Trentotto

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Continuo a fissare la lettera posta sulla scrivania, ancora indecisa se aprirla o meno. La leggo? Non la leggo? È così difficile prendere una decisione, vorrei chiedere un consiglio a mia zia ma ancora non torna dal lavoro.
Da una parte vorrei aprirla per placare la mia curiosità, però so che potrei farmi del male. Dall'altra, la migliore, se la lascio impolverire lì sopra, rimarrò bene come ora.
Al diavolo, sono troppo curiosa di sapere cosa c'è scritto.

Cara Elisa,
lo so che ormai le lettere sono andate praticamente in disuso e si fa tutto con i cellulari, ma preferisco comunque usare questo metodo. Sarà perché non ci sentiamo da tanto o semplicemente perché così non starò a guardare ogni due secondi se hai deciso di darmi una possibilità rispondendo o meno. Mi dispiace che ultimamente non ci sentiamo più e ci siamo distaccate molto. La colpa non è altro che mia, sono io che mi sono allontanata per prima da te, tu hai solo risposto di conseguenza. Però, vorrei lasciare questo discorso da parte perché il motivo principale della lettera non sono io e i miei errori bensì tu. Sono venuta a conoscenza di cosa è accaduto. Mi dispiace così tanto, sento che con loro se n'è andata anche una parte di me. In fondo mi hanno sempre trattato come se fossi una di famiglia, una seconda figlia. Sto davvero male da quando l'ho saputo e se io sono in queste condizioni, non riesco ad immaginare come tu ti senta. Purtroppo sono lontano e non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ti chiedo lo stesso di immaginare che io sia lì, che noi siamo ancora amiche come una volta e che io ti stringa con tutte le mie forze facendoti sentire che ci sono e ci sarò sempre. Non sai quanto mi faccia male non poterlo fare io personalmente e tutto solo e unicamente per colpa mia. Pensavo che diventando parte del loro gruppo mi sarei sentita migliore invece, mi faccio solo schifo da sola. Non voglio dilungarmi oltre ed annoiarti, sempre se avrai deciso di leggerla. Se così non fosse capirei la tua decisione, probabilmente anch'io non mi sarei data un'altra opportunità. Spero che un giorno, presto o tardi che sia, tutto si rimetta al proprio posto ed io possa farti sentire tutto il bene che ti voglio.

Daphne.

PS Sei forte, puoi affrontare ogni difficoltà.

Poso la lettera sulla scrivania. Cerco di impedire la fuoriuscita delle lacrime che tentano di rigare ancora una volta le mie guance.
Sento la porta aprirsi e poco dopo mia zia entra nella mia stanza. Mi saluta allegramente, non ricevendo nessuna risposta.

-Elisa, tutto bene? È successo qualcosa a scuola?

Faccio un lungo respiro, ho bisogno della sua opinione.

-Potresti venire qui vicino?

Non esita a farsi avanti, è sempre presente quando ho bisogno di lei.

-Ti ricordi di Daphne vero?

Annuisce subito. In fondo Daphne era diventata davvero come una sorella e tutta la famiglia la trattava come tale.

-Credo tu ti sia anche accorta del nostro distaccamento negli ultimi tempi, per causa sua. Oggi mi ha spiegato i motivi per i quali si è comportata così e mi ha dato anche questa lettera, scritta quando ha saputo di mamma e papà.

Continuo il mio breve racconto rispondendo a qualche sua domanda per farle capire meglio la situazione.

-Zia, io non so se perdonarla. Mi ha fatto davvero male e non so se fidarmi di lei sia una buona idea. Tu cosa ne pensi?

Prende le mie mani tra le sue e, dopo aver guardato per qualche secondo nel vuoto, dice:

-A volte le persone commettono errori, pensando di star facendo la cosa giusta e non accorgendosi, almeno inizialmente, del male che facciano alle persone che gli sono attorno. Si dice che fidarsi nuovamente di una persona che ti ha ferito vuol dire dargli un'altra pallottola per poter colpire esattamente nello stesso punto ma più profondamente. Credo di conoscere abbastanza Daphne per dire che lei non premerà mai più quel grilletto per far partire il colpo. Si vede che è sincera, almeno dalle parole. Tuttavia tu l'hai guardata negli occhi e quindi solo tu puoi capire se sia davvero pentita. La decisione finale spetta a te ma ti dico che, secondo me, puoi afferrare di nuovo la sua mano.

Non pensavo mia zia avesse tutta questa saggezza.

-Grazie.

L'abbraccio più forte che posso, mi è stata di grande aiuto.

-Devo andare.

Dico staccandomi da lei e uscendo di corsa di casa. Probabilmente sto commettendo uno sbaglio. Potrò anch'io fare qualche errore ogni tanto no?
Non so esattamente perché io stia correndo invece di camminare normalmente. Seguo semplicemente l'istinto.
Mi fermo solo quando sono davanti la porta da cui poi sbuca Daphne.

-Elisa?

Sono venuta fin qui senza sapere precisamente cosa dirle.

-Ehm... ho letto la lettera e...

Per un momento la paura riprende il sopravvento e non sono più convinta della mia decisione. Nella mia testa però si ripercorrono velocemente tutti i momenti passati insieme che mi strappano un piccolo sorriso.

-E?

Mi incita ad andare avanti Daphne.

-Ti perdono, amica mia.

-Mi perdoni?

Ripete lei con voce più alta, probabilmente non credendo alle mie parole.

-S-

Non ho neanche tempo di finire il "Sì" per intero perché mi salta addosso, abbracciandomi. Solo ora mi accorgo di quanto mi fosse mancato stare tra le braccia della mia migliore amica.

-Oh Elisa, grazie. Prometto che non ti abbandonerò mai più.

Delle lacrime solcano il suo viso.

-Ora dobbiamo recuperare tutto il tempo perso quindi... Gelato?

Scoppiamo entrambe in una risata.

-Ovviamente. Per me possiamo anche andare subito, tanto non ho nulla da fare in casa.

Andiamo subito in gelateria, ridendo felici. Finalmente, tutto è tornato come prima.
Dopo aver preso i nostri gelati, stracciatella per me e fragola con limone per lei, mi arriva una chiamata da parte di Giacomo che mi chiede dove sono.

-Con Daphne in gelateria.

Con un "Vi raggiungo" chiude subito la chiamata, precipitandosi da noi. Trovo molto divertendo il modo con cui si presenta con Daphne, sembra un cucciolo che fa gli occhi dolci al proprio padrone.

-Mi spieghi cosa c'è da masticare in un gelato?

Mi chiede Giacomo divertito.

-L'ha sempre fatto.

Trovo più anormale non farlo.
Mentre si divertono a prendermi in giro, noto un messaggio da parte di uno sconosciuto. Lo apro e mi blocco all'istante. Non riesco a credere ai miei occhi.

-Tutto bene?

Mi domanda Giacomo notando il mio cambiamento improvviso. Non riesco a parlare perciò gli faccio vedere il telefono.

-Leonardo sta baciando un'altra?

Rimane a bocca aperta anche lui. Com'è possibile? Non riesco a crederci. Eppure la foto mostra esattamente lui con una ragazza, e guardando meglio, capisco che non è una ragazza qualsiasi bensì Isabelle.

-Devo andare.

Si trova sicuro alla pista di pattinaggio e se la foto è vera, lo troverò ancora lì.

-Aspetta veniamo con te.

Daphne si affretta a raggiungermi, seguita da Giacomo.

-No, voglio andare da sola.

Li lascio lì da soli e cammino il più veloce possibile cercando di non crollare.

Leo, l'hai fatto per davvero? Perché? Cos'ha Isabelle che io non ho?

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