Capitolo 16

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Per fortuna il medico che aveva visitato Patrick, fu ottimista in merito alla sua ferita.
Nonostante la febbre alta, era riuscito a passare la prima notte.
Già, dopo un paio di giorni, la febbre era scesa e Patrick era vigile. Oramai il pericolo maggiore era passato.
Spesso Cat lo andava a trovare e lo accudiva, soprattutto per dargli da mangiare ma anche per fargli compagnia, chiacchierando o leggendo qualche libro.
Si sentiva ancora in colpa per ciò che gli era successo, così cercava di rendersi utile il più possibile.
Del resto tutti gli altri non facevano a meno di ricordarle cosa aveva combinato, soprattutto le rinfacciavano lo spavento che aveva causato.
In modo particolare Peter era molto arrabbiato con lei.
"Come hai potuto? Noi ci diciamo tutto! Affrontiamo tutto insieme da una vita! E tu mi abbandoni così?" l'aveva accusata.
Non le aveva mai tenuto il muso così a lungo. Di solito, quando avevano un piccolo battibecco, dopo poche ore si erano già chiesti scusa a vicenda.
Quella volta, invece era davvero ferito.
Ci avrebbe messo un po' di tempo per perdonarla.
Anche mr. Finn aveva voluto parlarle.
Era rimasto anche lui molto male per il suo comportamento.
"Credevo fossimo una famiglia... Una famiglia non si comporta così! Non si trama alle spalle dei compagni. Ti avremmo aiutata come abbiamo sempre fatto. Tu, però, non hai avuto fiducia in noi" le aveva detto.
Per tutto il tempo della chiacchierata Catherine si era sentita mortificata.
Avevano tutti ragione. Cosa poteva dire per giustificarsi?
Era stato un colpo di testa dettato dalla disperazione.
"Comunque... come accade in ogni famiglia... alla fine ci si perdona!" aveva terminato mr. Finn con un sorriso e, finalmente sorridendole l'aveva abbracciata forte.
Per quanto riguarda Jack era tutta un'altra storia. Da quando aveva rischiato di perderla, non faceva altro che darle attenzioni e passare la maggior parte del proprio tempo con lei.
Catherine non si era mai sentita così bene con lui da quando lo conosceva. La trattava veramente come una principessa, persino a tavola le teneva il posto accanto a sé per non perderla di vista.
Era come se avesse avuto bisogno di rischiare di non vederla mai più per capire quanto fosse veramente importante per lui.

Dopo qualche giorno dall'accaduto, quando la salute di Patrick fu più stabile, la nave era salpata verso le coste italiane.
Catherine stava contemplando il tramonto, appoggiata alla balaustra.
Jack, silenziosamente, si avvicinò dietro di lei e le passò le mani intorno alla vita.
"Ti rilassi, principessa?" le sussurrò avvicinando le labbra al suo orecchio.
Catherine chiuse gli occhi e annuì appoggiando la schiena al suo petto.
"È bellissimo" si limitò a dire, riferito al tramonto.
"Niente è più bello di chi ho io qui tra le mie braccia" disse Jack baciandole la nuca da dietro.
Cat rise "Il grande capitano Blake che diventa smielato con una donna" lo provocò.
"Beh non si tratta di una donna qualsiasi" le sussurrò all'orecchio.
Catherine sorrise.
Questa era la novità. Negli ultimi giorni non faceva altro che ricordarle quanto fosse speciale per lui.
Jack posò dei dolci baci sul suo collo. Cat chiuse gli occhi godendosi quel momento.
"Dove siamo diretti, precisamente?"
"In Sardegna. È un posto stupendo. Vedrai"
"Ci sei già stato?"
"Una volta. È un isola molto particolare. In certi punti della costa è un vero e proprio paradiso incontaminato. E i piccoli villaggi sono meravigliosi. Lo vedrai"
"Hai visto molti altri posti?" chiese Cat voltando leggermente il viso verso di lui.
Jack la guardò un attimo, pensandoci su.
"Beh con il mio lavoro per forza..."
"Allora dimmi il posto più lontano dove sei andato!"
"Senza dubbio la Grecia"
"Oh! Ho studiato molto la Grecia. È così bella come sui libri?" chiese Catherine con gli occhi che le brillavano.
Jack annuì "Anche di più"
"Mi piacerebbe tanto un giorno andarci!"
Jack le accarezzò i capelli "Un giorno ti ci porterò"
Il cuore di Catherine saltò un battito. Stava programmando qualcosa con lei? Allora immaginava un futuro insieme, dopotutto!
Lei rimase in silenzio per un po'. Poi non riuscì a fare a meno di punzecchiarlo.
"Attenzione capitano, stai facendo un programma futuro con me. Potresti affezionarti troppo!"
Jack si zittí e le tornò a baciare i capelli.
"Già..." si limitò a dire.
Catherine rimase ancora un altro poco accoccolata a lui, finché il sole non sparì all'orizzonte e la frescura della sera non li colpì. Catherine non poté fare a meno di rabbrividire.
"Vieni, fa troppo freddo qui" le disse mettendole in braccio intorno alle spalle per riscaldarla.
Insieme si incamminarono verso le cabine.
Trovarono Peter seduto su uno scalino che ammirava anch'egli il cielo di notte.
Catherine, non appena lo vide, sospirò.
In quel momento desiderò che non ce l'avesse ancora con lei. Che le rivolgesse la parola come una volta. Le mancava molto il suo amico.
Jack, notando il suo sguardo triste le sussurrò "Perché non vai a parlare con lui?"
Catherine lo fissò stupita. Poi tornò a guardarlo "Forse non vuole ancora parlarmi"
"O forse devi insistere un po' di più. Così come hai fatto con qualcun'altro" disse Jack con un leggero sorriso.
Lei rimase un po' in silenzio, poi annuì e si avvicinò a lui, mentre Jack rimase a guardarli da lontano.
"Hey" disse Cat sedendosi accanto a lui.
"Hey" disse Peter con voce fredda.
"Guardi le prime stelle della sera? Qua sulla nave si vedono veramente bene"
"Già" rispose Peter sempre più serio.
Dopo qualche momento di silenzio imbarazzante Catherine parlò "Sai a cosa pensavo? A quando suor Claretta ci inseguiva per farci studiare catechismo. Ricordi?"
Peter annuì senza guardarla.
"Scommessa che la so ancora imitare?" continuò Cat. Si schiarì la voce e usando un tono da vecchia stridula fece il verso della suora "PETER! MISS CATHERINE! DOVE VI SIETE NASCOSTI? SAN CRISPINO AIUTAMI TU! SAN GENNARO VIENI IN MIO SOCCORSO!
Peter non riuscì a fare a meno di ridere. Dopo si passò una mano sulla faccia "Oddio! Quella strega! Non mi manca per niente"
Catherine rise con lui "Era bello nasconderci da lei! Abbiamo sempre fatto tutto insieme noi, fin da piccoli... Abbiamo tanti bei ricordi..." fece una pausa "spero che un giorno potrai tornare a volermi bene come allora"
Peter sospirò "Ma è normale che io ti voglio ancora bene, Cat! Ma... mi sono sentito tradito quando sei scappata senza dirmi niente! Cazzo, non mi hai neanche salutato e avremmo potuto non vederci mai più, ti rendi conto?"
Catherine divenne seria "Lo so... avevo pensato..."
"So cosa avevi pensato! Mi hai già spiegato il tuo punto di vista! Ma non lo condivido! Ti ho aiutato io a fuggire da quel bastardo del tuo patrigno, ti ho aiutato a trovare un circo a cui unirci e ti ho anche aiutato a imbarcarci sulla Black Panther. Ti avrei aiutato anche in questo caso e, se non avessimo avuto altra scelta, saremmo fuggiti nuovamente insieme. Pensaci: non sarebbe stato meglio se in quel vicolo tu non fossi stata sola? Se non fosse arrivato Patrick cosa sarebbe successo?"
Catherine abbassò lo sguardo.
"Hai ragione..."
Peter si prese il viso tra le mani.
"Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto... Se ci fossi stato io..."
Catherine gli mise una mano sul braccio.
"Aspetta! Ti senti in colpa per quello che avrebbe potuto succedermi? È questo il punto? No! Non devi, Peter! Pensavo di fare la cosa giusta per tutti, invece ho finito solamente per fare un enorme errore. Fortunatamente alla fine è andato tutto bene. Vorrei solo che tornassimo amici come eravamo prima..."
Peter le mise una mano sulla sua "Ma certo che siamo sempre amici come lo eravamo prima! Quel che è successo non cambierebbe mai la nostra amicizia, ovviamente"
Catherine sorrise "Allora ti prego... non tenermi più il broncio!"
Peter sorrise "Beh, questa era la tua punizione per non avermi calcolato nella tua fuga. Così impari a farmi prendere una simile paura."
Catherine tornò ad imitare suor Claretta "SAN LORENZO, QUANTA PAZIENZA CI VUOLE CON VOI, PICCOLE PESTI!"
Peter sbottò a ridere coinvolgendo anche lei.
Erano tornati più complici di prima.

Jack, nel frattempo, con un sorriso sulle labbra li osservava mentre facevano pace.
Era sicuro che due persone unite come loro avrebbero messo una pietra sopra ai problemi e li avrebbero superati insieme.
In ogni caso, adorava vederla ridere.
Era bello vederla serena e felice.
Quel sorriso gli provocava dei sentimenti che neanche lui pensava di poter mai provare. Quando aveva letto il biglietto che le aveva lasciato gli era quasi venuto un colpo. Un immenso dolore si era propagato dal suo petto in tutto il corpo. Aveva allertato tutta la sua ciurma e li aveva sparpagliati per tutta la città alla ricerca di Catherine. Quando l'avevano trovata, con quell'aggressore e il vestito mezzo strappato, aveva quasi perso la testa. Non voleva più perderla. La desiderava sempre accanto a sé. Stava andando contro i suoi stessi principi per stare con lei.
Cosa gli stava facendo quella magnifica creatura?

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