Leonardo
Ho sentito fin dal primo momento in cui l'ho visto che nascondeva qualcosa e così è stato. Le avevo detto che doveva stare lontano da Giacomo, ma non mi ha dato ascolto anche se così facendo poteva evitarsi un'altra bastonata. Almeno ora non ci sono più segreti e sa tutta la verità, anche se fa un po' male. Conosco Elisa, credo di conoscerla perfino più io che lei e so che è più forte di quanto dà a vedere. Non ha voluto che andassi con lei e va bene, a volte le persone hanno solo bisogno di un po' di solitudine per prendere la decisione migliore e sono sicuro che lei la prenderà. Spero solo che non si distrugga internamente pensando che il padre non è quel che pensava, perché l'ha detto anche sua zia che è cambiato da allora anche se non ha fatto niente per rimediare, cosa più sbagliata di tutte.
Inoltre, passare una nottata fuori casa mi ha fatto bene seppur avrei voluto fosse in circostanze diverse. Respirare anche solo la stessa aria che respira Margaret mi fa venire la nausea. A proposito, meglio che mi assicuri che abbia trovato questa benedetta casa dato che la settimana di tempo è praticamente finita, così che possa uscire definitivamente dalle nostre vite. Non voglio mai più vederla.
Prendo le chiavi e apro la porta.
-Papà sono a casa!
Urlo una volta entrato e ovviamente Margaret non perde nemmeno un minuto per scassarmi le palle.
-Dove sei stato tutta la notte?
Non ho capito, le serve un disegnino per capire che deve smettere di fare la finta madre?
-Sono cose che non ti riguardano.
Rispondo acido e lei abbassa lo sguardo dispiaciuta. Ci manca solo che faccia il cane bastonato.
-Robert non c'è, siamo solo io e te a pranzo.
Perché non me ne va mai bene una? Ho per caso scritto in fronte "Bidone della sfortuna"? Almeno quando c'era mio padre parlava con lui, ora sicuro tenterà in tutti i modi di iniziare una conversazione.
-Ho cucinato pasta al sugo, spero vada bene. Non conosco bene i tuoi gusti.
Eh chissà perché, non è mica che te ne sei andata lasciandomi crescere solo da mio padre.
-Basta che non sia avvelenata.
Sto cercando di non rifancciarle nulla. Voglio un premio per questo, il mio autocontrollo sta diventando davvero micidiale.
Mi siedo al tavolo e lei riempie i piatti per poi fare lo stesso. Posso sembrare matto, ma ho davvero il timore che sia avvelenato. Stranamente restiamo in silenzio per tutto il pranzo. Dai forse non ha bisogno del disegnino o forse si sta solo godendo in silenzio la mia morte che arriverà da un momento all'altro. Decido di interrompere questa pace seppur magnifica:-La settimana è quasi finita, hai trovato la casa? E per essere chiaro non mi sto interessando a te ma voglio solo assicurarmi che tu te ne vada.
Troppo acido? Nah.
Schiude leggermente le labbra senza emettere suono e tenendo gli occhi fissi sul piatto.-Hai sempre tanta parlantina e ora che ti faccio una domanda non rispondi?
Porta gli occhi su di me ma ancora non sembra intenta a parlare. Sto cercando di essere paziente però prima o poi la pazienza finisce.
-Allora? Preferisci scriverlo su un foglio?
Dico in modo sarcastico e per un momento mi sembra davvero d'accordo all'idea. Prende un lungo respiro e so già che quello che uscirà dalle sue labbra non mi piacerà affatto.
-In realtà…
-In realtà?
Ripeto con un tono decisamente più alto del suo. Riporta gli occhi sul piatto.
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ᴘᴇʀ sᴇᴍᴘʀᴇ?
RomansaÈ così straziante quando ti viene levato ciò a cui tieni di più, un minuto prima ce l'hai e l'altro no, nemmeno il tempo di rendertene conto, dal nulla non hai più ciò che avevi. È proprio ciò che è successo a Elisa, un'adolescente dall'animo dolce...