Capitolo 10

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Catherine, ancora con il respiro corto si appoggiò alla porta con la schiena.
Le era sembrato strano che fosse rimasto calmo tutto quel tempo sulla nave. Per un momento aveva sperato che fosse diventato una persona più rispettosa, ma niente.
Stava aspettando il momento giusto per riprendere le sue avances.
Era il solito marinaio che voleva portarsi a letto una qualsiasi donna.
La cosa grave era che lei stava per cascarci. lo desiderava da morire e quella sera, per poco, non avrebbe ceduto alle sue attenzioni!
Ambiva quelle labbra, quelle mani, il suo sguardo... Ma che razza di donna era?

Nel frattempo Jack, al di là della porta, appoggiò scondolato la fronte sulla porta. Stava impazzendo. L'aveva desiderata tutto il tempo che era rimasta sulla nave, ma aveva cercato di trattenersi, limitandosi ad ammirarla da lontano. Era stata una tortura, ma si era imposto di andarci piano.
Ma quando l'aveva vista quella sera, con quel magnifico vestito rosso e i capelli tirati su, non aveva resistito più. Per di più quel magnifico profumo di gelsomino gli aveva fatto perdere la testa del tutto.
Durante la serata le cameriere avevano anche cercato di attirare la sua attenzione, ma nessuna donna era paragonabile alla sua 'principessa'. La sua grazia e la sua dolcezza erano uniche. Sembrava una vera nobile.
Aveva provato attrazione per tutte sue ex amanti... Ma mai così! Cosa gli prendeva? Continuò a pensare che l'astinenza gli stava tirando un brutto scherzo.
Doveva decidersi a scendere al piano di sotto e divertirsi con una di quelle cameriere... Forse si sarebbe tolto dalla mente quella ragazzina!
Arrivando giù, si sedette al bancone accanto a Steve, il quale si beveva la sua birra in tranquillità, con una giovane moretta su una gamba.
Appena lo vide, Steve ordinò un'altra birra per lui.
Appena arrivò il boccale Jack lo scoló quasi completamente in un sorso.
"Un'altra" ordinò all'oste.
Steve lo guardava con preoccupazione.
"Capitano, tutto apposto?"
Lui sbuffò e iniziò la seconda birra.
Steve diede una pacca sul sedere della cameriera e le fece segno di andarsene.
Quando rimasero soli gli disse "Capitano, io ho visto come la guardate. Non è come le altre, vero?"
Jack grugnì e si passò una mano sulla faccia.
"Non so cosa mi prenda"
Steve sorrise "È così che ci si sente quando si è inn..."
"Non ti azzardare a dirlo!" urlò Jack "Non è possibile. Non sono il tipo. Io voglio essere libero. Non voglio una casa, una donna o dei marmocchi che mi rovinino la vita. Sono andato via da casa proprio per evitare questo."
Steve rimase un po' in silenzio.
"Non si comandano i sentimenti!"
"Quali sentimenti? È solo una forte attrazione, ampliata dal fatto che non ho una donna da molto. Inoltre questa donna mi sfugge invece di cadere subito ai miei piedi. Mi fa impazzire! Ma non c'è altro! Non mi importa nulla di lei! Non mi importa di quello che fa o con chi lo fa"
Steve annuì "Per questo l'avete accompagnata in camera... Non perché temevate che qualche ubriaco potesse importunarla?"
"Esattamente... L'ho portata su perché cercavo una scopata. Tutto qui..." tentò di giustificarsi.
Steve annuì nuovamente "Capisco... Bene. Allora è tutto apposto! Se volete vi cedo Ana, la ragazza che se n'è appena andata. È molto bella. Potreste divertirvi con lei stanotte"
La chiamò con un segno delle mani e lei si avvicinò ancheggiando sensualmente i fianchi. Si appoggiò con un gomito sulla spalla di Steve e guardò il capitano "Buenas tardes"
Jack la guardò da capo a piedi. Era molto bella, ma niente poteva compete con quegli occhi color del miele e quel profumo di gelsomino.
Doveva pur sempre tentare però.
Finì la sua birra e si alzò dallo sgabello.
"Andiamo tesoro" le disse prendendola per un fianco e accompagnandola su nella sua stanza.

L'indomani mattina Catherine si passò l'acqua fredda della bacinella sul viso più volte, tentando di svegliarsi.
Non aveva passato una bella nottata. Aveva pensato tutto il tempo a lui, a quel bacio mancato... lo aveva desiderato veramente tanto.
Dopo quello che era successo si era sentita malissimo.
Il problema era capire a cosa fosse dovuto quel malessere: perché lui aveva tentato di baciarla o perché lei aveva rifiutato.
Sbuffò. Era inutile continuare a rimuginare. Si vestí in fretta per scendere a fare colazione. Almeno avrebbe visto i suoi amici e tenuto la mente impegnata.
Chiuse la porta della sua camera e si avvicinò alle scale. Passando davanti alla camera di Jack guardò verso la porta chiusa e sospirò. Era quasi tentata di bussare alla sua porta. I suoi sentimenti verso quell'uomo erano sempre ambigui. Per quanto fosse il classico libertino sapeva che c'era qualcosa di diverso in lui.
Poco dopo la porta si aprì e uscì Jack con una bellissima cameriera.
Appena la vide lui rimase immobile a fissarla.
Anche lei ricambiò per un attimo quello sguardo, poi sospirò tristemente e si avviò per scendere le scale.
Come pensava una donna valeva l'altra per lui. Non aveva ottenuto niente da lei la notte scorsa così era andato a divertirsi con la prima cameriera che gli aveva fatto gli occhi dolci.
Si sentì sprofondare dalla vergogna.
Era davvero prevedibile!
Aveva quasi ceduto ad un mascalzone!
Un mascalzone che, purtroppo, le faceva battere il cuore.
Appena arrivò giù era pallida come non mai. Le era passata persino la fame.
Peter si alzò dal tavolo appena la vide.
"Cat!!! Vieni a mangiare dai!"
Ma appena le si avvicinò vide che c'era qualcosa che non andava "Hey... Tutto bene?"
Lei respirava profondamente, trattenendo le lacrime. Incrociò le braccia al petto e fece segno di no con la testa.
Peter le mise un braccio intorno alle spalle.
"Andiamo a fare una passeggiata fuori"
Senza aspettare il suo consenso la portò fuori dalla locanda.
Il sole era caldo già a quell'ora. Si incamminarono per le strade.
Lei iniziò a parlare e a raccontargli tutto.
Non aveva ancora detto ad anima viva ciò che succedeva con quell'uomo. Neanche a lui che era suo migliore amico. Ma non ce la faceva più a tenere il segreto.
"Si notava che c'era qualcosa tra di voi, ma non pensavo fosse così sfacciato. Per chi ti ha preso? Per una delle sue sgualdrine? Buon Dio! Sei una duchessa!"
"Lui non ci crede"
"Beh... È un idiota!" disse arrabbiato Peter.
"Non importa più ormai! Devo riuscire a tenerlo lontano il più possibile"
Peter le mise una mano sulla guancia. "Anche se fa male... tanto male" completò lei.
Peter la guardò con comprensione.
"Ne hai passate tante... Vorrei che non dovessi passare anche questo dolore"
Cat gli mise una mano sulla sua.
"Sono felice di avere te con me"
Peter le sorrise "Non ti libererai facilmente di me!"
Risero entrambi.

Passò i due giorni successivi ignorando il capitano per quanto potesse. Persino a tavola sceglieva il posto più lontano da lui. Doveva proteggere il suo cuore.
Che lui si divertisse con le donnacce. Lei non era così. Meritava di più.
Per fortuna riusciva a distrarsi con il lavoro. Avevano passato due giorni tra prove serrate e organizzazione delle serate successive.
Finalmente arrivò la sera della prima.
Catherine non si era mai sentita così emozionata. Si trovava davanti lo specchio mentre si sistemava il trucco. Ormai era diventata una maestra in quello. Si era passata una matita nera nel contorno occhi e aveva passato sulla palpebra un ombretto verde smeraldo che faceva risaltare il dorato dei suoi occhi e stava benissimo con il suo vestito di scena di diverse tonalità di verde. Ovviamente la sua emozione per quella sera non era dovuta allo spettacolo...
Sapere che Jack sarebbe stato lì in mezzo al pubblico la intimoriva e non poco.
Aveva un gran potere su di lei.
Fece un gran sospiro e si fece coraggio. Si riguardò allo specchio e si passò un po' di rosso sulle labbra.
Gli avrebbe dimostrato le sue grandi capacitá e, soprattutto, che era in grado di cavarsela da sola, senza nessuno!
Tantomeno lui.

Quella sera Jack ammirò il famoso Great Show di cui aveva sentito tanto parlare dagli ospiti della sua nave.
Lui, Steve e molti altri marinai avevano i posti a sedere proprio in prima fila.
Dovette ammettere che avevano proprio ragione: non era il classico circo!
Alle classiche performance riuscivano ad unire originalità e intraprendenza.
La cosa che colpiva di più era che riuscivano a coinvolgere il pubblico in tutti i modi, facendolo diventare uno spettacolo interattivo, soprattutto perché, dall'inizio alla fine, ogni singola esibizione era accompagnata dalla musica, attraverso canti o balli.
Rimase incantato quando fu il turno di Catherine e Peter. Le loro magnifiche acrobazie erano correlate con una canzone che interpretavano magistralmente.
Jack riconobbe lo stesso brano che gli avevano fatto sentire la prima volta che si erano incontrati.
Erano perfetti! In una sintonia magistrale.
A Jack tornò quel sentimento di gelosia nei confronti di quel ragazzo. Quando si trovava con lui, quella donna sfuggiva alle sue attenzioni, anzi, a dirla tutta, erano giorni che non la vedeva completamente. Le mancavano molto i suoi sguardi e il suo sorriso.
E quel suo amico, invece, poteva toccarla dove, quando e come voleva. Sembravano una coppia perfetta.
Jack tentò, per l'ennesima volta, di ricacciare gli strani sentimenti che quella ragazzina gli provocava.
Tuttavia non riusciva a starle lontano.
Le aveva comprato un pensiero, il giorno prima, per festeggiare il primo debutto fuori l'Inghilterra dello show.
Ma lei non le parlava da quel giorno in cui l'aveva beccato con la cameriera. Aveva provato a cacciarla dai suoi pensieri andando a letto con quella ragazza. Ma niente! Lei era ormai una costante nei suoi pensieri.
Il problema era che, con quell'azione, aveva allontanato  Catherine definitivamente. Così, dopo lo spettacolo, decise di recarsi nella sua stanza e posizionare il regalo che le aveva fatto sul suo letto.
Quando entrò avvertì quel meraviglioso profumo, ormai familiare, di gelsomino. Quanto gli mancava sentirlo direttamente dalla sua pelle! Per questo li aveva scelto come regalo. Quegli stessi sali che l'avevano fatto impazzire. Mise la piccola scatola regalo sul letto. Appoggiati accanto alla scatola una rosa rossa e un semplice bigliettino con la scritta "Sei bravissima, principessa".

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❤️ Buon San Valentino ❤️

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