-Credo tu ti stia sbagliando, è del tutto impossibile che tu sia quel bambino.
Dico con tono ovvio e, dopo essermi liberata dalla sua presa, mi incammino verso la porta ma vengo nuovamente bloccata da lui.
-Hai detto tu che volevi la verità giusto? Sono pronto a raccontartela. Ora la domanda è se tu sei pronta.
Sono confusa. Cosa c'entra il suo comportamento con una foto che per di più sicuramente non raffigura lui? Ma dato che si è deciso a darmi una spiegazione, meglio che non me lo faccio scappare.
-Va bene, entriamo.
Molte domande mi frullano in testa, soprattutto sul perché ha detto di essere lui quel bambino. Insomma, mettiamo caso fosse lui, perché quella foto si trova in casa mia? Non riesco a trovare nessun nesso logico.
Ci sediamo ma non sembra essere propenso a parlare. Si guarda intorno come per trovare una via di fuga.-Allora? Sto aspettando.
Prende un grande respiro e inizia col dire:
-Scusami, ma non so proprio da dove cominciare a parlare.
-Beh che ne dici di iniziare dal punto in cui posso capirci qualcosa?
Fa un altro respiro, fissa gli occhi dentro i miei e inizia:
-Allora, la prima volta che ci siamo incontrati, o meglio la volta in cui non ho rovinato tutto con la mia bocca, ti avevo detto di non essere di qui. Infatti sono di Napoli, mia madre ha vissuto un periodo della sua vita qui, per poi trasferirsi definitivamente a Napoli e, inoltre, non è la prima volta che vengo. Ti avevo anche detto che stavo cercando una persona a me cara e beh, quella persona sei tu.
-Io?
Lo interrompo. Non faccio altro che essere sempre più confusa.
-Ero venuto qui anche l'anno scorso, ma non ti avevo trovato soprattutto perché sapevo ben poco di te, solo che eri una ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri e si può dire che grosso modo conoscevo anche tuo padre. Ecco, io ti stavo cercando. La prima volta è risultata un fallimento e sono dovuto tornare a casa perché mia madre, Annarita, stava male. Aveva dei problemi al cuore, le sono stata accanto più che potevo, ma dopo un paio di mesi si è arresa ed è andata via.
-Mi dispiace moltissimo, credo che io più di tutti posso capire il tuo dolore. E tuo padre?
Gli prendo la mano come per dargli conforto dopo aver saputo questa notizia.
-E qui arriva il bello, se così si può dire. Non ho mai conosciuto mio padre di persona. Mia madre è rimasta incinta inaspettatamente, era molto giovane e una sera lei e il mio cosiddetto padre non hanno fatto attenzione. Poco dopo quella sera, ha scoperto di aspettare un bambino. La prima cosa che ha fatto è dirlo a lui che però si è lavato le mani lasciandola sola e insieme a lui anche tutta la nostra famiglia ci ha voltato le spalle. Loro le avevano dato una scelta: o abortiva o non avrebbe più fatto parte della famiglia e lei ha scelto di tenermi, anche se sono nato per "errore", lei mi ha tenuto, non voleva non poter dare una possibilità a un bambino innocente. Da quel momento siamo stati solo io e lei.
-Scusami se ti interrompo di nuovo, mi dispiace molto per ciò che ti è accaduto ma non capisco cosa c'entri con questo.
Dico indicando me e lui e alludendo al suo comportamento strano.
-Capisco la tua confusione, ma lasciami finire. Mia madre mi ha parlato un po' di mio padre e mi ha mostrato anche una sua foto. Poi, sapeva anche che si era rifatto una vita e aveva avuto una bambina. Quando lo scoprii decisi di voler incontrare la sua famiglia. Sapevo che lui non voleva avere niente a che fare con noi, ma volevo vedere la famiglia che si era creato e sbattergli in faccia tutto il mio dolore. Perciò sono venuto qui, ma appunto come ho detto prima, non avevo avuto molto successo. Poi quando mia madre è morta, questo desiderio di incontrarlo è stato sempre più forte. Quando sono tornato qui girava voce di una ragazza, ossia tu, che aveva perso i suoi genitori e tra una voce e l'altra sono riuscito a sentire anche il nome.
Fa una pausa di alcuni minuti e poi come se si stesse levando un peso dalle spalle annuncia:
-Elisa quello che voglio dirti è che… mio padre è…
Lo fermo subito:
-No, aspetta. Vuoi dirmi che quell'uomo che ha abbandonato tua madre e te, che si è rifatto una vita e una famiglia è… Mio padre?
-Si Elisa, sì. Io sono tuo fratello, o meglio il tuo fratellastro.
No. Non può essere. È del tutto impossibile. Io conosco mio padre, non avrebbe mai fatto una cosa del genere e mi avrebbe raccontato tutto ciò. Mio padre era una persona troppo buona per fare una cosa del genere, per fregarsene di una povera donna rimasta incinta.
-No. Ti stai sbagliando. Come fai ad esserne certo? Non hai delle prove.
Mi rifiuto di pensare che mio padre, la persona più buona che esista, abbia fatto ciò.
-Guarda qui. Questa è la prova.
Mi porge dinanzi gli occhi la foto per poi girarla. E solo ora noto la scritta dietro:
Sono felice ti sia rifatto una vita avendo rovinato la mia, ma come puoi vedere siamo contenti anche senza di te.
Annarita-Mia madre voleva inviargli un'ultima cosa, con la speranza che avesse almeno un piccolo rimorso.
Non riesco a credere ai miei occhi e alle mie orecchie. Come è possibile? La persona che ho creduto sempre la migliore di tutte, il mio cosiddetto eroe, ha un passato così.
-Se ti chiedi come mai mi sono comportato sempre così strano nei tuoi confronti è per questo. Cercavo risposte e ho iniziato ad ottenerle la prima volta che sono entrato qui dentro. Prima di dirti tutto però, volevo esserne certo al cento per cento e questa foto è stata la cosa che mi ha spinto a farlo. Inoltre, ti voglio dire che non ho nulla contro di te, ti solo invidio per aver avuto tu il padre che avrei voluto io. Spero che il nostro legame possa rafforzarsi, in fondo sei l'ultima parte della mia famiglia rimasta.
Mi prendo la testa tra le mani e fisso un punto vuoto cercando di riformulare tutto quello che mi ha detto Giacomo.
Io e lui, fratelli.
Mio padre, non riesco a capire il perché delle sue azioni.
Mia madre, perché non mi ha raccontato niente? Lei lo sapeva? Quando è accaduto ciò loro stavano già insieme?Sento lo sguardo di Giacomo su di me, mentre il mio è ancora immerso nel vuoto. Sembra tutto così assurdo. In quel momento sento la porta aprirsi. Mia zia. E lei? Lei lo sapeva?
Mi alzo di scatto e le vado incontro.
-Zia tu lo sapevi?
Mi guarda stupita.
-Sapevo cosa Elisa?
-Che mio padre, aveva avuto già un altro bambino per poi lavarsi le mani. Lo sapevi? Sapevi che io ho un fratellastro?
Rimane paralizzata. Lentamente posa le buste per terra e si dirige verso il divano, prendendosi la testa tra le mani.
-Si elisa sapevo tutto ma non pensavo sarebbe mai uscito fuori.
-E perché no? Avevo il diritto di saperlo.
-Elisa tuo padre non voleva e lo sapevamo solo i tuoi genitori ed io. È lui vero?
Si gira verso Giacomo che nel frattempo era rimasto appoggiato al muro e emette un esule "Si".
-Che cosa le hai raccontato?
-La verità.
-Si, ma cosa? Forse non è andata proprio come le hai raccontato tu.
-Ah sì? E quale sarebbe la tua versione?
Intervengo io.
-Elisa ti prego calmati, prendo un bicchiere d'acqua e poi parliamo.
Calmarmi. Come faccio a calmarmi? Tutte le certezze su cui sono cresciuta sembrano frantumarsi e con esse la figura di mio padre che ho avuto da sempre.
STAI LEGGENDO
ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ?
Storie d'amoreÈ così straziante quando ti viene levato ciò a cui tieni di più, un minuto prima ce l'hai e l'altro no, nemmeno il tempo di rendertene conto, dal nulla non hai più ciò che avevi. È proprio ciò che è successo a Elisa, un'adolescente dall'animo dolce...