Ventitré

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Fotografia. Essa racchiude attimi della nostra vita, fin da quando nasciamo e siamo ancora dei batuffoli, poi negli eventi più importanti, quando siamo felici e in compagnia, quando abbiamo accanto persone per noi importanti e scattiamo una semplice fotografia come per far in modo che quel momento sia eterno, come per portarlo sempre con noi. A volte la memoria inganna, ma con una fotografia riaffiorano nella mente quei ricordi felici ormai sepolti in un angolino del cervello. Anche quando le persone se ne vanno, sulla tomba viene messa una loro foto e questo perché? Solo per far in modo di tenerli ancora attaccati a questa vita e attraverso quella foto, chiunque la guardi, ricorda.

Quindi perché non spolverare quell'angolino e rivivere i momenti felici?

Mi faccio forza ed entro nella stanza di mia madre. È tutto come prima, non c'è neanche una cosa fuori posto. Dopo essermi guardata intorno un paio di volte mi dirigo verso l'armadio. I suoi vestiti sono bellissimi, amavo molto il suo stile, elegante ma non troppo e le riusciva a stare alla perfezione anche uno straccio. Passo la mano tra i vestiti setosi e le mie narici vengono invase da un lieve profumo di rosa, il profumo che ha sempre portato con sé e che a volte ancora riesco a sentire. Mi chino a prendere in un angolo dell'armadio la scatola che contiene tutti i ricordi. Sto per uscire dalla camera ma il mio sguardo viene catturato da un lieve luccichio proveniente da un mobile. Su di esso sono riposti tutti i gioielli di mia madre, non sono tanti ma hanno un valore affettivo speciale: ognuno è stato regalato da un familiare o ha una storia particolare. Prendo tra le mani il suo anello preferito: è d'argento con una piccola pietra blu scuro incastonata all'interno. È stato il primo regalo di papà per la mamma in una dolce serata d'inverno quando le ha chiesto di fidanzarsi. La loro è la mia favola preferita.
Infilo l'anello nel dito medio della mano destra e esco finalmente dalla stanza, andando verso quella di mia zia.

-Ehi zietta, che ne dici di dare un'occhiata a questa scatola?

Appena la vede le se illumina il volto e accetta felicemente. Mi siedo sul letto vicino a lei e insieme apriamo la scatola lentamente. Nella prima fotografia che ci compare davanti ci sono i miei genitori ed io sotto l'albero. Mia madre indossa un semplice ma bellissimo vestito bianco ed ha una rosa dietro l'orecchio. Mio padre invece dei jeans scuri con una camicia bianca e io al centro, tra di loro, guardo incantata il volto di mia madre cercando di prenderle la rosa.

-Ricordo benissimo questo giorno. Guarda qui dietro ci sono dei tavoli e altre persone, era il tuo compleanno dei 6 anni. Era una giornata in preda alla felicità, ma in fondo insieme a loro chi non era felice? Riuscivano a far sorridere anche il nonno, che lì in mezzo era quello più scontroso. Non siamo riusciti a farti una foto in cui sei ferma, sempre in movimento e qui non facevi altro che tentare di prenderle la rosa e alla fine hai vinto.

Su entrambi i volti compare un sorriso, ma non di una felicità normale bensì di una felicità malinconica, rivivendo quei momenti con un velo di malinconia poggiata sopra.
Prendo la foto successiva. In questa ci sono mia zia e mia sorella che ridono insieme.

-Era lo stesso giorno. Stavamo ridendo a crepapelle perché tuo padre nel rincorrerti era caduto buffamente. Ti dispiace se me la tengo?

-No certo, prendi.

Proseguiamo a tirare fuori altre foto e con esse i ricordi che le tengono legate. La maggior parte sono state scattate in giardino in diverse occasioni, ma anche ad altre feste e qualcuna dentro casa.
Mi capita tra le mani una fotografia che raffigura un bambino in braccio ad una donna che non mi sembra di aver mai visto.

-Zia chi sono?

Prende la foto e la scruta attentamente.

-Non ne sono certa, ma forse è quella zia della Germania.

La nostra famiglia è abbastanza grande e siamo sparsi un po' ovunque. Qui vicino c'è solo un'altra zia da parte di papà, con cui però non ho mai legato molto.

-Aveva un bambino?

Vivendo in Germania, non viene spesso qui e noi non siamo mai andati lì, ma comunque non ricordo avesse un bambino. Sembra pensarci su.

-No, non è mai rimasta incinta, né tanto meno sposata, forse sarà qualche altro parente, non so. Ehi guarda questa!

Prende l'ultima foto rimasta che è, a parer mio, la più bella. Qui ci sono i miei genitori che si baciano con dietro un magnifico tramonto. È incredibile come una semplice fotografia faccia capire tutto l'amore che provavano l'un l'altro, come erano uniti.

-Questa non deve assolutamente restare qui, che me dici se alcune di queste foto le appendo? Le più belle. È inutile che rimangano chiuse in questa scatola polverosa, così è anche un modo per sentirli più vicini. Che dici?

Propongo con enfasi.

-Credo sia un'idea fantastica!

Mi sostiene mia zia.

Esco dalla stanza di mia zia e mi dirigo verso la mia. Prendo il telefono e vedo il buongiorno di Leo e gli scrivo a mia volta:

-Buongiorno amore, oggi ci vediamo?

Amore. Che bello poterlo chiamare così. Spero proprio di poterci incontrare anche oggi, mi manca ogni istante ma a quanto pare la fortuna non è dalla mia parte dato che mi scrive di essere impegnato. Mi rattristo un po', gli invio un ultimo messaggio e infine mi dedico a scegliere le foto più belle da poter appendere.

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