Capitolo 11

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La mattina seguente, dopo aver fatto colazione e aver sistemato tutto lasciammo quella casa, e dentro di lei un ricordo stupendo. Andammo a prendere il taxi che ci portò diretti alla Karasuno.

Avevamo detto di allenarci e dato che avevamo la palestra libera ne approfittammo.

"Che facciamo?....Glielo diciamo?" Chiesi "perché no?" disse lui "ho paura che potrebbe compromettere quell'atmosfera della squadra" dissi sinceramente "tranquilla" rispose lui.

Iniziammo l'allenamento con un po di riscaldamento poi io mi esercitai sul palleggio e Tobio sulle battute, usava un metodo strano, delle bottiglie.
Mi ha rivelato che è così che ha iniziato ad essere preciso, penso che inizierò pur io ad usare questo strano metodo.

Vidi entrare di fretta e furia Hinata che andò sotto la battuta di Tobio per riceverla, fallendo. "Ehi, non metterti in mezzo, stupido d'un idiota di un Hinata!" Disse il corvino "Tobio ma dove li trovi tutti questi insulti?" Chiesi "se vuoi ti insegno" scherzammo noi.

Lui riniziò l'allenamento.
Fece un'altra battuta e notai una persona arrivare sotto la sua battuta come prima aveva fatto Hinata, ma riuscendo a colpirla perfettamente.

Mi avvicinai e gli chiesi "chi sei?" Hinata però urlò superando il mio tono di voce, "sei più basso di me!" "Ehi che hai detto?!" Disse il nuovo arrivato "quanto sei alto?" Chiese il mandarino "un metro e 59" rispose "finalmente qualcuno che è alto quanto me, grazie dio!" Dissi io.

Entrarono gli altri e Kageyama si avvicinò a me.
"Noya-sann!" "Nishinoya!" Dissero i ragazzi "lui è Nishinoya, secondo anno" disse il capitano "siete del primo anno?"disse il nanetto guardandoci "uhhh una ragazza, fai la manager?" Disse scrutandomi da cima a fondo. "Io gioco" dissi

"Perche sei venuto alla Karasuno? Avevi sentito pure tu il ritorno del coach Ukai?" Chiese Tobio al nuovo arrivato "no, sono venuto alla Karasuno perche mi piacciono le uniformi delle ragazze. Da morire. Ovviamente anche le ragazze sono all'altezza delle mie aspettative. Ne abbiamo un esempio proprio qui! E poi i ragazzi indossano questa uniforme qui! Nera per giunta!" Disse il Nishinoya.
"Davvero rumoroso vero? Pero il suo gioco è sorprendentemente silenzioso" disse Daichi "troppo, speriamo che almeno in campo se ne stia un po in silezio, già mi fa male la testa" dissi io.

"Dove è Asahi-San?" Chiese "non è tornato" disse Suga "è un cagasotto, se lui non torna non lo faccio neache io!" Concluse il nuovo arrivato.

Hinata e Nishinoya iniziarono a rincorrersi.
"Sono stanca!" Mi lamentai sdraiandomi per terra.
"Che hai?" Mi chiese il corvino "non lo so, ma sono sempre stanca" "alzati, dobbiamo allenarci.

Mi alzai. "ho freddo" mi lamentai nuovamente. Kageyama si diresse verso il borsone e tirò fuori una felpa nera semplice. Me la infilai e vidi tornare tutti con Nishinoya compreso.

Si mise a spiegare come ricevere, principalmente a Hinata. "Tu sai già farlo?" "Si" "sei un libero?" "anche, gioco in tutti i ruoli, principalmente libero e alzatore" dissi "è arrivata ai mondiali, giocava in italia" disse Daichi.
"Ti accoglierò come ho sempre fatto con tutti quelli che arrivano dopo di me ma sappi che il posto da titolare me lo hanno rubato troppe volte.

Il ragazzo sorrise "mi piaci" disse "non farti strane idee".
"Elisa è un caso particolare" disse Daichi. Io lo guardai male. "Un caso particolare ma simpatico" concluse lui arrampicandosi sugli specchi.
"Non è vero, sono antipatica, non li ascoltare" dissi io.
"Non sto capendo molto bene..."disse Tanaka. "Ma non ci dovevamo allenare? Resti si o no?" Chiesi.

"Il libero è un ruolo dove tutti si esaltano anche se noioso, fino a che la palla non tocca terra nulla e fino" disse lui "ok ma non hai risposto alla mia domanda" dissi io. Tutti mi guardarono male "ho capito..." dissi sottovoce.

Mi maledii nella mia testa per aver aperto bocca e aspettai in silezio la fine del suo discorso. Poi chiesi al capitano di andare in bagno.

Fuori era freddo ed io avevo solo una felpa addosso, stavo morendo di ipotermia. "Ehi" era Tobio "ehi..." dissi io "vuoi parlare?" Disse lui avvicinandomi mentre mi mettevo le scarpe  "in realtà volevo andare in bagno" "è così scontato che era scusa che lo capirebbe pure Hinata, forse" "non c'è molto da capire..."
Ci cambiammo tutti, prima i maschi, poi io. Fuori dallo spogliatoio c'era Kageyama che mi aspettava.

"Posso venire a casa tua?" Mi chiese "va bene" dissi io.
Per strada ordinò delle pizze per tirarmi su il morale, ma conoscendomi sapevo che l'unica cosa che mi poteva tirare su il morale non era la pizza.

Appena arrivati a casa sistemammo tutto e dopo poco le pizze arrivarono.
Mangiammo in salotto, in silenzio, provò ad aspettare un pochino prima di parlarmi, e aveva ragione, doveva solo aspettare che mi "ghiacciassi".
Appena finito di cenare, mi misi a palleggiare sulla fronte "ehi" mi disse prendendomi il pallone mentre era in aria "non mi piaci da arrabbiata".

Io lo guardai storta, mi prese il polso e mi portò in camera da letto. Si mise a sedere sul letto e mi fece cenno a dare a sedere sopra di lui, in modo da poterci guardare. Aveva le spalle al muro e iniziò lui a parlare mentre mi alzava la testa dal mento con un dito "dimmi tutto" "non mi merito di stare in squadra" dissi "perché pensi questo?" "Adesso che è arrivato Nishinoya succederà come per te con Suga" "non è vero" cercò di contraddirmi "hai visto quella ricezione? Non ha nulla di sbagliato e poi ha gia la fiducia di tutta la squadra. Verrò rimpiazzata un'altra volta" mi girai "ehi" Silezio "non vuoi che ti veda piangere?" Silezio.
Chiusi gli occhi e avvinai la sua testa al mio collo.
"Voglio solo dirti una cosa, non puoi dire di essere stata rimpiazzata fino a che queste parole non usciranno dalla bocca del capitano" disse.

"Aspetta altri 10 secondi così" dissi "tutto il tempo che vuoi"rispose. Io sorrisi.

Mi asciugai le lacrime in fretta e lo feci alzare. "Perche non vuoi che ti veda piangere? È umano sai" "si, lo so, ma è la stessa cosa" dissi.

Lui accese il telefono all'arrivo di un messaggio di sua sorella.
"Mia sorella mi ha scritto, devo andare" disse "tua sorella è come te?"  "No, siamo quasi due opposti, però le voglio bene, proprio per questo me ne devo andare. Mi dispiace" "Tranquillo è normale" dissi scendendo dal letto e andando verso la porta. Lui mi seguì.

"Quando arrivi scrivimelo" dissi "ti chiamo" affermò lui. "Va bene" conclusi chiudendo la porta.

Dopo poco infatti mi chiamò dandomi la buonanotte.

Just us-Kageyama TobioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora