Jack si svegliò l'indomani con un terribile mal di testa.
Quella sera era andato dritto dritto alla locanda e si era scolato una bottiglia di scotch in un ora. Poi non sapeva neanche lui cosa aveva mischiato.
Le immagini di Catherine, nuda, bagnata e consenziente tra le sue braccia gli tornavano in mente ininterrottamente.
Si era sentito in paradiso quando l'aveva accarezzata fino ad arrivare a sentire le sue urla di piacere. Era magnifica, stesa sotto di lui quei capelli rossi in contrasto con la sabbia bianca. Gli occhi chiusi mentre godeva delle sue attenzioni. Poi, dal paradiso, era precipitato all'inferno quando aveva sentito chiamarlo 'amore'.
Si era innamorata di lui? Come poteva? Non era il tipo di uomo da fare il marito o il padre.
Lentamente si alzò dal letto e andò alla sua scrivania. Frugando nel cassetto trovò un barattolo con una polverina bianca. Ne ingerí una piccola parte. Forse tra qualche minuto quel mal di testa sarebbe calmato.
Ma per il dolore che gli attanagliava il cuore ci sarebbe voluto più tempo.
Perché quel dolore? Possibile che, come aveva ipotizzato Steve, per la prima volta in vita sua, si fosse innamorato?
Sospirò e si passò una mano tra i capelli.
Ma, se fosse stato così, cosa poteva offrire lui ad una donna?
La sua vita da sbandato sulla nave non gli avrebbe mai permesso di stare accanto a lei.
Allo stesso tempo anche lei voleva la sua indipendenza e intendeva, sicuramente, continuare a lavorare andando in giro con il suo gruppo. Che senso aveva stare insieme?
Meritava di meglio di uno scapestrato come lui.
L'aveva lasciata lì per il suo bene, era giusto così.
Allora perché stava così male? Perché si sentiva come se avesse perso la più grande opportunità della sua vita?
Sentì bussare alla porta. Sì trascinó verso la porta. Il sole illuminò la stanza, aumentando il suo mal di testa. Sì coprì gli occhi con le mani.
"Capitano!"
Jack aprì gli occhi. Era Peter.
"Scusate se vi disturbo. Sono molto preoccupato"
"Che è successo adesso?" grugnì Jack seccato.
"Riguarda Cat. Ieri sera non è venuta a cenare, ed è strano per lei, non l'ho mai vista saltare un pasto. Adesso è chiusa nella sua cabina e si rifiuta di aprire la porta. Non sono da lei questi comportamenti"
Jack si voltò ed entrò nella cabina. Prese una camicia pulita e se la mise.
Peter, nel frattempo, era rimasto davanti alla porta in attesa.
"E cosa dovrei fare io?"
Peter si incupí.
"Allora era come immaginavo io... è successo qualcosa..."
"Non penso siano affari tuoi!" lo interruppe bruscamente Jack.
Peter sospirò, cercando di mantenere la calma.
"Ve lo chiedo per favore, datemi una mano a farla uscire da lì. Credo che a voi sarebbe ascolto"
"E io credo che ti sbagli di grosso"
Peter si avvicinò a lui "Vi prego... se avete un minimo di sentimento verso la mia amica provateci almeno. Non appena avrà aperto la porta me ne occuperò io"
Jack sbuffò e si passò nuovamente una mano tra i capelli.
Senza dire niente uscì dalla sua cabina a passo veloce con Peter alle calcagna.
Giunti davanti alla cabina di Catherine si fermarono.
Peter provò a bussare.
"Cat..."
"Peter ti ho già detto di lasciarmi stare!"
"Per favore lasciami almeno..."
"No! Sto bene, lasciami riposare"
Peter guardò il capitano chiedendo con gli occhi il suo aiuto.
Lui sospirò e si avvicinò alla porta.
"Catherine... ci sono anche io qui. Per favore esci un attimo per tranquillizzarci sul fatto che tu stia bene e poi potrai tornare di nuovo a dormire"
Lei non rispose.
Dopo qualche minuto di silenzio, Cat aprì uno spiraglio dalla porta, mostrando a malapena il suo viso. Era pallida da fare paura e gli occhi erano molto lucidi.
"Eccomi. Sono qui, adesso siete contenti?"
Stava per chiudere quando Jack bloccó la porta con la mano "Perché tanta fretta?" le chiese.
"Ti senti bene?" chiese Peter preoccupato.
Catherine abbassò il viso "Devo avere preso un po' di freddo a causa del bagno di ieri. Ho bisogno solo di ripos..."
Catherine stava per perdere i sensi quando Jack la prese in braccio ed entrò nella sua cabina facendola sedere sul letto.
Catherine si prese la testa tra le mani.
"Sto bene, ho solo un terribile mal di testa che non mi fa neanche ragionare"
Jack le toccò la fronte ed il viso.
"Tu scotti! Avrai la febbre molto alta!"
Peter si sedette sui talloni, posando anche lui una mano sulla sua fronte.
"Cazzo, è vero! Dove hai il termometro?"
"Sss... arà.. so..." mormorò piano Cat.
"Cosa?" chiese Peter.
"Sì sarà perso!" ripeté Cat con voce alta.
"Ah... Va bene lo prendo dalla mia cabina. Hai qualcosa per la febbre, invece? Qualche medicina"
Catherine lo guardò male.
"Va bene... cerco anche qualche medicina per la febbre. Arrivo subito"
Peter si precipitò fuori lasciandoli soli.
"Io ti aiuterò a metterti a letto"
"Posso farlo da sola!" disse lei brutalmente. Ma non appena fece per alzarsi rischiò di perdere di nuovo l'equilibrio se non fosse stato per Jack che l'aveva afferrata in tempo sorreggendola.
"Testona!"
Tenendola con un braccio usò l'altro per alzare le coperte. L'aiutò a sedersi e le alzò le gambe per farla stendere sul materasso.
Mentre la stava coprendo con la coperta lei lo accusò "Bene! Adesso sto bene! Potete andare via... Tanto è quello che vi riesce meglio, capitano!"
Jack ignorò quelle parole.
"Ti prendo un po' d'acqua. Con la febbre alta devi bere molto"
Si voltò verso il tavolo le versó dalla brocca dell'acqua in un bicchiere e si avvicinò per aiutarla a bere.
"Non mi va..." si lamentò lei.
"Devi berla per idratarti"
"Tanto cosa ve ne importa?" sbuffò Catherine voltando la testa dall'altra parte.
Jack sospirò tristemente. Prese una sedia e si sedette accanto al suo letto.
In quel momento entrò di corsa Peter.
"Eccomi! Ho portato tutto!"
Peter si sedette sul letto, vicino a lei.
"Intanto misuriamo la febbre. Fai 'Aaaahhh'"
Catherine lo guardò nuovamente male.
"Ti sembra che io abbia 5 anni??? Dammi questo termometro!" disse Cat togliendogli il termometro dalle mani e mettendolo sotto l'ascella. Poi si accomodò sui cuscini, mettendosi una mano sulla testa dolorante.
"Dimentico che sei intrattabile quando stai male!" si lamentò Peter.
"Dimentico che diventi pesante quando sto male! Purtroppo non c'è Marta che ti tiene a bada!" controbatté Catherine.
"E questo è il tuo ringraziamento?"
"Ragazzi state calmi!" intervenne Jack "Vediamo a quanto è questa febbre!"
Catherine chiuse gli occhi "Potete andare se volete! C'è Peter qui con me"
"Non ho niente da fare" disse Jack in tono deciso "smettila di dirmi di andare via"
Rimasero un po' in silenzio.
Dopo cinque minuti Catherine prese il termometro e lo passò a Peter.
Lui sgranò gli occhi e la guardò terrorizzato.
"39,8"
Anche Catherine sgranò gli occhi "È alta!"
"Cavolo se lo è!"
"Certo che per incoraggiare sei unico!" disse Jack prendendo il termometro per controllare anche lui. Effettivamente era quasi a 40. Era troppo alta.
"Non dargli quella medicina. Preferisco chiamare un dottore prima e vedere cosa dice"
"Non dovete disturb..." cominciò Catherine.
"Non è un problema!" disse seccato. Sì alzò e andò fuori dalla cabina, cercando Steve. Quando lo trovò gli disse di andare al paese e trovare il miglior medico dei dintorni per farlo venire lì.
Quando tornò nella cabina Peter era ancora seduto accanto a lei sul letto e la guardava con una strana espressione, mentre le accarezzava i capelli.
"Vorrei essere a casa..." diceva Cat con un fil di voce e il viso bagnato dalle lacrime "sto troppo male..."
Jack sapeva benissimo che non si riferiva sola alla febbre.
"Lo so Cat... ma te lo immagini cosa direbbe suor Claretta?" domandò tentando di farle salire il morale.
"Non mi sento in vena di fare imitazioni..." disse con un tono di voce debole e chiudendo gli occhi. Si addormentò immediatamente.
Peter rimase un po' ad osservarla poi si alzò.
Sì avvicinò a lui, vicino alla porta "Credete che abbia pagato abbastanza il prezzo di essere innamorato di voi?"
Jack lo fissò "E tu? Da quanto tempo sei innamorato di lei?"
Peter si stupí. Poi abbassò il viso "Non importa da quanto! Lei non mi ama e non mi amerà mai. Mi accontento del ruolo di fratello maggiore nella sua vita" alzò il viso verso di lui "In ogni caso, in tutti questi anni, non l'ho mai vista stare così male. Adesso tocca a voi: prendetela o lasciatela andare, ma prendete una decisione, per Dio!"
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Amore tra le onde
Ficción históricaCatherine è la duchessina di Whickford. La sua famiglia era una delle più importanti del Sussex. Dopo la morte della famiglia si ritrova a dover sottostare alle regole del suo precettore, nonché patrigno. Egli vuole costringerla a sposare un uomo or...