Capitolo 19 parte 2

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Decidemmo di andarci a preparare ognuno a casa sua.
Mi feci la doccia e mi vestii. Presi un pantalone di tuta grigio e una maglietta a manica corta nera. Portai con me anche una felpa non essendo ancora del tutto estate.
Quando arrivò Tobio, uscii di casa.
Neanche lui si era vestito particolarmente bene.
"Ma te sei rigorosamente in tuta?" Mi chiese "ovviamente, perché?" dissi chiudendo la porta "di solito le ragazze della tua età si mettono cose attillate ect." Mi rispose "diciamo che le uniche volte che mi vedrai vestita attillata sarà a pallavolo" dissi "odi così tanto le cose attilate?" Mi chiese "non è proprio un odio, diciamo che non riesco a vedermi con quelle robe addosso e ho paura ad andare a giro in quel modo" dissi "perché?" Domandò "stasera sei troppo curioso" mi guardò male. Io risi. "Dico solo che non mi ci vedo per via del mio fisico e ho paura per via dei pedofili, sai com'è, non voglio perdere la mia verginità in quel modo ma sopratutto non voglio essere toccata o molestata" dissi "oh ma devi sapere che sono bravo a calpestare le persone" mi rispose lui fiero. Io risi. "Ma non capisco cosa centri il tuo fisico" chiese. "Lo odio. Tutto qua. Riesco a giocare a pallavolo anche se porto i pantaloncini perché ginocchiere e calzettoni coprono il resto" dissi guardando in terra "perché? È stupendo" "non lo devi dire per forza, sono più che consapevole che faccia schifo" dissi "no veramente. Ogni giorno che passa ti guardo e penso posso veramente permettermi di avere affianco a me una persona del genere? " disse lui sorridendo "quindi a te non importa...di questo?" Chiesi indicando il mio corpo. Lui si fermò. "Te mi hai accettato per quel che sono, in tutte le cose belle che hai secondo te vado a guardare l'aspetto esteriore? E poi seriamente" disse alzandomi la testa "di te mi piace tutto, fisico, comportamento e carattere. Ma sopratutto giochi a pallavolo e ami il latte, cosa posso desiderare di più?" Mi chiese "grazie" dissi soltanto prima di entrare nel ristorante.

Molto bello esteticamente, dentro è tutto stile giapponese, la parte dietro invece è stupenda. All'aperto, sotto alberi di ciliegio, con lucine e lampade ovunque. Ci sedemmo e ordinammo. La cena passò in tranquillità, parlammo tantissimo e mangiammo un sacco. Alla fine mi portarono il dolce che Tobio gli aveva ordinato. Si spensero tutte le luci e il mio imbarazzo si alzò fino alle stelle.
Spensi addirittura le candeline. La torta era al cioccolato ed era squisita.

Finito di mangiare, Tobio offrì la cena e ce ne andammo salutando e ringraziando il ristorante. "Andiamo a casa mia?" Chiesi "ti volevo portare in un posto" mi disse "Va bene. Che tipo di posto è?" Chiesi "sono quasi certo che lo amerai" "mi fido di ciò che pensi" conclusi. Ci avviamo verso questo posto.
Era una specie di collina, da li si vedeva tutto il distretto illuminato "che spettacolo" dissi sorpresa "non è ancora finita" salimmo un altro pochino e arrivammo ad una specie di terrazza "questa si che è bella" dissi "guarda qua" mi consigliò lui indicando un telescopio "Lo amo". Inziai a curiosare e dopo circa 15 minuti attaccato, con Tobio andammo sull'erba dove lui si sdraiò mentre io mi misi a sedere "mi piace qua" dissi "è il posto speciale, non ce mai nessuno, sei la seconda persona che ci porto" disse lui guardando il cielo "chi è la prima?"chiesi "mio nonno" nei suoi occhi vedevo tutto il dolore "gli vuoi bene?" "A lui devo tutto, mi ha cresciuto, mi ha insegnato tutti i fondamentali sulla pallavolo e mi ci ha fatto appassionare, è il mio angelo. Il giorno dopo che l'ho portato qui ha avuto un infarto ed è morto.
Le ultime parole che mi ha detto sono state Nipotino, ricordati che io per te ci sarò sempre. Mi fa sempre male parlare di lui alle persone e sei la prima a cui ne parlo.
Sai, te e lui siete veramente uguali. Avete stesso carattere e stesso modo di fare. Effettivamente in te vedo qualche sfumatura di lui" disse mettendosi a sedere e iniziando ad accarezzarmi la guancia. "Magari è proprio lui che ti ha portato da me, lo dovrò ringraziare anche per questo se mai un giorno lo incontrerò.... Vuoi riempire te lo spazio che mi ha lasciato lui?" Mi chiese "se me lo permetterai, quando sarà il momento, riempirò del tutto la parte mancate che ti ha lasciato tuo nonno ok?" Dissi mettendo una mano sopra la sua e sorridendo. Lui delicatamente mi si avvicinò e iniziò a baciarmi. Mi mise entrambi le mani sulle guance, io rimasi ferma.

Dopo un po si mise a sedere dietro di me per ammirare le stelle insieme. Ogni tanto gli scappava qualche bacio e abbracci vari. Infine appoggio la testa sulla mia schiena "se vuoi piangere fallo" dissi "non ne ho bisogno"mi rispose "sei sicuro?" Domandai. Silenzio. Sono certa che non stesse piangendo, ma lo lasciai fare.
Dopo circa un ora ce ne dovettimo andare "casa mia? Sto morendo di sonno" chiesi "mh mh" approvò lui. Dopo poco, seguendo una scorciatoia, arrivammo a casa mia. Ci mettemmo a letto, nella nostra solita posizione. "Cio che mi hai chiesto oggi lo pensi veramente?" Domandai "si" confermò lui "sei speciale, te l'ho detto, so che il nostro percorso non si concluderà a breve" "non so che dire" dissi sincera "che ne pensi di noi?" Mi chiese "siamo partiti di botto, senza neanche conoscerci un minimo, dovevamo fare tutto con più calma ma sono felice lo stesso, mi piaci veramente" dissi "anche te" disse "buonanotte" "notte" conclusi lanciandogli un bacio sulla mano.

Just us-Kageyama TobioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora