Capitolo 27

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8 mesi dopo

Jack si trovava nella cabina di pilotaggio mentre tracciava la rotta che li avrebbe riportati in Inghilterra. Avevano attraccato un paio di settimane prima a Nantes, attraversando la Loira. Aveva promesso a sua moglie che le avrebbe mostrato quella splendida città francese con cui lui, spesso,  aveva avuto contatti commerciali.
I giorni passati erano stati splendidi, esplorando insieme luoghi meravigliosi. Sapevano che presto avrebbero dovuto riprendere la rotta e sarebbero tornati nel loro paese.
Ormai Catherine non temeva più di essere trovata dal suo patrigno dato che aveva compiuto ventun'anni ed era indipendente e, soprattutto, ormai era sposata.
Ripensò ai meravigliosi mesi che avevano trascorso insieme. Dopo la Sardegna Jack aveva deciso di allungare la rotta verso la Grecia. Voleva portare la moglie in quel magnifico paese per una sorta di viaggio di nozze. Dopotutto, una volta, le aveva promesso che gliel'avrebbe fatta visitare. Quale occasione migliore? Era stato magnifico vedere la felicità nel viso di Cat mentre percorrevano le isole elleniche. Aveva realizzato uno dei suoi desideri e ne era felice.
Immerso nei suoi pensieri sentì a malapena Steve che bussava alla porta ed entrava. Il suo viso mostrava qualche segno di preoccupazione "Capitano, c'è un uomo che ha chiesto di vedere voi... e ha chiesto della duchessa Catherine Whickford... cioè vostra moglie..."
Jack capì subito dallo sguardo di Steve chi potesse essere. Per chiedere della duchessa di Whickford, probabilmente si trattava di un investigatore privato che era stato sulle sue tracce.
Sospirò. Del resto sapevano che quel giorno sarebbe arrivato.
"Nessun problema, Steve. Fallo venire qui. Chiama mia moglie e dille di raggiungerci" ordinò.
Steve annuì e uscì senza dire una parola.
Dopo poco più di un minuto entrò un uomo sulla quarantina con un abito di buona fattura "Buongiorno, capitano"
"Salve, prego si accomodi" disse Jack indicando una poltrona vicino a lui "lei è...?" gli chiese.l senza girarci troppo intorno
"Mr. Henry Johnson. Un investigatore privato. Cercavo la duchessina di Whickford" disse sedendosi sulla poltrona.
In quel momento entrò Catherine "Può dire di averla trovata, allora mr. Johnson"
Lui, immediatamente, si rialzò e, non appena lei si avvicinò, si chinò per farle il baciamano.
"Vostra grazia, non sa da quanto tempo tempo sono sulle vostre tracce!"
Jack la fece accomodare accanto a sé sulla poltroncina in cui era seduto poco prima lui.
"Posso solo immaginarlo. Scommetto che è stato il mio amato patrigno ad ingaggiarvi" disse Catherine.
"Sua signoria è stato, tutto questo tempo, molto preoccupato per voi. Soprattutto quando gli ho comunicato che eravate a bordo della Black Panther"
"Posso chiedervi, cortesemente, come siete venuto a conoscenza della mia permanenza di questa nave?" chiese Cat, mentre Jack prendeva una mano tra le sue.
Il gesto non sfuggì a mr. Johnson, ma proseguí spiegando "Un testimone ha confermato la vostra presenza sulla nave a Dover"
Catherine e Jack si lanciarono un'occhiata complice "Sicuramente Amelia" le disse Jack. Catherine annuì, sospirando.
Jack si alzò e si posizionò alle spalle della moglie, posandole entrambe le mani sulle spalle.
Mr. Johnson continuava a guardare prima l'uno e poi l'altra. Non sembravano per niente rapitore e rapito.
"Avete novità da dirmi in merito alle mie proprietà?"
"A dire il vero non va molto bene. Molti servi sono stati licenziati per far fronte alle spese. Non so se ne eravate a conoscenza, ma i conti della tenuta non erano il massimo e quando siete sparita il vostro patrigno ha speso molto per ingaggiare me ed altri investigatori per riuscire a trovarvi"
"E per fare ciò era giusto sacrificare persone innocenti che non chiedevano altro se non lavorare onestamente! Gente che mi ha vista nascere e crescere..." disse tristemente Cat mentre suo marito le accarezzava dolcemente la guancia con un dito.
Mr. Johnson si schiarì la voce "L'importante è che vi abbia trovato. Sarete stata sicuramente spaventata quando siete stata rapita dal circo di mr. Finn! Sarò costretto ad avvisare le autorità che prenderanno seri provvedimenti nei confronti suoi e, mi dispiace dirlo, anche del capitano Back, complice del rapimento"
Sia Jack che Catherine si guardarono sorridendo con sguardo complice.
"Mi dispiace deludervi mr. Johnson, ma credo che non siate ben aggiornato su come si siano svolti gli eventi. Intanto lady Catherine non è mai stata rapita dal circo di mr. Finn ma è scappata volontariamente. Per quanto riguarda la permanenza sulla nave è normale che sia così. Non vorrei che fosse in nessun altro posto mia moglie"
Mr. Johnson spalancò gli occhi stupito "Mmmoglie???"
"Esattamente!" annuì Jack, mentre Catherine prendeva la mano di Jack che poco prima era sulla guancia e gli posava un dolce bacio sul palmo.
"Io non... non sapevo che..."
Catherine rise davanti alla sua confusione "Avete ragione a sentirvi un po' perso, mr. Johnson. Ora vi racconto ciò che vi ha omesso il mio adorato patrigno" disse Catherine. Iniziò a raccontare tutto ciò che le era successo anni fa dalla strana morte di sua madre al suo tentato stupro, spiegando per bene perché avesse deciso di scappare e unirsi allo Great Show.
"Non pensavo di lavorare per un simile mostro" commentò mr. Johnson quando Catherine terminò il racconto.
"È normale, vi ha detto solo quel che gli faceva comodo" disse Jack stringendo la mano della moglie.
"Ora non posso riportarvi indietro..."
"Voi non potete... Dovete farlo!" disse decisa Cat.
"Come???" chiese stupito mr. Johnson.
"Ho superato i miei ventun'anni. Ormai non ho più bisogno del mio patrigno. Posso gestire da sola le proprietà. Del resto, non avrei rinunciato all'eredità dei miei avi solo per un bastardo che mi ha derubato di tutto! Quando sono andata via ero cosciente che un giorno sarei tornata e avrei fatto valere i miei diritti"
"Per cui volete tornare indietro con me?"
"Vogliamo tornare indietro con voi" lo corresse Jack "Non lascerò mai mia moglie andare da qualche parte senza di me" disse voltandosi verso la moglie. Lei gli sorrise grata e gli accarezzò la sua mano che la teneva stretta.
"Bene" disse mr. Johnson alzandosi "Allora quando siete pronto per partire, capitano, io mi unirò a voi"
"Non è un problema, lo spazio lo abbiamo!" disse Cat rivolgendo un sorriso a Jack.
"Tanto da quando la conosco non ha fatto altro che invitare gente e animali sulla mia nave!" scherzò Jack lanciando un finto sguardo severo alla moglie.
Mr. Johnson rise e si alzò "Ottimo. Alloggio alla locanda Chez Moi. Fatemi sapere il giorno della partenza"

Quella sera Jack teneva tra le braccia Catherine mentre stavano ammirando, a bordo della nave, le magnifiche luci della città di Nantes.
"Sei sicuro che è quello che vuoi? Venire con me?" chiese Catherine.
"Ne abbiamo già parlato, principessa. Io non ti lascio affrontare tutto da sola"
"Lo so, ma devo badare alle mie terre, alle persone che se me occupano. Sai che significa? Rinunciare a navigare, ad andare in giro per il mondo. Voglio che tu non te ne penta"
Jack le accarezzò di capelli, posizionato dietro di lei "So che ho sempre detto che non avrei mai voluto stare fermo in un posto... ma adesso è diverso: non importa dove mi trovi. Ormai il mio mondo sei tu! Ovunque tu sia, lì è la felicità, lì è casa!" le spiegò.
Catherine si voltò verso di lui "Ti amo tanto, lo sai?"
"Credo di aver avuto il sospetto" scherzò Jack dandole un lungo bacio.

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