Capitolo 5

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La scena che si palesava davanti alla sconosciuta era veramente ambigua.
Era difficile non fare due più due.
Jack si trovava ancora sopra Catherine, entrambi ansanti, lui a petto nudo e lei con la camicia strappata sul petto.
Sulla pelle di Catherine erano visibili alcune chiazze rosse, risultato della barba di Jack sul suo corpo.
Sembravano nel bel mezzo di un amplesso. Del resto, nella realtà, c'erano andati molto vicino.
La donna all'ingresso aveva ancora la bocca spalancata per la sorpresa.
Dall'aspetto non sembrava una prostituta o una cameriera. Anzi, la stoffa pregiata dei vestiti e l'acconciatura biondo platino che portava erano sintomo di un minimo di ricchezza.
Subito le si affiancò un marinaio.
"Perdonatemi capitano. Non sono riuscito a fermarla... Oh!" disse imbarazzato vedendo Catherine nel letto con lui.
"Non preoccuparti, Steve!" disse Jack al marinaio.
Cat liberò finalmente le mani dalla presa di Jack e lui si spostò dal suo corpo mettendosi seduto e coprendosi i fianchi con il lenzuolo.
"Amelia! Cosa ti porta qui, a quest'ora?"
La donna fece una smorfia seccata "Cosa??? Vuoi davvero fare finta che non ci sia una puttana nel tuo letto?"
Il viso di Catherine divenne rosso. Non si era mai vergognata tanto in vita sua! Essere scambiata per una sgualdrina.
Jack, invece, si ritirò alquanto per quel commento.
"Mia cara, sebbene le tue parole siano state dette a causa di ignoranza, non te le posso lasciar passare. Hai appena insultato, non solo la mia fidanzata, ma anche una duchessa"
Catherine sgranò gli occhi.
'Era pazzo a spiattellare il suo segreto così? Proprio lui che, poco prima, neanche ci aveva creduto' pensò.
La donna iniziò a ridere malignamente.
"Duchessa? Regina delle puttane vorrai dire!"
Jack la guardò con ira "Non credere che solo perché sei una donna non decida di farti buttare fuori dalla mia nave. Non permetterti di utilizzare certi termini. Io e la mia fidanzata ci sentiamo più che offesi dai tuoi insulti. E, soprattutto, lei non è abituata a questo linguaggio, dopotutto hai davanti la duchessa di Whickford!"
La donna divenne subito seria e guardò si soppiatto la ragazza nel letto.
Aveva sentito parlare della duchessa più bella e giovane del Sussex. Ma possibile che fosse davvero lei?
Nel dubbio decise di cambiare argomento.
"Comunque ero venuta per darti una notizia. È alquanto importante. Gradirei parlartene in privato"
Jack passò un braccio intorno alle spalle di Catherine.
"Non ho segreti per il mio unico amore, quindi parla adesso o lascia questa nave"
Amelia sbuffò sonoramente.
"Va bene, come vuoi. Figurati quanto mi interessi! Ero venuta qui per dirti che sono incinta"
Jack rise "Allora, congratulazioni!"
Amelia lo guardò piccato "È ovvio che è tuo"
Jack rise ancora più sonoramente "È ovvio che non lo è!" si alzò rimanendo solo con i calzoni addosso "Amelia se sei venuta qui per rivendicare chissà quale diritto lasciati dire che con me non attacca. Ora ti chiederei, gentilmente, di lasciare la nave perché abbiamo intenzione di salpare tra poche ore"
Amelia inorridì "Cosa? E hai intenzione di lasciarmi qui da sola con tuo figlio in grembo?"
Jack le si avvicinò lentamente, la guardò minaccioso "Amelia... Non sono nato ieri. So benissimo come si concepiscono i bambini. Adesso vai dal padre di quella povera creatura e non farti vedere più da me"
Amelia pestò con rabbia un piede per terra.
"Sei un mostro Jack Blake!" gli urlò.
Jack si voltò e cercò i pantaloni, ignorandola completamente.
"Steve, per favore, accompagna la signora fuori"
"Subito, capitano!" assentì Steve.
Amelia si allontanò dal marinaio con rabbia.
"So camminare da sola! Andate tutti al diavolo!" disse, uscendo dalla cabina, seguita da Steve che chiuse la porta alle spalle.
Catherine rimase immobile sotto le coperte, tentando di coprirsi il più possibile.
Jack, nel frattempo, si stava chiudendo la patta dei pantaloni.
Si voltò a guardarla e le disse "Spero che non ti dispiaccia che abbia usato la scusa della tua nobiltà per levarmi di torno quella cornacchia"
Catherine si alzò il lenzuolo sopra il viso.
"Credo di non essermi mai vergognata tanto in vita mia! Pensava davvero che io fossi..."
Jack rise e si sedette sulla sponda del letto accanto a lei "Si vede che devi ancora crescere, ragazzina" le abbassò dolcemente il lenzuolo e la guardò. Il suo viso era rosso per l'imbarazzo ma non poteva fare a meno di pensare quanto fosse stupenda.
"Non pensate che quello che dice quella donna sia vero? Sul bambino intendo..."
"Assolutamente no"
"Come fate ad avete questa certezza?"
Jack rise "Sono un uomo di mondo, principessa, fidati! Quella è la tipica donnaccia che vuole incastrare il primo pollo che caschi tra le sue braccia. Soprattutto qualcuno con un titolo"
Catherine lo guardò stupita.
"Perché, voi avete un titolo?"
Jack le prese una ciocca rossiccia e l'arrotolò tra le sue dita.
"Mio padre è un conte. Il conte Samuel Daniel Blake di Richmon"
Catherine rimase a bocca aperta.
"N..non lo sapevo... Allora perché..."
"Perché sono il capitano di una nave? Beh... diciamo che non amo la vita monotona da nobile... mi piace l'avventura, la libertà, l'aria del mare..."
Catherine sorrise pensando a quanto, in fondo, fossero simili loro due.
"Non sapete quanto vi capisco"
Jack avvicinò il viso al suo.
"Lo vedo dai tuoi occhi... sei una ribelle..."
Avvicinò le labbra alle sue ma lei si scostò.
Jack fece un sorriso "e io riuscirò a domarti... e averti nel mio letto"
Catherine aggrottò le sopracciglia. Per un momento aveva pensato che avrebbero potuto parlare da persone adulte e mature. Ma lui aveva sempre un secondo fine.
"Capitano, potrei sapere dove sono i miei vestiti?"
Jack le lasciò la ciocca di capelli, si alzò dal letto e fece segnale alla sedia vicino la scrivania.
"Sono qua, piccola. Cambiati ed esci, prima che qualcuno ti veda"
Catherine si teneva ancora il lenzuolo stretto addosso.
"Vvvoi non uscite?" balbettò lei.
"Perché dovrei? È la mia cabina!" incrociò le braccia al petto "E poi, non c'è niente che non abbia già visto tra stamattina e ieri sera!"
Catherine sbuffò seccata. In fondo aveva ragione, ma potrebbe fare un gesto di galanteria! Per lui, invece, era più divertente sfidarla continuamente e vederla arrabbiata.
Si alzò, seccata, dal letto e si avvicinò alla sedia. La camicia le arrivava a metà coscia e lui approfittò della situazione per godersi, ancora una volta, quella vista.
"Siete soddisfatto adesso?"
Jack rise e si voltò per darle un po' di intimità.
"Un poco sì, principessa. Ma ho ancora tanto da scoprire..."
"Mi dovete ancora chiamare con quello stupido nomignolo?"
"Perché stupido? Io penso che colga alla perfezione il tuo animo. Hai l'aspetto e l'atteggiamento di una principessa, in tutto e per tutto"
"Non so se prenderlo come un complimento o un insulto!" disse Cat cercando di sbrigarsi a vestirsi.
Jack rise ancora "Come mi fai ridere tu, nessuno, piccola!"
Si voltò leggermente per vedere a che punto fosse. Vedendola in difficoltà con i lacci del corpetto le si avvicinò alle spalle per darle una mano.
Prima che lei facesse obiezioni iniziò a stringerle il corpetto.
Jack teneva una distanza molto breve dal suo corpo, tanto che Catherine riusciva a sentire il suo caldo respiro sul collo.
"E dire che sono più abituato a slacciarli che ad allacciarli i corpetti" disse Jack con tono sensuale.
"Allora dovrei ritenermi fortunata"
Jack si avvicinò ancora di più a lei, sfiorandole un orecchio con le labbra.
"O forse no" le sussurrò.
Catherine sentì un brivido di eccitazione lungo la schiena. Perché quell'uomo le faceva quell'effetto???
"Lo sento che tremi tra le mie braccia, principessa. Non puoi negarlo"
Aderì completamente alla sua schiena.
"Ricordati queste parole: prima o poi sarai mia! Anzi mi supplicherai di prenderti. Implorerai di avermi dentro di te!"

Era mezzogiorno quando la nave salpò dal porto. Tutti i componenti dello show erano affacciati per vedere un ultima volta le coste dell'Inghilterra.
"Non ci credo ancora..." disse Catherine guardando pensierosa l'orizzonte. Peter, accanto a lei, le mise un braccio intorno alle spalle, come faceva sempre quando la vedeva così.
"Te lo dicevo che ce l'avremmo fatta Cat. Sarà difficile trovarti al di fuori del nostro paese. Adesso puoi rilassarti! Dimentica quel mostro!"
Catherine sospirò. Voltò il viso al piano più alto della nave e vide Jack che la stava guardando da lontano con intensità.
Anche Peter si voltò e vide l'oggetto delle sue attenzioni. La strinse più forte a sé.
"Mi sembra alquanto seccato il tuo capitano"
"Non è il mio capitano!"
"Sembravate così in sintonia ieri sera..."
"Abbiamo solo bevuto un po' insieme"
Peter rise "Non sono nato ieri... Vedo gli sguardi che vi lanciate..."
Catherine guardò l'amico di sottecchi.
"Mi sembri un po' geloso!"
Peter rimase serio. Dopo un po' le confessò "Semplicemente non voglio che qualcuno ti faccia soffrire. E quello è il genere di uomo a cui piace giocare con le donne"
I pensieri di Catherine tornarono a quella mattina, a quel caldo corpo muscoloso premuto contro il suo. Era la più bella sensazione che avesse mai provato in vita sua. Scacciò indietro il pensiero.
"Starò attenta! Non mi interessano gli uomini proprio in questo momento... Il ricordo dell'ultimo mi basterà per molto tempo" disse con tristezza.
Peter serrò la mascella pensando a quello che aveva passato con quel bastardo.
Lei non ne parlava molto e lui non insisteva. La ferita era ancora fresca, anche se erano passati mesi.
E lui, da amico, rispettava il suo silenzio e si accontentava delle poche parole che lei riservava.
"Avrai sempre il tuo amicone accanto a te!" scherzò Peter con voce allegra.
Lei lo guardò con un grande sorriso sulle labbra.
"Hai ragione! Non so cosa farei senza di te"
"Penso che impareresti a fare la domatrice o la cavallerizza acrobatica. Così non ti servirebbe un partner"
Lei rise di gusto a quel pensiero.
"Lo valuterò!"
"Heyyy! E dov'è finito 'cosa farei senza di te?'. Bell'amica!"
Catherine rise ancora.
Si voltò nuovamente verso il capitano e notò che lui era ancora lì che le lanciava sguardi di fuoco.
Quell'uomo aveva il potere di rendeva incredibilmente confusa.
Quegli occhi verdi scintillanti l'attraevano incredibilmente. Era come se riuscissero a leggerle dentro. Il pensiero di quello che sarebbe successo quella mattina se non fossero stati interrotti le faceva ancora salire un forte calore al ventre.
Era quella l'attrazione?

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