però prova a dormire un po', ne riparliamo domani, ok? Io resto qui con te, sono e sarò sempre con te.
Mi dona un dolce bacio, un bacio di conforto, che mi rilassa. Continua ad accarezzarmi i capelli, lasciandomi altri lievi baci sulla testa e sulla guancia fin quando gli occhi iniziano a diventare pesanti e finalmente ottengo un po' di pace.
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ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ?
RomanceÈ così straziante quando ti viene levato ciò a cui tieni di più, un minuto prima ce l'hai e l'altro no, nemmeno il tempo di rendertene conto, dal nulla non hai più ciò che avevi. È proprio ciò che è successo a Elisa, un'adolescente dall'animo dolce...