Capitolo 18

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Quel pomeriggio avvistarono le coste sarde.
Catherine osservò il magnifico panorama che le si stagliava davanti. Erano incredibili i colori particolari del territorio: dal blu intenso del mare al verde acceso della vegetazione.
Cat non aveva mai visto niente di così splendido. Ora capiva cosa intendeva Jack.
Il verso dei gabbiani era sempre più fitto man mano che si avvicinavano alla spiaggia.
Jack le si affiancò e le mise una mano sul fianco "Che te ne pare a prima vista?"
"Sembra... un sogno" si voltò verso di lui con un gran sorriso "avevi proprio ragione"
Jack fece il suo solito ghigno alzando un lato della bocca "E detto da te non è poco!" la prese in giro.
Catherine gli fece una smorfia.
Jack le diede un buffetto sul naso "Oh, per favore, fammi gongolare un po'. A quando a quando mi dai ragione!"
Catherine si voltò di nuovo verso il panorama, fingendo di non ascoltarlo.
Anche Jack guardò dinnanzi a sé.
Rimasero un po' in silenzio.
Poi Jack le chiese "Qual'é la prima cosa che farai appena toccheremo terra?"
"Un bellissimo bagno"
Jack si voltò sorpresa a guardarla e, poco dopo, scoppiò a ridere.
"Di tutto quello che avevo pensato avresti detto, questa era decisamente l'ultima! Sei decisamente una principessa!"
"Che c'è di male? Qui sopra non c'è neanche una vasca da bagno! Dovresti attrezzarti, capitano!"
Jack fece un sorriso malizioso, si spostò dietro di lei, cingendole la vita, e le sussurrò all'orecchio "Beh, se proprio vuoi saperlo piccola, c'è una vasca da bagno su questa nave... e si trova proprio nella mia cabina..."
Catherine arrossì visibilmente.
Jack le posò dei leggeri baci lungo il collo, facendola rabbrividire. Poi tornò al suo orecchio.
"Puoi usufruirne tutte le volte che vuoi... potrei anche farti compagnia..."
Catherine non sapeva se essere prima imbarazzata o eccitata.
La stretta di Jack aumentò.
"Sei senza parole?"
Catherine fece una risata isterica.
"Sai sempre come lasciarmi senza parole"
"Mmm... buono a sapersi"

Dopo poche ore attraccarono al porto di un piccolo villaggio.
La Sardegna era ancora più bella di quanto avesse visto Catherine dalla nave.
Molto semplice, rustica ma molto ricca di colore e tradizione.
Il paese era composto da case semplici e gente che parlava con un dialetto particolare. A Cat piacque molto l'aria allegra che si respirava.
Il villaggio non usufruiva di molti posti in cui dormire. Appena scesero dalla nave, alcuni occuparono una piccola locanda vicino al porto, mentre altri, tra cui Catherine, preferirono rimanere nelle loro cabine e usufruire delle camere dei compagni solo per un bagno veloce.
A riguardo Catherine ebbe un'idea migliore.
Quella sera, al tramonto, si recò in una spiaggia isolata e decise di regalarsi un attimo per sé facendo un bagno nelle acque cristalline della Sardegna.
Quando arrivò la sabbia chiara e morbida le accarezzò i piedi.
Si tolse il vestito, rimanendo solamente con una leggera camicetta che le arrivava alle cosce.
Sì avvicinò al mare e vi si immerse completamente.

Jack stava passeggiando per la magnifica spiaggia dorata. Aveva sempre adorato quell'isola. La semplicità e, allo stesso tempo, la particolarità di quel posto e di quella gente la rendevano unica. Era felice di poter condividere quel luogo meraviglioso con la sua bella principessa. Il suo sguardo perso sulle coste dell'isola era la cosa più bella che avesse mai visto. Gli piaceva renderla felice.
Continuava a camminare giunse in una piccola spiaggia isolata che si raggiungeva da una piccola foresta. Guardò il meraviglioso tramonto stagliato contro l'orizzonte. Quel forte arancione in netto contrasto con l'azzurro del mare e la spiaggia quasi bianca rendeva il posto un paradiso terrestre.
Fu in quel momento che notò una figura, prima totalmente immersa, uscire dall'acqua tirando indietro i lunghi capelli scuri.
Era la sua Catherine che si godeva un bel bagno. Rimase immobile a guardarla.
Sembrava una splendida sirena che emergeva dalle acque. I suoi vestiti, completamente bagnati, aderivano perfettamente alle forme del suo corpo lasciando poco all'immaginazione. Era perfetta. Non poteva fare a meno di fissarla.
Anche lei notò la sua presenza e si avvicinò verso l'acqua bassa.
Jack entrò nell'acqua, arrivando fino a lei.
Catherine continuò a guardarlo mentre Jack ammirava il suo meraviglioso corpo bagnato dal mare. Sì avvicinò lentamente.
Le mise le mani sui fianchi, facendo aderire il suo corpo con il proprio. La sentì rabbrividire. Avevano le labbra così vicine che quasi si sfioravano e i respiri si mescolavano tra di loro.
Catherine non seppe più resistere. Gli mise le mani intorno al collo e lo attirò a sé in un bacio estremamente focoso.
Jack assaggiò le sue labbra con bramosia, attirandola sempre più vicina a sé e iniziando ad accarezzare il suo corpo con desiderio.
Catherine iniziò a gemere lasciandosi andare alle sue carezze.
Sentendola arrendevole Jack la prese in braccio, incurante di bagnarsi totalmente i propri vestiti, e, senza smettere di baciarla, la portò verso la riva.
La fece stendere sulla sabbia calda e si stese sopra di lei riprendendo a baciarla.
Catherine gli mise le mani tra i suoi lunghi capelli accarezzandoglieli e facendolo gemere dal piacere. Era meravigliosa la sensazione di averlo sopra di sé.
Jack si staccò dalle sue labbra e le fece un dolce sorriso, accarezzandole la guancia.
Catherine ricambiò il sorriso e gli mise una mano sulla sua. Adorava quei momenti di dolcezza e il modo in cui i suoi splendidi occhi verdi la fissavano con tenerezza.
Jack riprese a baciarle la guancia, scendendo leggermente verso il collo.
Catherine chiuse gli occhi, godendosi quelle attenzioni e desiderandone di più. Lo voleva in tutti i sensi. E non si sarebbe fermata quella volta.
Le mani di Jack scesero ad accarezzarle le gambe e salirono verso il suo inguine.
Quando le sue dita accarezzarono la sua femminilità Catherine non poté fare a meno di gemere. Mai nessuno si era spinto così oltre con lei. Ma lo desiderava così tanto che gli avrebbe permesso di fare qualsiasi cosa.
Mentre la bocca di lui si concentrava sui suoi capezzoli, le dita diventavano sempre più insistenti, concentrandosi su un punto specifico e creandole molto piacere.
"Jack!" mormorava Catherine tra i gemiti.
"Si, principessa. Lasciati andare!"
Quando le sue dita entrarono dentro di lei, Cat non poté fare a meno di lanciare un urlo di piacere.
"Sì, piccola mia! Voglio sentirti urlare!"
Catherine continuava a gemere per quelle nuove e meravigliose sensazioni che le faceva provare.
Dopo Jack uscì le dita da lei e, impaziente, iniziò a sbottonarsi i pantaloni.
"Ti voglio, principessa!"
"Anche io"
Jack le sorrise e si abbassò i pantaloni, posizionandosi sopra il suo corpo, pronto per entrare in lei.
Catherine lo strinse con passione.
"Sì! Ti prego, amore!"
Jack si irrigidì immediatamente.
Alzò il viso su di lei.
"Cosa hai detto?"
Catherine lo guardò confusa e ancora ansante.
"Come mi hai chiamato???"
Catherine arrossì "Sì... perché cosa c'è di male?"
Jack rimase per un po' immobile e senza parole.
"No" disse con fermezza risistemamdosi i pantaloni "Non possiamo. Non devi innamorarti di un tipo come me..."
Catherine continuava a guardarlo stupita.
"Credo sia tardi ormai..."
Jack bloccó nuovamente i suoi movimenti e la guardò allarmato. Poi si alzò mettendo un po' di distanza tra loro. Lei si  mise seduta, sistemandosi il vestito.
"Beh, mi dispiace molto... Credo proprio che non ci siamo capiti finora... Io non sono fatto per l'amore, il matrimonio e quella roba lì. Ti voglio, sì è vero. Ma ti voglio solo per scopare. Non voglio nient'altro di più. Quindi, penso proprio che dobbiamo fermarci qui... prima che tu ti faccia del male" disse Jack.
Il cuore di Catherine andò in mille pezzi. Non poteva essere vero. Possibile che tutto questo tempo non avesse capito niente?
Credeva di valere qualcosa per lui. Le diceva che era speciale solo per portarsela a letto? E lei era diventata così cieca da non rendersi conto che lo dicesse solo per arrivare al suo scopo?
Gli occhi le si annebbiarono dalle lacrime. Abbassò lo sguardo, lasciando cadere una sola lacrima sul viso.
Si sentì umiliata e usata.
"Hai... hai fffatto bene a dirmelo allora!" balbettò Cat cercando di recuperare un po' di orgoglio.
Jack la guardò dispiaciuto.
"È meglio che finisca così, principessa. Fidati! Non sono l'uomo giusto per te! Un giorno mi ringrazierai" le disse.
Catherine chiuse gli occhi e voltò il viso dall'altra parte per non far vedere le lacrime che iniziarono a scorrere.
"Fidati, è la cosa giusta da fare" continuò Jack. Poi si allontanò da lei e se ne andò via.
Catherine rimase ferma per un po', come sospesa in un limbo. Si sentiva svuotata. Come se qualcosa le avesse portato via tutti i sentimenti. Non sentiva niente se non il dolore forte al petto. Sì asciugò con rabbia gli occhi. Era inutile rimanere lì a piangere. Si sistemò al meglio i vestiti, si alzò e si avviò verso la foresta per raggiungere la nave.
Le lacrime ricominciarono a scendere sul suo viso. Quel dolore al petto stava diventando insopportabile.
In un momento di sconforto si gettò a terra e iniziò a piangere forte e a urlare.
Perché la sua vita doveva essere così difficile? Perdere prima suo padre e poi sua madre non era abbastanza? Doveva perdere anche l'unico uomo abbia mai amato???
Mentre era seduta a terra si sentì pizzicare alla gamba da qualcosa, forse un insetto o una roccia appuntita, ma non le importò.
Il dolore dentro di sé era molto più forte.
Urlò per la disperazione. Questa volta voleva lasciarsi andare a quella sofferenza insopportabile. Era stanca di lottare contro tutto e tutti.

Quando finì di gettare tutte le sue lacrime ormai il sole era calato.
Si alzò barcollante. Si sentiva veramente male, sicuramente a causa di quello sfogo.
Non aveva voglia di mangiare, così decise di saltare la cena.
Lentamente si diresse verso la nave e si chiuse nella sua cabina.
Aveva ancora i vestiti bagnati appiccicati addosso che le provocavano molto freddo.
Con le ultime forze li levò, si asciugò e si mise una camicia da notte pulita.
Si mise sotto le coperte, distrutta dal dolore che provava.

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