Dopo un'altra settimana di cura, per fortuna la febbre scese definitivamente.
Quando il medico la visitò disse che era uno dei rari casi in cui il siero aveva funzionato. Era quasi un miracolo.
Ci sarebbe ancora voluto tempo per avere la completa ripresa delle funzionalità motorie, però già era stata molto fortunata a sopravvivere. Le sue articolazioni, per fortuna, si erano quasi sbloccate del tutto, aveva solo bisogno di più allenamento.
Utilizzava perfettamente le braccia e tutta la parte superiore del corpo. Con continui esercizi e, soprattutto, molta pazienza, avrebbe ripreso a camminare e a rifare la vita di prima. Aveva temuto, ad un certo punto, che non sarebbe più riuscita ad avere una vita normale, che magari sarebbe rimasta paralizzata l. Invece doveva avere solo un po' più di pazienza.
Catherine fu contenta della notizia.
Quelle ultime settimane l'avevano sfiancata molto e si sentiva ancora debole, soprattutto quando faceva i suoi esercizi muscolari, però era felice avrebbe potuto presto riprendere la vita di prima.Il giorno dopo della visita del dottore Jack entrò nella sua cabina insieme a Janet.
"Buongiorno piccola!" salutò Janet con un gran sorriso.
"Buongiorno" li salutò Cat.
"Abbiamo una bellissima sorpresa per te!" disse allegramente Janet alzando le coperte.
"Cosa fai?" chiese Catherine stupita.
Jack la prese in braccio "Ora vedrai" le disse con un gran sorriso.
La portò dietro il paravento che si trovava in fondo alla cabina. Dietro di esso di solito c'era solo il vaso da notte e la bacinella per lavarsi, adesso si trovava una piccola vasca di ottone colma di acqua calda.
Catherine rimase senza parole.
"Visto che ami tanto fare il bagno..." disse Jack.
"Oh mio Dio! Ma... come avete fatto? Quando l'avete portata?" chiese Cat.
"È stato il capitano. L'ha fatta montare mentre stavi male. Pensava che quando ti saresti ripresa avresti apprezzato un bel bagno"
Jack la fece sedere su una sedia posta accanto alla vasca. Lei toccò l'acqua calda con le dita.
"Prima, mentre dormivi, i marinai hanno portato l'acqua calda" spiegò Janet.
"Penso che a questo punto potrete procedere voi" disse Jack a Janet. Poi si voltò verso Catherine "Torno più tardi. Faccio preparare a Richard un pranzo per noi due"
"Per noi due?" chiese Catherine con voce tremante.
Jack annuì. Si rivolse a Janet "Qualsiasi cosa abbiate bisogno fatemi chiamare" le disse e uscì dalla stanza.
Catherine guardò stupita prima Janet e poi la vasca. Accanto si trovava un piccolo tavolino con vari oli profumati.
"Ha fatto tutto questo per me???"
Janet si avvicinò a lei "Credo proprio di sì"
Iniziò a spogliarla e l'aiuto ad entrare nella vasca.
"Oddio! Che bellezza!" gemette Catherine rilassando i muscoli "Mi sembra di rinascere!"
Janet sorrise "Almeno il calore dell'acqua aiuterà a sciogliere ulteriormente i muscoli"
Catherine sospirò pensierosa.
"Cosa c'è, tesoro?" chiese Janet.
"Il capitano mi confonde... L'ultima volta che ci siamo visti, prima del mio incidente, mi ha imposto categoricamente di dimenticarlo... e ora... fa tutte queste cose per me!"
Janet sorrise "Purtroppo, spesso gli uomini si spaventano di fronte ai cambiamenti" si limitò a dire.
Catherine annuì. Ripensò a lui e ai comportamenti controversi che aveva avuto da quando lo aveva conosciuto.
Ogni volta in cui lei si avvicinava, lui faceva sempre qualcosa per allontanarla.
Era chiaro che aveva paura dei cambiamenti, aveva paura di andare avanti e prendersi responsabilità, ma lei quanto era disposta a sopportare ancora? Per di più rischiava tutto per un uomo che affermava di non amarla, anzi che non credeva proprio nell'amore.
Era inutile continuare a stare male per lui... doveva dimenticarlo!
Quando finì di lavarsi, Janet l'aiutò ad asciugarsi e ad indossare una camicia da notte di seta rosa cipria con una vestaglia abbinata. Una volta sistemata aspettò il capitano per mangiare insieme.
In occasioni normali non sarebbe stato opportuno pranzare in quelle condizioni con un uomo che non fosse il proprio marito, ma ancora lei non poteva fare molti sforzi, dopotutto iniziava a riprendersi proprio in quei giorni, e, inoltre, lui l'aveva accudita durante la sua malattia, per cui poco restava di appropriato.
Dopo un'altra oretta a letto qualcuno bussò alla porta ed entrò Richard con un carrello.
"Buongiorno milady! Come state?"
"Grazie Richard. Molto meglio adesso"
"Sono contento. Ci siamo tutti preoccupati per voi"
Il burbero Richard che chiedeva come stava. Cosa stava succedendo al mondo?
Mentre il cuoco apparecchiava e sistemava i piatti sul tavolo entrò il capitano.
"Caspita Richard! Hai dato il meglio di te oggi!"
"Capitano! Ogni desiderio di questa bella fanciulla è un ordine!"
"Ottimo! Dobbiamo rimettere in forze questa bella pulzella!"
Richard rise e uscì portandosi via il carrello.
Jack si avvicinò a lei e la prese in braccio, facendola sedere sulla sedia del tavolo.
Lui si accomodò accanto a lei.
"Eccoci qua. Vediamo cosa ha preparato di buono il nostro amico!"
Catherine guardava in maniera strana sia lui che le portate.
"Sembra un pranzo reale. Volete mettermi in forza o farcirmi come una gallina per poi cucinarmi?"
Jack rise di gusto "Tesoro, tempo che riprendi i chili che hai perso solamente nelle ultime settimane ci vorrà più di un laudo pasto come questo!"
Jack le prese il piatto e iniziò a servirle la carne.
Catherine continuava a guardarlo dubbiosa.
Cominciarono a mangiare.
Jack chiacchierava raccontando cosa facevano i marinai e i suoi compagni in quei giorni in cui erano costretti a stare fermi nelle coste sarde.
Ovviamente i suoi colleghi avevano montato il tendone del circo e gli spettacoli stavano ottenendo un grandissimo successo tra i cittadini.
"Non credo che in questo piccolo paese abbiano mai visto un circo. E comunque non grande come il vostro. Durante il primo spettacolo alcuni sono scappati lo spettacolo dei leoni. Probabilmente non ne avevano mai visto uno dal vivo!" rise Jack.
Catherine annuiva in silenzio dinnanzi i suoi racconti.
Finito il pranzo Jack le chiese "Ricordo che adori la crostata alla marmellata di fragole. Ne ho fatta preparare una buonissima da Richard. Te ne taglio un pezzo?"
"No grazie. Non ho più fame"
Jack guardò prima lei poi il suo piatto, ancora mezzo pieno.
"Piccola, qualcosa non va?" le chiese accarezzandole la mano sul tavolo
Catherine alzò lo sguardo verso di lui.
"Me lo chiedete? Credete che abbia dimenticato cosa è successo sulla spiaggia? Mi avete detto di dimenticarvi e starvi alla larga... e adesso... Tutto questo! Perché fate tutto questo per me?"
Jack si passò nervosamente una mano tra i capelli.
"Non fraitendemi, vi sono molto grata per ciò che avete fatto e continuate a fare per me... ma così mi confondete... e rischio di soffrire ancora, più di quanto io non soffra già. E adesso non ne ho la forza. Dovete aiutarmi a dimenticarvi"
Jack la guardò per un momento in silenzio. Poi sospirò, spostò la sedia e l'avvicinó ancora di più a lei.
"Ho sempre dato a mio fratello dell'idiota. Sapete perché?"
Non capiva cosa c'entrava quel cambio di argomento in quel momento. Fece il segno di diniego con la testa.
"Mio fratello era un uomo eccezionale. Per me era il perfetto fratello maggiore. In tutto ciò in cui si metteva riusciva a cavarne sempre cose buone. Aveva anche una fidanzata perfetta di cui era così innamorato che avrebbe dato anche la vita per lei.
Il problema fu che lei lo capí e giocò molto su questo fatto.
Dopo il matrimonio divenne una megera. Lo metteva in cattiva luce davanti tutti, persino la sua stessa famiglia. Pensa che suo figlio quasi non gli rivolge la parola e dice di odiare suo padre. Questa situazione lo ha distrutto. Adesso lui non è più l'uomo eccezionale che era prima, è il fantasma di sé stesso, di ciò che era in gioventù.
Ho sempre pensato che la colpa fosse sua perché aveva permesso a quella donna di entrare nella sua vita.
Mi ero ripromesso di non dare mai e poi mai tale potere ad un altra persona.
Poi sei apparsa tu.
Dal primo momento in cui ti ho conosciuto... beh... mi hai fatto impazzire! Mi hai sempre dato del filo da torcere con le tue azioni e con le tue risposte pronte!
Ma stando con te capivo che qualcosa dentro di me cambiava, che non ero più l'uomo di prima. Ti sei fatta, lentamente, strada dentro di me.
Quando ho capito quanto stesse diventando seria la nostra relazione, ho riflettuto molto su di noi.
Cosa potevo offrirti io? Non ho mai saputo cosa significasse la parola 'amore'.
Quella sera, sulla spiaggia, volevo lasciarti andare perché hai detto di amarmi, e io non volevo, meriti di meglio di un tipo come me.
Pensavo di poterti dimenticare e poter riprendere tutto da dove l'avevo lasciato. Ma il problema era proprio quello: hai cambiato totalmente la mia vita, e non potevo più tornare indietro! Purtroppo per capirlo dovevo rischiare di perdere la tua di vita.
Quando ho saputo che stavi per morire il mondo mi è crollato addosso. Ho capito di non poter vivere senza di te..."
Delle lacrime silenziose iniziarono a scendere sul viso di Catherine.
"No, tesoro, ti prego non piangere" disse Jack asciugandole le lacrime con un dito "Non nego che la cosa mi spaventi. Non so in che modo dovremmo affrontare il futuro, ma di una cosa sono certo... che voglio passarlo con te al mio fianco" mise una mano nella tasca dei pantaloni e tirò fuori un anello con una piccola pietra ambrata sopra "E ti voglio al mio fianco per tutta la vita. Mi vuoi sposare, principessa?"
Catherine si posò entrambe le mani sulla bocca "Oh mio Dio!"
Jack rise "Oh mio Dio sì o oh mio Dio no?"
Catherine si asciugò le lacrime.
"Secondo te? Certo che si!"
Jack divenne raggiante, le si avvicinò e la baciò con passione "Cazzo, quanto mi sei mancata, principessa!"
"Anche tu. Ho solo una condizione per te"
Jack divenne serio. Poi annuì "Va bene, dimmi"
"Prometti di non tagliarmi mai più fuori dalla tua vita. Se hai dei pensieri o delle paure voglio che ne parliamo sempre. E se ci dovessero essere dei problemi li affrontiamo insieme. Non voglio che stiamo bene due giorni per poi non parlarci per altri tre, così come abbiamo fatto finora"
Jack sospirò "Temevo di peggio! Per me va bene, piccola!"
Catherine gli sorrise "Bene! Ora puoi darmi l'anello" disse porgendole la mano sinistra.
"Quanto interesse!" disse Jack guardandola male. Mentre le infilava l'anello nell'anulare le confessò "So che meriti di meglio di questo piccolo anello, principessa. Ma la pietra ambrata mi ha ricordato i tuoi splendidi occhi"
"Per me è perfetto così! Non vorrei niente di diverso! L'hai scelto pensando a me, questo mi basta!"
Jack le prese la mano, le baciò l'anello mentre la guardava teneramente negli occhi le disse "Ti amo!"
Catherine a quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime. Aveva sognato così a lungo quel momento che, in quell'istante, non le parse vero.
"Hey! Non fare così! Mi sembra di essere fidanzato con una piccola fontana!" disse Jack prendendola tra le braccia.
"Scusa... è che... sono davvero felice... mi hai reso felice"
Jack le sorrise "Ed è solo l'inizio, amore mio. L'inizio della nostra felicità"
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Amore tra le onde
Historical FictionCatherine è la duchessina di Whickford. La sua famiglia era una delle più importanti del Sussex. Dopo la morte della famiglia si ritrova a dover sottostare alle regole del suo precettore, nonché patrigno. Egli vuole costringerla a sposare un uomo or...