Capitolo 20

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Dopo poco più di un ora arrivò il medico.
Catherine dormiva ancora. La febbre era arrivata a più di 40.
Dopo un'accurata visita il dottore fece entrare nella cabina Peter e Jack.
"La febbre è molto alta. Non si tratta di un semplice colpo di freddo. Ho notato nella gamba della ragazza dei puntini strani. È stata a contatto con uno dei nostri serpenti locali. Da quando siete arrivati si è recata in qualche zona forestale?"
Jack si passò nervosamente una mano sugli occhi "Credo di sì. Ieri sera ha fatto il bagno vicino ad una piccola foresta. Sicuramente l'avrà attraversata per tornare alla nave"
"Sicuramente sarà stata morsa lì allora" sentenziò il medico.
"Cosa possiamo darle per far scendere la febbre?" chiese Peter, preoccupato.
Il medico abbassò il viso "Devo essere onesto con voi. Questi tipi di serpenti sono molto velenosi... Non ci sono medicine per contrastare il veleno. Non vi nego che sono stupito che abbia superato la notte"
Jack alzò subito il viso "Cosa? Non può essere! Deve esserci un rimedio!"
"Mi spiace, finora nessuno ne ha trovato uno. Di solito sono letali"
"Cosa dovremmo fare? Lasciarla morire?" chiese Peter disperato.
"L'unica soluzione può essere un infuso di erbe naturali che fanno al villaggio. Ma difficilmente ha avuto effetto positivo..."
"Allora fatelo preparare, e in gran quantità. I soldi non sono assolutamente un problema. Fate tutto il possibile per curarla" affermò Jack.
Il dottore annuì.
"Non lasciatela mai sola. Rimarrà a lungo con la febbre alta avrà bisogno di continua assistenza. Bagnatele constantemente la fronte e i polsi con acqua fredda e aceto. Ne ho lasciato una bacinella vicino al letto. Io tornerò più tardi con l'infuso che dovrà esserle somministrato ogni ora"
Quando se ne andò entrambi tornarono al capezzale di Catherine.
Lei ansimava e si lamentava da sotto le coperte.
Jack, senza dire una parola, prese dalla bacinella la pezza bagnata, si sedette sul letto e iniziò a tamponarle il viso mentre Catherine continuava a lamentarsi nel sogno.
"Forza, mia bella principessa. Io sono qui, accanto a te. E tu sei una donna forte. So che ce la farai. Torna da me"
Peter li guardava da lontano. Si sedette sulla sedia della piccola scrivania.
"Perché vi rifiutate di stare con lei se l'amate?" chiese Peter.
Jack si voltò si scatto a guardarlo.
"Sì vede lontano un miglio che siete innamorato" spiegò Peter.
Jack riprese a passarle la pezza sulle guance.
"Non sono fatto per il matrimonio. Nella mia vita ne ho già vissuto due molto brutti"
"Due?" chiese Peter "vi siete sposato due volte?"
"Cosa??? No! Assolutamente" negò Jack "Intendevo il matrimonio di mio fratello e dei miei genitori"
"Ah, capisco..." disse Peter.
"Mio fratello amava incredibilmente sua moglie e lei sembrava ricambiarlo inizialmente. Poi lei cambiò e il loro matrimonio divenne un inferno. Persino suo figlio, tutt'oggi, a malapena gli rivolge la parola. Quella strega di sua moglie glielo mette constantemente contro"
Peter annuì in silenzio. Poi chiese "E i vostri genitori?"
"Mio padre non faceva altro che avere amanti, e la cosa, ovviamente, distruggeva mia madre. Odiavo vederla stare male. Le ripetevo spesso di lasciarlo, ma, purtroppo, lei non ci riusciva. Diceva di esserne ancora innamorata. L'amore fa solo stare male..."
Peter rimase in silenzio per un po'.
"Sapete, io ho conosciuto, nella mia vita, due persone veramente innamorate l'uno dell'altra. Sì chiamavano Sebastian e Jillian. Erano i genitori di Cat. Mai viste due persone più legate! Quando Sebastian è morto Jillian ha sofferto morto, è vero. Ma diceva sempre che era felice di averlo incontrato. Si riteneva fortunata per aver amato suo marito quando era in vita. Almeno non avrebbe avuto nessun rimpianto: una volta nella vita aveva amato incondizionatamente un'altra persona"
Jack rimase in silenzio mentre continuava a tamponare le braccia nude di Catherine.
La guardò con amore.
"E cosa dovrei fare secondo te? Sposarla e lasciarla ogni volta che mi imbarco? Che vita sarebbe la nostra? Lei arriverebbe a pensare che ho altre donne. Il mio lavoro ci allontanerebbe e così, in ogni caso, finirebbe il nostro matrimonio"
"Perché dovrebbe finire? Conoscendola sono sicuro che verrebbe sicuramente con voi. Lei ama essere una donna libera. Per questo dovete lasciarle la libertà di prendere una decisione. E poi, in ogni caso, se sarà lei a non volervi seguire, credo che potreste trovare un'altra soluzione insieme"
Jack le prese una mano tra le proprie. Le accarezzò le dita con lentezza.
Non voleva perderla... Non un'altra volta.
Avrebbe potuto funzionare davvero?

Tutto il giorno Catherine ebbe la febbre alta e iniziò anche a parlare nel sonno.
"Lasciatemi! Andate via! Non toccatemi!"
Peter si sedette sul letto.
"Tranquilla Cat. Sono qui!"
Lei iniziò ad agitare le braccia cercando di colpirlo.
"Non mi toccherai di nuovo, mostro!"
Jack si sedette dall'altra parte e le bloccó le braccia.
"Hey hey hey piccola" le accarezzò le guance e lei si placò di colpo "Stai tranquilla!" disse semplicemente.
Lei si rilassò e si riaddormentò.
Peter le mise la pezza bagnata sulla fronte.
I suoi sogni erano ancora agitati e lei riprese a muoversi allontanando qualcuno nel suo sogno.
"Sicuramente starà rivivendo quello che ha passato con quella specie di ex fidanzato che aveva"
Jack lo guardò stupito "Cosa???"
Peter si voltò verso di lui "Non ve lo ha mai raccontato?"
"No"
"Allora non credo che dovrei parlarvene. Dovrebbe essere lei..."
"Credo che sia un po' tardi ormai"
Peter la guardò con tenerezza, indeciso sul da farsi. Sospirò e poi gli rispose "Va bene. Sarò breve: siamo scappati perché Daniel, suo fidanzato di allora, ha cercato di violentarla. Il patrigno di Cat, mr Harris, nonostante il disonore, insisteva per non rompere il fidanzamento e obbligarla a sposarlo. Il tutto, ovviamente, sempre per puro interesse"
Jack si irrigidì e si sedette su una sedia
"Non ne avevo idea... quindi è veramente una duchessa come sosteneva di essere?"
"Ancora non ci credete?"
"No... è che... le nobildonne che ho incontrato io non sono come lei... lei è una persona forte, si adatta a tutto"
"Lo so..." confermò Peter.
Jack si passò una mano tra i capelli "E poi con quale coraggio quell'uomo, che avrebbe dovuto proteggerla, la obbligava, invece, a fare una cosa simile?"
Peter alzò lo sguardo su di lui "Per soldi. Entrambi gli uomini erano messi d'accordo. Daniel aveva un titolo in decadenza. Se se la fosse sposata avrebbe diviso immobili ed eredità con Harris. Tutti sarebbero stati felici"
"Tranne Catherine..."
Peter abbassò lo sguardo su di lei.
"Sì, tranne Catherine"
Jack le prese una mano e gliel'accarezzò teneramente.
Non l'aveva mai conosciuta veramente. C'era molto di più di quella principessa che lui reputava che fosse. Aveva passato molte più sofferenze di quanto pensasse. Ci mancava soltanto lui con le sue azioni a farla soffrire. Non voleva che stesse più male per causa sua. L'avrebbe protetta a qualunque costo.

Nelle ore successive continuarono ad idratarla e darle l'infuso che il medico gli aveva fornito. La febbre non cessava di scendere. Spesso Catherine si ritrovava a farfugliare nel sonno, in preda di terribili incubi. Il dottore passava, una volta al giorno, per visitarla e vedere come stava.
Jack e Peter non si allontanavano dal suo letto. Dormivano su due sedie della cabina.
Janet passava ogni mattina per lavarla con degli impacchi di acqua e alcol e stava un po' con lei.
Dopo cinque giorni, per fortuna, la febbre iniziò a scendere, segno che l'infuso stava iniziando a fare effetto.
Janet riuscì ad imboccarle una semplice zuppa, per farle rimettere su forze.
Jack le stava sempre vicino, tranne quando la mattina Janet la lavava.
Aveva una terribile paura di perderla. Voleva risentire il suono della sua voce, la sua risata, il suo sguardo pieno di passione.
La rivoleva con sé.
Si ritrovò a fare qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua: pregare.
Se Dio gli avesse concesso un ultima possibilità questa volta non se la sarebbe fatta sfuggire.

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