Capitolo 17

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La partita proseguì. Arrivammo ad un punteggio di 18-15 per il Nekoma e il tizio che aveva cercato di murare Hinata andò a battere. Al centro si presentò il capitano del Nekoma, uno alto, capelli neri, cuffio e cresta, insomma... il solito bad boy che attira tutte le ragazze.
Il coach fece entrare me al posto di Nishinoya anche se eravamo praticamente a fine partita. Ci scambiammo e io entrai in campo. Gli occhi si puntarono tutti su di me, Hinata e Tobio che prima stavamo parlando si fermarono e il capitano avversario aprì bocca "non vedevo l'ora di vederti da vicino chibi-chan" "non tendo ad essere al centro delle attenzioni, cerca di pensare alla tua metà campo invece di pensare a me, felino" dissi io in risposta mentre mi sistemavo i manicotti senza neanche guardarlo. "E adesso vinciamo" conclusi mentre mi posizionavo.

Eravamo ormai 23-24 per il Nekoma, l'alzata di Tobio arrivò a Hinata che con strabiliante agilità riuscì à mandare di là la palla, e penso sia stato uno dei più belli attacchi di oggi da parte sua, ma il Nekoma recuperò e fece punto con una free-ball a fondo campo che purtroppo non riuscii a prendere. Ci rimasi male, dentro piangevo, ma ho forzato le mie lacrime a non uscire, non posso andare avanti a pianti...

Giocammo altri 4 set per arrivare ad un totale di 6, dove io e Nishinoya facevamo metà e metà, poi il coach prese la stramba decisione di mettermi attaccante al posto di Tanaka per poco tempo, non so il motivo, ma ci provai. Feci 8-10 punti ma la forza che aveva Tanaka e gli altri laterali in confronto a me era tanta, l'unica cosa che non mi mancava in attacco era l'astuzia.
Fu una sconfitta su tutti i fronti ma una bella giornata.

Concludemmo la giornata pulendo la palestra e iniziammo con il fare, per la prima volta, due chiacchiere con i nostri avversari.
Mi chiamavano in molti così andai prima da Suga e dal libero del Nekoma che si presentò "piacere Yaku" "oh, piacere mio, Elisa" dissi, lui mi guardò stranito "è italiana e da loro non usano il cognome per presentarsi ma bensi il nome, ancora non si è abituata" disse Suga "oh ma tranquilla, l'importante è che ti senti bene con te stessa" mi disse lui "che bella persona" sussurrai stupita "grazie" rispose lui. Diventai un peperone.

"Yaku-san non infastidire la nostra ospite più affascinate" disse il capitano del Nekoma avvicinandosi a noi "piacere Kuroo" "Elisa" dissi rivolgendo la mano per stringerla alla sua come si osa fare quando ci si presenta a nuove persone. Lui sorrise poi la strinse. Iniziammo a parlare e non ci accorgeremmo neanche che Suga e Yaku se ne fossero andati. Ci mettemmo a sedere in un angolo della palestra, a giusta distanza data la nostra poca conoscenza, a parlare di pallavolo. Chiesi come erano arrivati a quei livelli e che esercizi facevano per avere una difesa così solida. Tobio con il suo fare protettivo dopo un po' arrivò. "Eli-chan" disse lui "dimmi" risposi girandomi verso di lui. Non mi rispondeva. "Oiiii" dissi alzandomi e iniziando a gironzolatgli intorno "ho capito" conclusi dopo aver notato che lui e Kuroo si tiravano occhiatacce peggio di non so chi. "Allora adesso ti porto da Kenma almeno gli chiedi come fa ad essere cosi bravo ok? Intanto io finisco di paralre" dissi sottolineando l'ultima parola "di pallavolo con Kuroo" lo portai da Kenma che tutto spaventato dai comportamentidel mio ragazzo, senza aprire bocca, dopo un po' scappò. Tornai da Kuroo per finire il discorso "scusami, possiamo continuare" arrivammo a scambiarci i numeri tutti e finii per avere in rubrica i contatti dei felini.

Finimmo al giornata al tramonto, ringrammo e salutammo tutti. "Ci rivedremo" disse avvicinandosi Kuroo "speraci" dissi io.

Tornammo tutti a casa e obbligai Tobio a cenare a casa sua data la presenza di sua mamma che non vedeva da un paio di giorni. Dopo cena venne da me già in pigiama "seriamente ti sei fatto il pezzo piedi... in pigiama?" Chiesi "bhe, dove è il problema?" Mi domandò lui "quanto vorrei essere spensierata come te" dissi chiudendo la porta e andando in cucina "non è che sono spensierato" disse lui seguendomi in cucina "semplicemente non me ne frega di ciò che pensano gli altri se io sto bene" concluse prendendo il dolce che gli avevo dato. Io salii sul tavolo e iniziai a mangiare il dolce allo yogurt con cacao e cioccolato che avevo fatto appena due minuti fa "ma anche io me ne frego di ciò che pensa la gente su di me...circa... va be', diciamo che dipende dalla situazione. Giuro che vorrei riuscire a fregarmene, sarà colpa del mio carattere timido" dissi facendo spallucce "che stranamente scompare quando conosci dei bei ragazzi" disse lui finendo il dolce. Io mi alzai e posai il bicchierino, ormai vuoto, nell'acquaio. "Non mi dire che sei geloso. Stavamo parlando di pallavolo, ero curiosa di sapere come fanno ad avere una difesa così solida" dissi girandomi verso di lui che mi fece salire a sedere sul piano di cucina. Lui li guardò maluccio. "Credimi per una volta. Stiamo insieme da un mese neanche, secondo te ti vado a fare le corno adesso?" Chiesi prima di ricevere un piccolo bacio "semmai preoccupati tra un annetto, se stiamo ancora insieme" conclusi con una risata "EHI! BAKA! questa me la lego al dito" disse lui girandosi di spalle "sto scherzando, vieni qua" risposi io girandolo verso di me "non so è che con te è stato diverso, in meno di due settimane dalla nostra conoscenza ci siamo fidanzati. Io timida, sola, peggio di un ghiacciolo. Te timido, freddo, con scatti d'ira. Non so te ma sono quasi certa che se al tuo posto ci fosse un'altra persona la storia sarebbe stata diversa. Non sono il tipo di ragazza che si fidanza con uno, se lo porta a letto e lo scarica, ho sempre odiato quel genere di cose. Tutta colpa tua. Non fraintendermi, a me piace questa situazione, solo che mi fa strano, anche se ormai ci ho fatto l'abitudine" conclusi mentre gli toccavo i capelli "odi quel genere di cose però hai già completato la prima e la seconda fase. Speriamo la terza non arrivi mai" disse lui scherzando "non credo nel per sempre ma penso che con te sarà diverso, e comunque io ancora non ti ho portato a letto, ignorante di un Kageyama" risposi. "Meglio se evito di rispondere" finì lui, io capendo lo ignorai.

Andammo a prepararci per andare a letto e dopo la buonanotte il sonno arrivò.

Just us-Kageyama TobioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora